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L’onnipresente  van Staa

A Innsbruck è l’ex sindaco a decidere tutto.

Ma abbiamo ancora un Consiglio comunale? Sembra di sì, sebbene non si sappia bene a cosa serve, visto che la maggioranza popolare le cose importanti le discute (semmai) in giunta, o meglio, prima della seduta della giunta, in una riunione ristretta della maggioranza. E visto che ci sono i comunicati-stampa, a che serve il Consiglio se non per perdere tempo in discussioni inutili? E’ questo il nuovo decisionismo della sindaca Zach. Solo che le decisioni non le prende lei, ma il grande Capitano ed ex sindaco van Staa. Costi quel che costi: se poi la sindaca rischia di perdere la faccia, pazienza. A settembre si vota, ma per il Consiglio provinciale!

Il Capitano del Tirolo Herwig van Staa.

Di strani affari con grandi costruttori di alloggi popolari, e anche della Kunsthalle, ho già avuto modo di raccontare (Gli affari del signor Capitano). Ora, il terzo capitolo.

La società "Neue Heimat" (cooperativa per l’edilizia popolare, quella dell’affare delle Carmelitane) in marzo aveva chiesto alle commissione pianificazione territoriale del Consiglio un parere favorevole al progetto di demolire e ricostruire parte del quartiere "sudtirolese" (costruito in epoca nazista per insediarvi gli "optanti", cioè i sudtirolesi di lingua tedesca che avevano deciso di lasciare la patria italianizzata dai fascisti, per vivere nel Reich). Dal punto di vista urbanistico, si tratta di un quartiere-modello: condomini con cortili interni verdi che servono anche a rafforzare la coesione sociale degli inquilini.

Visto che questo quartiere, costruito negli ultimi anni della guerra, non era ormai restaurabile a costi sostenibili (almeno secondo quanto affermava la Neue Heimat), la commissione diede parere favorevole (all’unanimità) a nuove regole per l’edificabilità che prevedessero una maggiore densità abitativa, garantendo al contempo la preservazione del verde semi-pubblico. La demolizione, però, non era di competenza della commissione: la licenza, sia per demolire che per costruire, rientra nelle competenze dell’amministrazione comunale. E se il quartiere andava ricostruito in quanto non risanabile, allora costruire 300 alloggi popolari al posto dei 180 vecchi, sembrava una bella idea. La Neue Heimat aveva promesso anche un processo di partecipazione da parte dei cittadini (come avvenuto con altri grandi progetti di rinovamento urbano); insomma, tutto sembrava a posto. Solo che, qualche giorno dopo, la società comunicò agli inquilini (con una lettera lasciata davanti alle porte) che le case andavano demolite perché scadenti, e ricostruite, e siccome il Consiglio avrebbe dato il suo assenso, niente discussioni, e via con le ruspe.

Successe, ovviamente, il finimondo. Gli inquilini si organizzarono in comitato e ribatterono: case non risanabili un corno, questo quartiere, nel 1943, venne considerato un progetto di primaria importanza per il Reich, e vennero usati i materiali migliori sul mercato di allora. Gli alloggi, poi, eranto stati modernizzati dagli stessi inquilini fino a qualche mese prima della decisione di demolirli ed era stato dato il nulla osta a nuove ristrutturazioni , sempre a loro spese.

Così, i consiglieri, compreso il sottoscritto, si resero conto di aver sbagliato di grosso, ovvero di essere stati creduloni. 4 dei 9 consiglieri in commissione (un verde, un socialdemocratico, un Freiheitliche, e il rappresentante della DC, versione "vecchia") in maggio chiesero di riaprire il caso e rivedere la decisione di sviluppare un nuovo piano.

Niente da fare - risposero i 5 rappresentanti della lista civica-popolare della sindaca (cioè di van Staa). Se la Neue Heimat vuole costruire, costruisca e basta. Anche se a quel punto perfino i sassi avevano capito quali erano le motivazioni della Neue Heimat: il canone d’affitto, regolato dal vecchio codice e molto basso perché le ristrutturazioni erano state progettate e pagate dagli stessi inquilini, era ben poco conveniente per la societá, rispetto al canone da pagare dopo la ricostruzione.

La Neue Heimat, invece di proteggere gli inquilini (da brava cooperativa per l’edilizia popolare che doveva essere), si era comportata da affarista e speculatrice. Ma con la benedizione del grande Capitano, niente problema. Almeno per la maggioranza.

Se non che, nemmeno una settimana dopo la decisione della commissione consiliare di non rivedere la propria decisione, il Capitano van Staa, a sorpresa, partecipò a una riunione degli inquilini indetta dalla Neue Heimat per informare sul progetto; e in sostanza disse: "Questi mascalzoni capitalisti vogliono demolire le vostre case? Non abbiate paura, cari sudditi, sono qui io per proteggervi".

Applausi, felicitazioni, happy end. Come nelle favole.

E la sindaca e la sua maggioranza?

Si arrangino: qui comanda il Capitano, il quale ha fatto sapere che fino alle elezioni, nessuno e poi nessuno, in materia di populismo, potrà superarlo, nemmeno Joerg Haider.