La strage delle foche
Lo scorso anno sono state barbaramente uccise 286.000 foche, di cui il 97% erano cuccioli tra le 2 e le 12 settimane di vita, preferiti per la morbidezza del manto. Questi piccoli ancora non sanno nuotare, per cui non possono fuggire davanti ai cacciatori, e le loro madri li difendono fino alla morte usando il proprio corpo come scudo. Così senza scampo arriva la morte, violenta e crudele: un team di veterinari indipendenti ha documentato che il 42% delle foche esaminate erano state scuoiate vive. Ma per il governo canadese questi animali vengono uccisi "in maniera umanamente accettabile".
Ogni anno giornalisti e associazioni animaliste documentano gli abusi che avvengono durante la caccia. Negli ultimi cinque anni l’IFAW ha filmato più di 660 violazioni della legge, documentando la pratica di scuoiare vive le foche, di trascinarle sul ghiaccio con uncini di acciao e lasciarle agonizzare diversi minuti prima di ucciderle.
Il governo canadese afferma che la foca non è una specie minacciata e che la quota annuale di caccia consente alle foche di rimanere una "risorsa sostenibile". Un rapporto pubblicato su "Marine Mammale Science" stima che in ognuno degli ultimi tre anni siano state uccise tra le 400.000 e il mezzo milione di foche. Ben oltre il numero consentito, perché molte foche colpite e ferite a morte riescono a scappare per morire tra i ghiacci, e quindi non vengono contate nelle statistiche. Gli scienziati affermano che mantenere questo livello di uccisioni, mette in pericolo il mantenimento della specie.
Una delle giustificazioni alla caccia alle foche è che fornirebbe una fonte di reddito e cibo necessari alla sopravvivenza delle popolazioni aborigene. In realtà il contributo economico dato da questa pratica alla regione è marginale. Considerando l’Isola di Terranova, dove si svolge il 93% della caccia, risulta che meno di un decimo delle esportazioni sia relativo ai prodotti di foca e che le persone impiegate siano appena 4.000 su mezzo milione. Un’alternativa per valorizzare il territorio in modo non solo più equo ma anche economicamente più redditizio, è quella di puntare sulle foche come risorsa per incentivare l’ecoturismo e il Seal Watch.
Vi invitiamo ad andare sul sito della LAV (www.infolav.org) e a firmare la petizione contro la caccia alle foche. Guardate il video (sito LAV, sezione "Caccia alle foche - fermiamo il massacro" in alto a destra) e capirete.