La tecnologia negletta
Umberto Ducati, trentino, uno degli studenti più brillanti del Liceo Prati, è oggi ordinario di Chimica-Fisica Applicata al Politecnico di Milano, dove in particolare ha studiato il trattamento dei rifiuti solidi urbani.
"Il mio contributo è stato principalmente sul metodo della pirolisi, ma mi sono occupato anche degli altri metodi. E posso dire che l’incenerimento è una tecnologia vecchia. Da dieci anni parlo in provincia della pirolisi: tutti entusiasti, dai funzionari agli assessori, ma poi, giunti al dunque, non se ne è fatto niente."
La pirolisi consiste in un trattamento termico (in assenza di aria) dei rifiuti, che lascia un residuo carbonioso, analogo alla carbonella usata per i barbecue.
Può operare con a monte la raccolta differenziata, ma anche senza.
Senza differenziata, dopo la pirolisi si hanno i seguenti elementi:
- vetro, metalli, inerti, che si devono separare;
- la carbonella, utilizzabile per il teleriscaldamento o in fornaci tipo cementificio, se bruciata in stufe ha un potere inquinante inferiore a quello della legna;
- un gas, che si trascina tutte le sostanze inquinanti, e di cui è agevole la rimozione attraverso un lavaggio a secco; questo gas è combustibile, e una volta lavato, è ambientalmente identico al metano.
Con la differenziata, vetro, metalli e inerti sono separati prima della pirolisi, il potere calorico dei combustibili è maggiore, e si possono agevolmente utilizzare per generare energia elettrica.
"Rispetto all’inceneritore – sottolinea Ducati – abbiamo un’emissione di diossine e furani intrinsecamente nulla. Non ci sono i rischi inevitabilmente legati ai momenti di inefficienza degli impianti."
Ma non è una tecnologia troppo nuova? Ci sono altri impianti del genere?
"In Sardegna funziona senza problemi, un impianto di pirolisi, che tratta i rifiuti ospedalieri, che sono i più difficili. Altro impianto ha recentemente realizzato la Siemens in Cornovaglia, e funziona benissimo."
Si dice che l’impianto di Karlsruhe...
"Quello non è pirolisi, è gassificazione: un procedimento che prevede temperature di 2200 gradi, difficilissime da controllare. Con la pirolisi invece si lavora a 500 gradi."
Forse la Provincia temeva di fungere da cavia...
"Non sembrava. Nel bilancio provinciale del ’99 c’era uno stanziamento di 6 miliardi per un impianto sperimentale da localizzarsi a Capriana o Imer: non se ne è fatto niente. All’improvviso ho capito che l’ipotesi non interessava più, tutte le porte si chiudevano. Si era evidentemente fatta un’altra scelta."
Come sarebbe stato il sistema complessivo della raccolta rifiuti in Trentino?
"A monte la differenziata. Anche se non è da ritenersi in sé un valore, il valore c’è se viene abbinata al riciclo. Poi sei-sette piccoli impianti di pirolisi nei vari comprensori, che trattano il CDR a valle della differenziata."
Paragoni con l’inceneritore?
"Sui costi: 100 miliardi contro 250. Sulle emissioni: zero, contro emissioni certe, che in un grosso impianto, anche se basse in percentuale, sono alte in quantità, perché è tanto il materiale trattato; il fatto stesso che si preveda un camino di 100 metri, indica che ci sono cose da disperdere. Sui residui: con il mio schema vanno in discarica solo gli inerti; con l’inceneritore vanno 70.000 tonnellate annue, di cui una frazione sono ceneri tossiche."