“Lo fàmo strano?”
Campagne promozionali: l’orrore per la banalità e i suoi cattivi consigli.
Da qualche tempo è in corso una campagna di promozione turistica della regione Marche che, sotto lo slogan "Le Marche come l’Italia", mira a trasmettere - credo - il concetto che quella regione riassume in sé la grande varietà di paesaggi e atmosfere che caratterizzano il nostro Paese. Nulla di particolarmente originale: molte regioni italiane potrebbero dire lo stesso. Ma allo slogan si accompagnano bellissime immagini di luoghi inediti, apparentemente non ancora sfruttati dal consumismo turistico. Risultato: non essendo un pubblicitario, non so dire quanta professionalità ci sia dietro quella campagna pubblicitaria, ma so, da aspirante turista, che quei manifesti mi invogliano a un viaggio.
Il Trentino, notoriamente, è molto più avanti nella comunicazione: da tempo ha abbandonato questo modo di propagandarsi rozzo, scontato, provinciale. La modernità deve stupire, essere insolita, possibilmente trasgressiva. E così, dopo i nudi di una precedente campagna pubblicitaria, ecco l’intrigante messaggio di quest’anno a suggerirci che "in Trentino non si va in bianco", slogan che qualche passatista ha considerato volgarotto e banale, ma che in realtà sta purtroppo dimostrandosi profetico, vista la penuria di neve.
Sul Trentino del 20 dicembre, il fotografo Oliviero Toscani, che pure di pubblicità provocatoria se ne intende, è però di diverso avviso e boccia severamente gli sforzi dell’APT: "Voi siete dei pazzi…. Siete dei dilettanti… Piantatela con questi slogan di bassa lega. Non convincono nessuno, non hanno potere mediatico e vi si ritorcono contro… Pensavate di fare scalpore? Vi siete messi in ridicolo. La gente non è mica scema!"
In effetti il sospetto è che certi pubblicitari non abbiano ben chiara la differenza fra il vendere un profilattico e una settimana di ferie. Voglio dire: nel primo caso uno può anche farsi convincere da uno spot semplicemente spiritoso e ben trovato che fissi la sua attenzione su quel certo prodotto, mentre nel secondo caso, vista oltre tutto l’entità della spesa, entrano necessariamente in gioco motivazioni più corpose e razionali.
A invocare un mutamento di rotta interviene anche Natale Rigotti, presidente dell’Associazione Albergatori del Trentino, che nota come l’ultima campagna pubblicitaria "può andare bene per raggiungere i giovani dai 18 ai 25 anni. Ma non è questa la clientela che dobbiamo cercare. Si deve puntare a fasce di età superiore, con messaggi più adatti a ciò che questi consumatori cercano nelle loro vacanze. Che non è certo la garanzia di non andare in bianco. E’ un messaggio volgare che banalizza e svilisce quello che il Trentino può offrire. Il Trentino è soprattutto cultura, tradizione, montagna, buon vino e una cucina ricca. E’ storia".
Finalmente, vorremmo dire. Ma poi Rigotti lancia una proposta stupefacente, quella di scegliere Annibale (l’antico generale cartaginese) come testimonial del Trentino. "Io ho fatto alcune ricerche ed ho scoperto dei documenti interessanti - spiega Rigotti - Dai documenti storici si può dedurre che (Annibale) sia passato dalle nostre parti… Riuscì a valicare le Alpi anche con gli elefanti, che invece sui Pirenei si erano bloccati. A testimonianza che per andare sulle nostre montagne non occorre essere scalatori. Sono montagne accessibili alle famiglie e appetibili anche ai non alpinisti".
Non essendo in grado, come il presidente degli albergatori, di effettuare delle "ricerche" in merito, mi sono limitato a verificare i miei ricordi liceali ed ho constatato come sia Tito Livio che Polibio raccontano che Annibale, attraversati i Pirenei, giunse fino in Provenza e da lì scese in Italia, lasciandosi dunque il Trentino ad est di qualche centinaio di chilometri. Storici più recenti, da Mommsen a Mario Attilio Levi, arrivano a individuare nel Piccolo S. Bernardo il valico attraversato da Annibale. Uniche alternative eventualmente possibili: il Monginevro e il Moncenisio.
Il giornalista che riporta le dichiarazioni di Rigotti non trova da obiettare a chi gli racconta di un esercito che, provenendo dalla Spagna, passa attraverso il Trentino per scendere in val Padana, e si limita a domandare: "Chissà che effetto farebbe vedere Annibale ed i suoi elefanti campeggiare sui poster promozionali delle vacanze in Trentino?"
"Sicuramente darebbe un messaggio migliore di quello che viene offerto oggi" – replica Rigotti. E qui gli diamo ragione: trasgressione più, trasgressione meno, quella di Annibale, almeno, è demenzialmente divertente.