Le vestigia della Grande Guerra
In coerenza con le posizioni assunte in questi anni verso forme di turismo "a passo d’uomo", la SAT ritiene doveroso esprimersi a proposito del recupero e salvaguardia delle vestigia della Grande Guerra.
Il tema, che ha assunto una notevole importanza e urgenza a seguito del ritrarsi dei ghiacciai con la conseguente comparsa di reperti prima non visibili, deve essere affrontato con grande tranquillità, disponibilità e capacità di ascolto delle varie posizioni.
Con questo spirito la SAT ha subito aderito alla proposta della vicepresidente della Provincia e assessore alla Cultura, Margherita Cogo, di partecipare, con un proprio rappresentante, al gruppo di lavoro "Progetto Grande Guerra". Auspichiamo che lo stesso possa avere un ruolo incisivo, non esclusivamente consultivo riguardo alla tutela delle vestigia della1a Guerra Mondiale assicurando, in particolare, il necessario scambio di opinioni e informazione con le comunità locali interessate.
La SAT si propone di contribuire positivamente nella valorizzazione delle tracce della 1a Guerra Mondiale sul territorio. Si pensi solo al patrimonio di conoscenze dei nostri soci sul tema, capace di dare un notevole contributo in fase di visita in loco delle testimonianze o per la necessaria ricognizione e catalogazione delle stesse.
La SAT è inoltre disponibile a mettere a disposizione le proprie strutture (rifugi e bivacchi) a supporto di progetti volti a favorire la comprensione delle vicende storiche avvenute nella zona.
Nel dichiararci favorevoli a una politica di tutela che permetta la più ampia fruizione da parte del pubblico interessato, ci auguriamo che ciò avvenga sempre nel rispetto dell’ambiente, della storia e delle tradizioni locali. In tale spirito è auspicabile, da parte dei competenti Uffici provinciali, una serena opera di informazione nei confronti di tutte le parti che hanno a cuore la storia del loro territorio.
Non è sufficiente, a nostro parere, una salvaguardia che si limiti a depositare in magazzino quanto recuperato. Le particolarità dei manufatti, le differenze del microclima esistenti tra alta montagna e luoghi di custodia (pensiamo ai reperti in legno) necessitano di un’accurata opera di catalogazione e di conservazione.
Bisogna ad ogni buon conto distinguere tra reperti "mobili" (elmetto, rampone, pala da trincea, resti di attrezzature varie, distintivi, ecc.); manufatti (trincee, baraccamenti, postazioni di difesa, camminamenti), e quelli che sono considerati reperti "inamovibili": si pensi ai pezzi di artiglieria, scudi e residuati di teleferiche, ecc.., per i quali, al pari dei manufatti, deve essere prevista la permanenza in loco. I reperti "mobili" recuperati dalla Provincia dovrebbero essere collocati nei musei territorialmente afferenti.
Un altro aspetto riguarda il riconoscimento di tutti i protagonisti che hanno partecipato alle vicende storiche. Si tenga conto, ad esempio, che molta parte delle opere ancora visibili sulle montagne, è stata realizzata con l’aiuto dei civili militarizzati, e che dette testimonianze hanno avuto un ruolo di richiamo molto incisivo sull’avviamento alla pratica dell’alpinismo di intere generazioni.
I casi balzati all’onore delle cronache, ovvero il prelievo del Baracchino (manufatto) di Cima Carè Alto (settembre 2004), e del cannone Skoda 104 (reperto "inamovibile") della Presanella (settembre 2003) possono essere occasione per intraprendere un cammino nuovo e condiviso. La SAT ritiene che il cannone Skoda 104 del monte Gabbiolo vada ricollocato nei pressi della sua ex postazione con il relativo ripristino, o se questo fosse impossibile, trovando un’idonea sistemazione in Val di Nardis, inserendolo in un ideale percorso storico culturale che arricchirebbe di contenuti la visita della zona. Stesse considerazioni riguardano il baracchino di cima Carè Alto. Ci auguriamo inoltre:
- che vengano sistemati tratti di trincee in collaborazione con la Commissione Sentieri SAT o i gestori dei Rifugi interessati;
- che si favorisca la conoscenza dei sentieri della Grande Guerra;
- che vengano salvaguardati e catalogati caverne e trincee del fronte, il che favorirebbe una crescita dei territori incrementando il turismo basato su trekking e contenuti culturali naturalistici e storici. Si pensi, ad esempio, alla opportunità di valorizzare un intero territorio di montagna grazie magari alla presenza di un cannone monumento e monito alla pace (l’interesse degli alpinisti per il cannone 149 G di Cresta Croce insegna);
- che siano ripristinati (ove possibile) e pubblicizzati i tratti dell’ex Sentiero della Pace nelle zone di competenza del fronte Adamello Garda Cadria Stivo.
Per quanto concerne le modalità di intervento, sarebbe auspicabile limitare l’utilizzo dell’elicottero, e prendere spunto da quanto già realizzato dalla sezione SAT Carè Alto, che nel 1974 curò il restauro della bella chiesetta lignea risalente alla Grande guerra e sita nei pressi del rifugio Carè Alto.
- Sarebbe inoltre necessario che le normative nazionali e provinciali riguardanti i reperti e le modalità di recupero fossero meglio coordinate e meno lacunose.
La SAT è pronta e disponibile a fornire tutta la propria collaborazione per la salvaguardia e la fruizione culturale di un patrimonio che è sentito come proprio dai cittadini e dagli amministratori più attenti alla salvaguardia della nostra storia.
Il Consiglio Centrale della SAT