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Inceneritore: le sue premesse “politiche”

Adriano Rizzoli

Qualsiasi ragionamento sulla questione dei rifiuti e dell’inceneritore non può non considerare con la dovuta cura e attenzione la premessa politica che sola regge l’operazione inceneritore.

Tutto il seguito, con i suoi lunghi 5/6 anni di presunti approfondimenti, addomesticamenti, mezze ammissioni e rinvii, ripetuta riproposizione di luoghi comuni, è solo il risultato della ferma volontà di banalizzare la questione congelandola sulla redditizia (per chi?) rigidità dell’incenerimento. Vuoi per tracotanza e ignoranza ("Senza impianto mangeremmo rifiuti"), vuoi per la peggiore compromissione su una scelta politica grave e "irrinunciabile".

Ciò malgrado, si persiste con accanimento e con inaccettabili falsità a far credere che soltanto nel caso in cui si costruisse un "più piccolo possibile" inceneritore (che non deve, invece, essere inferiore alle 200.000 tonn/anno, riferito pochi giorni fa "in privato" dall’assessore Grisenti), si uscirebbe dall’emergenza, sparirebbero le discariche. Mentre è vero l’esatto contrario.

Che questa presunta pesante ineluttabile "necessità" sia una vergognosa forzatura lo dimostrano le ripetute mancate risposte che abbiamo a più riprese ottenuto da amministratori comunali e provinciali, mentre privatamente la gran parte di essi ci dice che "dietro ci sono forti interessi".

Lo possono dimostrare i numerosi amministratori dei dintorni di Trento che ci hanno contattato per incontri su approfondimenti (con noi e non con chi di dovere), ai quali abbiamo sempre risposto che era importante fosse presente qualcuno della Provincia. Il seguito è sempre stato che quest’ultima ha declinato l’invito. A richiesta forniamo nome e cognome dei due contatti del mese scorso. 

 Quella premessa è ben descritta nell’ineccepibile intervento di Franco Gottardi su l’Adige del 31 maggio 2002, sotto il titolo: "Un patto a tre per fare l’inceneritore", dove venivano palesate le premesse del patto parasociale sottoscritto il 7 settembre 2001: "Comune di Trento, Comune di Rovereto e Asm Brescia Spa concordano nel ritenere necessario compiere tutte le opportune attività per consentire il futuro sviluppo della Trentino Servizi e in particolare per consentire che quest’ultima partecipi, nelle forme tecniche che verranno stabilite, ad alcune iniziative locali tra cui la realizzazione del termoutilizzatore dei rifiuti solidi urbani e dell’impianto di teleriscaldamento di Trento". 

L’accordo era naturalmente stato preparato e pianificato nei minimi dettagli, divenuto contratto dopo le mezze dichiarazioni e le smentite delle settimane precedenti del sindaco Pacher.

Era stata ufficializzata la "assunzione" del partner tecnologico Asm che diventava il soggetto forte dell’operazione. L’obiettivo era di realizzare un inceneritore (e non di affrontare il problema rifiuti) chiamato impropriamente, qui come altrove, "termovalorizzatore".

Altrettanto strumentalmente "valorizzato" mediante la remota antieconomica prospettiva del teleriscaldamento, impraticabile per Trento e/o il sobborgo di Gardolo.

L’intervento di Gottardi iniziava così: "La realizzazione di un inceneritore di rifiuti è uno dei capisaldi dell’accordo che ha fatto entrare la Asm Brescia nella compagine sociale di Trentino Servizi…" e così proseguiva: "Il problema è che, oggi che si è riaperto il dibattito sulla raccolta dei rifiuti e l’impianto di smaltimento finale, questo impegno diventa un macigno, un elemento fortemente condizionante". E poi: "Insomma, di fronte ad una società che per entrare a certe condizioni in Trentino Servizi ha sborsato più di 50 milioni di euro, è evidente che la posizione del sindaco e della giunta comunale è quanto meno imbarazzante".

E ancora: "I patti furono siglati oltre un anno dopo il via libera del consiglio comunale alla realizzazione di un impianto di smaltimento a Ischia Podetti. Sono perciò tutto sommato coerenti con quell’indirizzo. Ma mentre le scelte politiche, di fronte a novità legislative o tecniche o semplicemente ad una maggior consapevolezza dell’opinione pubblica, possono essere sempre ridiscusse e cambiate, gli impegni economici e societari pongono vincoli diversi e fors’anche maggiori...".

 Chi non sa, o dimentica, quanto ha scritto il giornalista Gottardi ha dimenticato il significato dell’operazione inceneritore e il senso autentico del fare politica per la gente e per questo Trentino.