Lettera aperta sull’inceneritore
Presidente Dellai, Sindaco Pacher, sembrate dunque certi che la realizzazione di un inceneritore sia il modo migliore, nonché l’unico, per affrontare efficacemente la questione rifiuti in Trentino.
Siete inoltre convinti che un simile impianto industriale non avrebbe particolari controindicazioni in relazione ai rischi per la salute umana e per il territorio.
Anche se molti cittadini continuano a chiedersi se, in cuor vostro, non riteniate saggio individuare altre possibili vie d’uscita. A supporto di tale vostra convinzione avete ripetutamente utilizzato i pareri di alcuni studiosi, peraltro di un’unica "scuola di pensiero".
Noi, cittadini di Nimby trentino, abbiamo a nostra volta interpellato una serie di indiscussi e indipendenti specialisti che da decenni si occupano della questione rifiuti e che sul progetto trentino hanno tratto conclusioni opposte - basate su analisi strettamente scientifiche - sui rischi potenziali derivanti dalla presenza dell’inceneritore di Ischia Podetti. Rischi diretti e indiretti sulla salute degli esseri umani (emissioni gravemente nocive, aumento del traffico pesante, altri effetti conseguenti) e sull’ambiente naturale; non esclusa, tra le altre, l’eventualità che le stesse attività agricole subiscano dal nuovo impianto industriale un ulteriore serio danneggiamento.
Tutto ciò su un territorio già pesantemente sottoposto alla pressione e alla concentrazione di agenti contaminanti: aumento del traffico stradale, nuove discutibili speculazioni edilizie, altre opere dagli elevati impatti per una micro-realtà urbana come la nostra.
Un territorio, cioè, sul quale appare urgente lavorare per una diminuzione delle aggressioni antropiche con interventi strutturali e di ampio respiro, non certo per aggiungervi nuove fonti di gravi e irreversibili rischi.
La questione rifiuti è una delle possibili e preziose opportunità per un’inversione di tendenza, insieme tra l’altro ad una pianificazione attenta e rigorosa della mobilità e dell’attività edilizia.
Anche perché, come scrive il prof. Paul Connett, relatore al convegno del prossimo 15 gennaio, "il modo con cui maneggiamo i nostri rifiuti è un microcosmo del modo con cui trattiamo il nostro pianeta. Se ci importa del pianeta, deve importarci del modo con cui trattiamo i nostri rifiuti". E’ dunque una questione di civiltà da cui dipende la qualità della nostra vita e la nostra sopravvivenza.
Di fronte al quadro tracciato dagli studiosi della materia ed alla contrapposizione radicale di pareri, mi permetto allora di chiedervi se non riteniate dovere di un pubblico amministratore richiamarsi al Principio di precauzione, dunque sospendere il progetto dell’inceneritore ed avviare una valutazione complessiva sull’intera questione alla ricerca di una soluzione che non lasci aperto alcun dubbio su ricadute dannose per la salute pubblica che siete (e siamo) tenuti a tutelare.
Non avete proprio alcun dubbio sulla possibilità - già evidenziata da diverse analisi scientifiche - che l’inceneritore contribuirebbe alla formazione di nuovi veleni sulla conca di Trento? E in tutto il Trentino? E se sì, quale sarebbe la contropartita che ne verrebbe alla collettività? Forse che basterebbe per la tutela della salute e del benessere di noi tutti, quale mitigazione/compensazione, qualche opera pubblica?
Per quanto ci riguarda, riteniamo del tutto praticabili altre strade che sappiano affrontare la questione rifiuti: a cominciare da attente, efficienti, omogenee su tutto il territorio provinciale, raccolte differenziate - quale primo irrinunciabile passo per la riduzione della massa dei rifiuti - finalizzate al riuso e riciclo; come illustrato ai prossimi pubblici appuntamenti organizzati in collaborazione con Coldiretti e altre realtà dell’associazionismo trentino.
Da tempo abbiamo annunciato che siamo pronti a mettere a disposizione delle amministrazioni pubbliche trentine le competenze specifiche che abbiamo aggregato da tutta Italia in questi anni di responsabile opposizione al vostro progetto, che riteniamo inutile, evitabile e dagli impatti non sopportabili.
In attesa di un Vostro riscontro, porgo cordiali saluti e auguri di buon anno.
Adriano Rizzoli, Nimby trentino