Scatole cinesi
Ricapitoliamo: Dellai, dopo la disastrosa esperienza con l’Api di Rutelli a livello nazionale e dopo l’esito altrettanto negativo del suo Upt alle recenti elezioni comunali in Trentino, cerca di ritornare affannosamente nel campo a lui più congeniale, quello delle sigle, dei nuovi soggetti politici, dei ritrovamenti che di solito si risolvono in un déjà-vu. Anche stavolta (vedi Sfogliando) il presidente si diletta in progetti territoriali, autonomisti, popolari, riformatori, cattolici, laici... insomma nel Partito del Trentino, questo il nome della nuova creatura; ci potranno stare tutti, perché esso rappresenterà il cuore centrista e autonomista del Trentino. All’inizio sembrava che questo partito non si discostasse praticamente in nulla dall’Upt, ma neanche dalla defunta Margherita: si trattava di una sigla alleata ma concorrente al Pd, vicina ma non identica al Patt.
E invece no, Dellai e l’assessore alla Sanità, nonché segretario del Patt, Rossi accelerano addirittura sulla fusione tra Upt e stelle alpine: qualcosa di veramente inedito, che significherebbe la capitolazione della cultura democristiana (perfettamente impersonata da Dellai) a quella autonomista-hoferiana del duo Rossi-Panizza. I vecchi DC gridano giustamente alla svendita della tradizione degasperiana che sovente si contrapponeva allo stile e alle idee di Pruner & C., poi ridotti alle pratiche da faccendiere di Franco Tretter e al non-governo di Carlo Andreotti.
Questo esito incredibile è dettato solamente dalle ambizioni dell’assessore alla Sanità, che vorrebbe puntare a sostituire Dellai, e dalla disperazione del Presidente della Provincia, che non sa più che pesci pigliare per restare a galla. Rossi presidente e Dellai a Roma eletto con i voti di questo nuovo partito autonomista. Come fu per Bezzi. Che tristezza.
Ma le basi dei due partiti non ci stanno. Dellai non ha problemi con i suoi: spalleggiato dagli assessori-marescialli e dal rinnovato duo Grisenti-Betta, ha convocato in data balneare, il 10 luglio, un congresso assemblea dell’Upt che con ogni probabilità ratificherà le sue decisioni. La base del Patt risponde invece picche, costringendo il suo segretario a un generico rinvio a settembre. Se questa nuova scatola nascerà, non avrà comunque come collante alcun progetto politico programmatico, ma soltanto un’alchimia di potere.
L’unica via d’uscita per Dellai a questo punto potrebbe essere tentare di spaccare il Pd sperando di appoggiarsi all’attivissimo Tonini e all’immobile Pacher: il Pd del Trentino potrebbe chiedere a Roma di non essere più federato ma confederato con il livello nazionale, per avere completamente le mani libere. Il segretario Nicoletti non ne vuole sapere, ma qualcun altro invece può pensarci seriamente. Fantapolitica? Probabilmente sì. Per ora accontentiamoci dei prestigiatori.