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Gli affari della Curia

L’ISA, la finanziaria della Curia, è entrata nell’affare da 25 milioni di euro, 50 miliardi delle vecchie lirette,  con il quale la Cantina "LaVis" ha acquisito le Cantine Girelli (L’Adige, 26 gennaio). La notizia che la Chiesa investe nel vino suona strana, come se investisse nei tabacchi, o nel lotto.

Questa notizia arriva dopo quella di un altro strano affare, cioè l’acquisto l’anno scorso dell’area ex Italcementi, che doveva servire, secondo trionfalistiche dichiarazioni alla stampa, per realizzare "la cittadella della cooperazione".  Se non che la Cooperazione, interpellata in proposito, disse che non c’entrava niente,  e che anzi nell’operazione non aveva cacciato una lira. A che scopo allora l’Isa aveva comprato i terreni per svariati miliardi di lire?

Si disse in seguito che l’area sarebbe servita per il nuovo auditorium cittadino. A spese del contribuente, si capisce. Come la cittadella della scienza, un meccanismo perfetto: il privato compra i terreni, il pubblico poi glieli ricompra al doppio o al triplo con la scusa che gli servono per costruire improbabili cittadelle. 

E’ curioso che la Curia, tramite la sua finanziaria, acquistasse allora i terreni senza avere un’idea ben chiara di cosa farne: forse sperava nella provvidenza terrena di Mamma Provincia. Sui terreni dell’ex-Italcementi è poi calato comunque un provvidenziale silenzio.

Oggi la Curia si compra le Cantine Girelli: uscirà dall’operazione - ci dicono le cronache - tra cinque anni. Operazione puramente speculativa, dunque. Fa un certo effetto leggere questa notizia e, nello stesso giorno, degli 80 senza tetto che dormono all’addiaccio con questo gelo polare.