Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

I giovani trentini e la legalità

In molti casi infrangere la legge è ritenuto accettabile. Ad esempio...

Tania Parisi

In Trentino, la metà degli studenti delle superiori pensa che esistano casi in cui è accettabile infrangere la legge. La stessa percentuale pensa che sia ammissibile acquistare e vendere cd musicali contraffatti. E, in effetti, se il 60% degli studenti pensa che per i "grandi" sia lecito evadere le tasse, come si fa a convincerli che è sbagliato masterizzare un CD?

Queste sono solo alcune delle informazioni che possiamo trarre da un’indagine effettuata la scorsa primavera nelle scuole superiori del Trentino da Transcrime, su un campione di oltre 1.300 studenti e presentata nel dicembre scorso in occasione del sesto Rapporto sulla sicurezza in Trentino. L’obiettivo della ricerca era valutare quanto fosse diffusa tra gli studenti la cultura della legalità. In altre parole, ci si è interrogati su quanto fosse radicato in loro il rispetto delle regole che fondano la convivenza civile.

Il risultato è che tra gli studenti trentini il senso della legalità appare allentato e che, a volte, prevale la tendenza a scegliere se applicare o meno le regole in base alla situazione e ai soggetti coinvolti. Ad esempio, il 10% pensa che sia giusto rispettare la legge solo se tutti la rispettano e il 20% degli studenti è disposto a mentire in tribunale per difendere un amico.

In molti casi, l’osservanza delle norme è condizionata da valutazioni soggettive ed opportunistiche, legate cioè alla situazione concreta: il 63% scapperebbe se, non visto, dovesse provocare inavvertitamente un danno a un’automobile. Il 68% quando trova un portafoglio per strada decide di restituire solo i documenti e tenersi i soldi "come ricompensa", il 31% non rifiuta un cellulare rubato se lo reputa economicamente conveniente e ha la certezza di non essere scoperto, il 26% infine mette il casco quando sale su un motorino per paura di prendere la multa.

Quali sono i fattori che, secondo gli studenti stessi, spingono un ragazzo a trasgredire? Tra le motivazioni più indicate, troviamo la mancanza di qualcosa in cui credere (28%), la voglia di trasgredire almeno una volta (30%) e il fatto che la trasgressione venga compiuta in gruppo (50%). L’importanza del gruppo di amici durante l’adolescenza supera quella della famiglia anche perché, insieme alla musica e alla televisione, questi assorbono la maggior parte del tempo libero, indistintamente per maschi e femmine e in misura sempre maggiore all’aumentare dell’età. L’indagine rileva inoltre una ridotta partecipazione associativa, con la riduzione delle occasioni non solo di controllo da parte degli adulti ma anche di apprendimento delle regole di convivenza civile. I tradizionali luoghi di ritrovo, come gli oratori e gli impianti sportivi, lasciano spesso il posto alle panchine dei giardini e alle sale giochi, luoghi dai quali genitori, insegnanti e adulti in genere sono esclusi.

In questo tempo libero liberato da impegni politici, sociali e religiosi - e dalla presenza ingombrante degli adulti e delle loro regole - il punto di riferimento in base al quale l’adolescente valuta e sceglie i propri comportamenti si restringe al proprio sé e al gruppo di amici. Amici che, se si ubriacano spesso, vengono compatiti nel 42% dei casi ma che nel 29% dei casi non destano stupore perché "potrebbe capitare anche a me" e nel 4% dei casi l’amico che si ubriaca spesso è solo "uno che si sa divertire".

Se è lecito aspettarsi che il 50% dei ragazzi intervistati abbia marinato la scuola o mentito ai genitori, più preoccupante è quel 25% di maschi che ha dichiarato di aver trascorso un’intera notte fuori casa senza avvertire.

Un altro dato che emerge dall’indagine è la presenza all’interno delle scuole superiori del Trentino di forme di prevaricazione che, in alcuni casi, configurano veri e propri episodi di bullismo. Più del 90% degli intervistati afferma che all’interno dell’edificio scolastico si compiono prepotenze. Accanto alle classiche prese in giro e alle forme di esclusione, che sono le forme di prevaricazione più diffusa, agli studenti capita di osservare casi di estorsioni, minacce, botte e piccoli e grandi furti. Come emerge da rilevazioni analoghe effettuate in altri Paesi, anche in Trentino aumenta il coinvolgimento delle ragazze negli episodi di bullismo, che sempre più spesso si affiancano ai coetanei maschi nel vessare i compagni più deboli. La maggior parte degli studenti intervistati dichiara comunque di non essere mai stato emarginato dai coetanei e solo il 10% afferma di essere lasciato sempre solo nel tragitto da scuola a casa (e viceversa).

La tendenza delineata tra gli studenti trentini non deve spaventare, dal momento che un approccio alle regole dialettico e a volte trasgressivo fa parte della naturale transizione alla vita adulta. Tuttavia, una società come la nostra, che fonda sul rispetto delle regole la precondizione per la convivenza civile, la deve tenere in debita considerazione.