Un decalogo per i saldi
E inoltre: il calo dei consumi natalizi, il canone TV e il risparmio tradito.
Saldi chiari, amicizia lunga. In occasione dei saldi iniziati nei primi giorni di gennaio, l’Ufficio dell’ Unione Commercio e Turismo della Provincia di Trento ha chiesto a diverse associazioni dei consumatori di aderire all’iniziativa "Saldi chiari… Amicizia lunga". Tale iniziativa tende da un lato a rilanciare i consumi ( riguarda però solo il campo dell’abbigliamento e della calzatura ), dall’altro vuole rassicurare i consumatori con delle garanzie riguardanti la bontà dei capi in vendita durante il periodo dei saldi. L’iniziativa per il momento si presenta come una novità in campo nazionale, in quanto gli esercizi che aderiranno all’iniziativa esporranno un marchio con la scritta "Saldi chiari.. Amicizia lunga" con il logo di tutti coloro che hanno aderito all’iniziativa.
Come Codacons e Federconsumatori abbiamo pensato di aderire, sia perché ci è sembrato molto serio e fondato l’intento dei promotori, sia perché finalmente sembra ci sia l’intenzione di intervenire con ferree garanzie anche a favore dei cittadini, evitando che durante la stagione dei saldi vengano rifilate fregature ai consumatori.
Passiamo dunque ad illustrare il decalogo di "Saldi chiari… Amicizia lunga":
1. accettazione delle carte di credito durante tutto il periodo dei saldi;
2. garanzia dell’applicazione di tutti gli istituti normativi previsti dalla legislazione in materia di commercio. Nel caso di non corrispondenza della taglia, il cambio si effettuerà limitatamente ai capi disponibili oppure con l’erogazione di un buono utilizzabile entro i successivi 120 giorni;
3. possibilità di prova del capo limitatamente ai normali usi;
4. impegno della massima trasparenza nell’applicazione degli sconti (ovvero doppio prezzo: quello pieno e quello scontato );
5. uniformità dei prezzi nelle catene dei negozi;
6. espressa eventuale menzione che le spese di riparazione sono a carico dell’acquirente;
7. creazione di un comitato di conciliazione composto da 5 membri, dei quali 2 nominati dalle associazioni dei consumatori, 2 dalla associazione dei commercianti aderenti all’Unione e uno nominato dalla Camera di Commercio di Trento; quest’ultimo svolgerà le funzioni di presidente della commissione;
8. creazione di un numero telefonico dedicato all’iniziativa;
9. il non rispetto del presente decalogo comporta il ritiro immediato del materiale, l’interdizione dall’utilizzo del marchio e l’invio di una lettera di deplorazione;
10. l’esposizione o l’utilizzo del marchio "Saldi Chiari" o di qualsiasi altro materiale relativo all’operazione in oggetto comporta l’accettazione integrale delle norme comportamentali contenute nel presente decalogo.
Consumi natalizi. Quanto preventivato dall’Intesa dei consumatori si è puntualmente verificato: a Natale i consumi sono crollati. Le ottimistiche previsioni dei commercianti hanno dovuto infatti fare i conti con una realtà ben diversa. Gli italiani sono stati costretti a contrarre i consumi poiché il potere d’acquisto delle famiglie si è sensibilmente ridotto e le tredicesime sono state spese quasi unicamente per far fronte ai debiti assunti negli ultimi due anni.
Negli ultimi due anni il massacro degli arrotondamenti da euro e gli aumenti selvaggi dei prezzi e delle tariffe in tutti i settori hanno reso impotenti le famiglie, che, sotto le festività, hanno ridotto al minimo le spese.
Secondo stime realistiche la riduzione dei consumi per il Natale 2003 è arrivata al 25% nel settore dell’abbigliamento, al 20% in quello alimentare, addirittura sfiora il 30% per quanto riguarda bar e ristoranti. Si è avuta una riduzione degli addobbi natalizi per la casa fino al 20%; pochi sono risultati i regali acquistati, preferendo dirottare gli acquisti verso doni simbolici e di prezzo ridotto (mediamente tra i 10 e i 15 euro). Gli unici fortunati sono stati i bambini: per i giocattoli la riduzione è stata contenuta ad un 5%. Ha registrato invece un andamento positivo l’acquisto di libri, mentre sono crollati, rispetto gli scorsi anni, videocassette e cd musicali; al di sotto delle aspettative gli acquisti per videofonini UMTS.
Bisogna dire che impotenti di fronte all’escalation dei prezzi non sono stati solo i consumatori, ma anche la Guardia di Finanza, che ha alzato bandiera bianca. In un mese sono stati effettuati solo 9.000 controlli su altrettanti esercenti ed elevate solo 260 multe e non per gli aumenti selvaggi, ma unicamente per irregolarità nell’esposizione dei prezzi.
Si tratta dunque di uno scenario triste e preoccupante che inevitabilmenteorta il consumatore alla difesa fai-da-te. Con la conseguente riduzione degli acquisti, scioperi della spesa e iniziative come "Salviamo la tredicesima"; quest’ultima ha fatto registrare record di afflussi nelle 40 piazze dei Punti risparmio in tutta Italia, dove i prodotti erano venduti a prezzi di produzione.
Canone Rai. R. A. di Trento ci chiede quale iniziativa ha intenzione di adottare l’associazione dei consumatori in presenza di un nuovo aumento del canone Rai.
L’Intesa dei consumatori aveva diffidato già dall’inizio di dicembre il ministro Gasparri, affinché non aumentasse il canone Rai. A quell’epoca, infatti, era già trapelata la notizia dell’intenzione di aumentarlo, con l’obiettivo di finanziare, in tal modo, il digitale terrestre. Nel dubbio avevamo provveduto ad una diffida ai sensi della legge n. 281/98.
