L’inceneritore, il golpe, il boomerang
In Provincia il discorso rifiuti, e in particolare l’impianto di smaltimento, è competenza del Servizio Opere Igienico-Sanitarie. Con il crescere del problema, e l’evidente necessità di superare il sistema delle discariche, le varie strutture provinciali competenti negli ultimi anni si sono dotate di personale specializzato nel ramo.
Poi all’improvviso, due anni fa le stesse strutture provinciali vengono esautorate di questi loro compiti, e la progettazione, realizzazione e gestione dell’impianto di smaltimento affidata alla Sit. Un’operazione che crea forti malumori nelle strutture provinciale. Per due motivi: il primo è che l’operazione viene promossa da Paolo Duiella, all’epoca contemporaneamente Segretario Generale alla Presidenza (e tra gli intimi di Dellai) e presidente della Sit. Un conflitto di interessi lampante, previsto dalla normativa sulle incompatibilità. Come a Roma però il conflitto di interessi viene prima superato – nella forma - con una legge ad hoc; e poi nella sostanza bellamente calpestato, con Duiella che prende provvedimenti spudoratamente favorevoli alla sua società.
Il secondo motivo di malumore è il non senso dell’operazione: nel campo degli impianti di smaltimento la Sit non ha alcuna competenza, (al massimo è competente nella gestione delle discariche), al contrario del Servizio, come abbiamo visto. In realtà – anche se non sta scritto da nessuna parte – si delegava alla ASM di Brescia, la potente partecipata di Trentino Servizi (la società in cui è confluita la Sit) a progettare l’impianto, indire la gara d’appalto, per poi vincerla, costruire e gestire.
La cosa – ovviamente – ha avuto pesanti implicazioni.
ASM infatti, in Italia è la capofila di un particolare approccio alla soluzione rifiuti. Quello all’insegna del "bruciamo tutto" perché bruciare è business (a pagare è Pantalone, in soldi e salute). Questa filosofia è così arrivata anche a Trento: nell’impostazione del Piano rifiuti, con l’incredibile dimensionamento di un inceneritore da 330.000 tonnellate, il più grande in Italia; ma anche nel tipo di inceneritore, fotocopia di quello bresciano.
Ora, l’impianto bresciano è concepito all’insegna della massimizzazione del business. Vale a dire, sistemato l’aspetto ambientale con il rispetto delle norme, l’ASM non si preoccupa di migliorare il più possibile l’aspetto relativo alle emissioni, bensì di incrementare il recupero energetico e di ridurre i costi di gestione.
Gli impianti di incenerimento invece in questi anni hanno fatto ulteriori passi avanti. E il Servizio Igienico Sanitario della Pat, per conto suo sviluppa un progetto di inceneritore, che invece, prevedendo l’impiego di nuove tecnologie, tende a ridurre al massimo l’impatto sull’ambiente.
Ed ecco quindi che si ha una situazione curiosa ed emblematica: da una parte il progetto del Servizio, viene pubblicamente lodato da alcuni dei massimi esperti italiani; dall’altro incontra l’ostracismo di Trentino Servizi – cioè ASM – che proprio non vuole sentirne parlare.
Questo fino a un paio di mesi fa. Di fronte al montare delle contestazioni esterne, Dellai pensa bene che non sia il caso di averne anche all’interno della Provincia, né che si sappiano i criteri con cui viene condotta l’operazione. E rilascia un’intervista in cui afferma che "il nostro sarà l’inceneritore più rispettoso dell’ambiente che si possa costruire".
Subito Trentino Servizi si allinea, e trova il progetto presentato dalle strutture provinciali interessante. E a ruota anche ASM si ammorbidisce.
Ma è così che si governa il Trentino?