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Stasera che si fa?

Nei dépliants delle rassegne estive conta più la forma o il contenuto?

Era il 1982 e questo giornale usciva da soli due anni quando cominciammo a presentare, nell’ultimo numero prima della pausa estiva, il calendario dei principali appuntamenti di spettacolo e cultura che si sarebbero tenuti da metà luglio ai primi di settembre. Abbiamo dunque una certa pratica e una discreta memoria in tema di dépliants pubblicitari; e la prima considerazione da fare è che col tempo, mentre questi libretti diventavano via via più ricchi e belli a vedersi, la loro leggibilità non faceva analoghi progressi.

Un esempio di comunicazione criptica: "Pietra - uno spettacolo rito per celebrare la pietra trentina". Boh...

Cosa si cerca sfogliando il programma di una rassegna? Anzitutto le informazioni essenziali: chi, dove, cosa, quando. Più, possibilmente, qualche approfondimento sul carattere degli eventi, il curriculum degli artisti, e così via. Sembra facile!

Un primo ostacolo ad una informazione limpida nasce dall’evoluzione stessa delle forme di spettacolo intervenuta nell’ultimo decennio: vari fattori, dalla multimedialità alla contaminazione dei generi, rendono più difficile di un tempo raccontare con precisione ad uno spettatore cosa vedrà in quella piazza o in quel teatro.

Poi c’è l’effetto, spesso nefasto, di un look dei programmi che si vuole sempre più raffinato. Certi grafici dimenticano così la funzione anzitutto di servizio che un dépliant deve avere e ricercano in primo luogo l’estetica del prodotto. Sembra secondario che il lettore fatichi a trovare le informazioni che cerca, l’importante è rifuggire dalla banalità. Ed ecco le pagine semivuote con degli invisibili testi in corpo 6, o le scritte in nero che campeggiano su sfondi marron scuro: come certi spot televisivi che non si capisce cosa propagandino.

Terzo colpevole, l’autore dei testi, a volta in combutta con committenti pasticcioni. Costui spesso non ha le competenze o le informazioni necessarie alla bisogna, ma comunque deve pur scrivere qualcosa, e in mancanza di meglio si dà alla chiacchiera col pilota automatico, alla retorica, alla prosa d’arte.

Venendo ai programmi delle rassegne estive di quest’anno, quelli partoriti dagli enti più importanti (a cominciare dall’APT provinciale) sono abbastanza funzionali, ma non del tutto privi dei difetti che dicevamo. Premesso che il premio per il programma più limpido (anche se non formalmente suggestivo: ma chi se ne frega?), va secondo noi a "Rovereto Estate", vediamo un paio di esempi significativi.

In alcune località termali del Trentino si tengono i quattro appuntamenti della rassegna "In aqua et in montibus vita": due sono spettacoli di danza, mentre gli altri due, nonostante le illustrazioni dell’opuscolo, restano di natura abbastanza oscura. Ecco, ad esempio, la "spiegazione" per "Riflessi allo specchio": "Lo spazio onirico del Parco delle Terme di Levico, che rievoca le atmosfere romantiche di quel ‘passare le acque’ che affonda le sue radici alle origini delle civiltà, non solo occidentali, e infatti tutti i riti di purificazione sono connessi all’acqua (e qui si può tirare il fiato, n.d.r.), è la cornice ideale in cui si dipana uno spettacolo in più giorni e più quadri sulla seduzione. Un grande schermo delimita il paesaggio e su di esso viene proiettato un racconto per immagini il cui scorrere è scandito da musiche legate al tema della giornata: martedì la seduzione come cosmesi e trasformazione del corpo, mercoledì la seduzione come profumo, giovedì la seduzione come specchio".

Qualcosa del genere dev’essere anche "Comala-Visioni", previsto a Comano: "Un Canto che si ispira alla natura e all’elemento femminile che caratterizza l’opera del grande pittore trentino (Segantini, n.d.r.) divenendo parte integrante del ciclo della natura e nel contempo sua allegoria, come nel quadro di Comala, singolare l’assonanza con Comano, ove la donna è sospesa nel nulla con i lunghi capelli che si intrecciano….

L’evento si articola in 6 giornate caratterizzate nelle prime 4 dai Concerti per Schermo d’Acqua e Reverie: musiche dal vivo che sviluppano i temi di fondo delle terme e quindi l’acqua, la bellezza, la donna…".

Ancor più criptica la rassegna "Pietra", che del resto comprende un solo appuntamento, "Suolo e sottosuolo", previsto per il 9 e 10 agosto in una cava di porfido di Fornace. Nelle due paginette semivuote che gli dedica il programma riassuntivo di "Se in Trentino", si legge (in tre lingue, peraltro) che è "uno spettacolo-rito per celebrare la pietra trentina" e basta. Speranzosi di maggiori lumi, consultiamo il poderoso sito www. Trentino.to, dove la rassegna, con un nome un po’ diverso ("Arte in pietra") viene così presentata: "In agosto le cave di porfido si trasformano in straordinari palcoscenici di eventi multimediali che proiettano la pietra trentina verso nuovi orizzonti". Clicchiamo quindi sul bottone "Appuntamenti", ma l’appuntamento, uno solo, il già citato "Suolo e sottosuolo", viene "spiegato" con le stesse parole del dépliant.

E noi ci chiediamo: chi è lo sciagurato disposto a trovarsi, alle nove e mezzo di sera, in una cava di porfido di Fornace senza sapere perché?