12 anni di aumento del Canone |
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Anno |
Importo Canone |
Aumento |
2004 |
99,60 euro |
2,57% |
2003 |
97,10 euro |
3,52% |
2002 |
181.622 lire |
1,46% |
2001 |
179.000 lire |
1,70% |
2000 |
176.000 lire |
2,56% |
1999 |
171.600 lire |
2,66% |
1998 |
167.150 lire |
3,53% (1,76%) |
1997 |
161.450 lire |
0% (1,76%) |
1996 |
161.450 lire |
2,18% |
1995 |
158.000 lire |
1,28% |
1994 |
156.000 lire |
3,27% |
1993 |
151.060 lire |
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Il sospetto si è tradotto in realtà: il canone aumenta di ben 2,50 euro, un rialzo del 2,57%. Si tratta di un fatto grave non solo perché lo scorso anno c’era già stato un aumento senza precedenti (+3,52%), ma anche perché molti programmi della rete di Stato risultano deludenti in termini qualitativi, mentre il presupposto del canone stesso è che la Rai svolga un servizio pubblico; inoltre l’aumento del canone sarebbe un ulteriore contributo del Governo ad innalzare l’inflazione. Secondo l’Intesa dei consumatori a finanziare il digitale terrestre devono essere la Rai e il Governo senza introdurre nuovi balzelli sulle spalle dei consumatori.
L’Intesa dei consumatori è quindi intenzionata ad impugnare davanti al Tar del Lazio l’aumento del canone Rai.
Per maggiore precisione e a carattere puramente informativo riportiamo in tabella l’importo del canone con l’aumento in % dal 1993 fino al 2004.
Risparmio tradito. Ci sentiamo in dovere di svolgere alcune valutazioni in ordine al risparmio tradito a scapito dei piccoli risparmiatori, i quali, occorre ancora una volta precisare, non sono degli speculatori, ma semplicemente degli ingenui risparmiatori che, avendo avuto fiducia nel sistema bancario, hanno investito i risparmi di una vita in operazioni dalle quali ora rischiano di perdere tutto ad opera di persone poco accorte.
I motivi alla base dei disastri finanziari, che stiamo sperimentando in questi ultimi mesi e che vedono coinvolti gli acquirenti di bond Argentini, Cirio, Parmalat, sono fondamentalmente: assenza di trasparenza, conflitto di interessi tra intermediari e agenzie di rating, assenza di tutela sostanziale, e non solo formale, dei risparmiatori, mancato potenziamento della vigilanza a fronte del forte spostamento del risparmio verso prodotti finanziari a rischio.
La mancanza di trasparenza consiste nel fatto che il piccolo risparmiatore, che crede di investire in obbligazioni a basso tasso di rischio, si ritrova in mano titoli spazzatura il cui controvalore viene inghiottito da paradisi fiscali esotici. Assistiamo sempre di più, come nel caso Cirio, alla traslazione del rischio di impresa e di credito dalle banche e dagli imprenditori ai risparmiatori. Per salvaguardare i quali, secondo noi, è necessario:
- rafforzare la vigilanza, potenziando la Consob, e aumentare il coordinamento tra Consob e Banca d’Italia; ciò va fatto ancor prima che si arrivi all’eventuale creazione di un’Authority unica sul risparmio (la situazione attuale dimostra che il sistema di controlli finora non ha funzionato);
- rafforzare le sanzioni contro gli illeciti che danneggiano i risparmiatori e distruggono il risparmio;
- prevedere una distinzione tra prodotti che possono essere venduti ai piccoli risparmiatori e prodotti ad alto rischio da destinare agli investitori istituzionali;
- rivedere le norme sul falso in bilancio che il Governo Berlusconi ha, di fatto, depenalizzato.
Infine, non si può più nascondere il fatto che nel nostro Paese la tutela dei risparmiatori rimane un fatto virtuale; è necessario che venga istituito un vero sistema di indennizzi per i piccoli risparmiatori che funzioni da deterrente contro le alchimie finanziarie architettate a spese dei cittadini.
Assai gravi sono apparse le affermazioni fatte dal Capo del Governo nella conferenza di fine anno quando, a proposito di risparmio tradito, ha ritenuto di esonerare le banche e la Consob da ogni responsabilità, parlando di "lezioni" per gli italiani, dimenticando che la stragrande maggioranza di risparmiatori è fatta di gente semplice, che voleva investire i propri risparmi, e che è stata abbindolata da soggetti senza scrupoli che hanno appioppato titoli nascondendo il livello di rischio dell’investimento.
Tornando all’istituenda Authority per il risparmio, secondo l’Intesa dei consumatori, essa dovrà essere istituita assieme ai rappresentanti dei risparmiatori. Infatti solo la presenza di soggetti super partes, come l’Intesa dei consumatori, che in questi anni, anche nella Provincia di Trento, ha assistito migliaia di cittadini traditi da banche e investitori finanziari, può garantire correttezza, obiettività, trasparenza e assenza di interessi e collusione con le banche.
Una Authority per il risparmio senza i rappresentanti dell’Intesa dei consumatori sarebbe come permettere che controllati e controllori siano la stessa persona, annullando così la finalità per la quale verrebbe cerato questo istituto. In tal modo, con l’entrata di nostri rappresentanti fino ai livelli di Presidenza, si eviterebbe anche la creazione della solita Autorità di facciata che tutto fa tranne che difendere gli interessi dei cittadini.