Robe da Lega
Le ultime imprese di Bertolini, Divina & Boso: su crocifissi e presepi obbligatori, e insulti agli stranieri facoltativi.
La sgradevole notizia l’abbiamo letta sui giornali del 10 ottobre: tre ragazze fra i 15 e i 17 anni, due sorelle marocchine e un’amica tunisina, mentre passeggiavano per il centro di Trento con il velo sul capo, sono state apostrofate da una signora in questi termini: "Guarda queste arabe come si vestono!… Siete tutte figlie del diavolo, tornatevene da dove siete venute… Io vi mando al vostro paese a calci in culo!" Le tre protestano e interviene la polizia, ma la signora è sicura del fatto suo: "Siamo in Italia e qui sono libera di dire quello che voglio!"
Conclusione: una denuncia per ingiuria.
E qui, implacabile, interviene la Lega, nella persona del suo segretario Denis Bertolini, che comincia accusando i giornali di aver dato troppo spazio all’episodio, mentre invece "i frequenti insulti di stranieri nei confronti dei trentini non trovano mai spazio nei media".
"Cosa ha detto la signora di grave? - si chiede poi il segretario leghista - Che dovevano tornarsene a casa… C’è tanta gente che pensa queste cose ma per motivi di opportunità non le dice. Probabilmente questa signora ha vissuto delle esperienze negative".
"Ma non crede - gli domanda il cronista del Trentino - che simili affermazioni avvelenino il tessuto sociale?"
La risposta di Bertolini è tanto sfuggente quanto sconclusionata: "Credo che le azioni della popolazione islamica a livello internazionale con gli atti di terrorismo e la contrarietà alla religione cristiana siano la causa di certe situazioni".
Dalla sensibilità sociale alla politica in senso stretto. Da quando, quasi un anno fa, Bertolini vinse il congresso del suo partito estromettendo dalla stanza dei bottoni i vari Fontan, Divina e Boso (senza che peraltro si capisse cosa diavolo li divideva), non c’è più stata pace in casa leghista. Proprio in questa rubrica, tempo fa - vedi Un dibattito a colpi di mazza - citammo la definizione di "serpente a sonagli" affibbiata da Boso al neo segretario. L’ulteriore bega nasce ora dal fatto che Bertolini ha destituito un segretario circoscrizionale della val di Non, accusato di lavorare poco per il partito (ma i maligni sussurrano che il vero motivo è che il rimosso, a suo tempo, si sarebbe opposto alla sospensione di Boso dalla Lega, sollecitata dal segretario).
Contraria alla defenestrazione, la maggioranza del Consiglio nazionale del partito ha però "intimato un altolà" a Bertolini, che invece ha tirato diritto nominando immediatamente un nuovo coordinatore.
Questa storia di trasparenza e fair play verrà definita, a fine mese, in una riunione del Consiglio Nazionale. Intanto, "il partito resta spaccato e la carica di Bertolini vacilla".
E dalla politica passiamo ora al senso religioso, e precisamente al disegno di legge n.198 presentato il 20 settembre da Sergio Divina ed Enzo Boso, intitolato "Il crocifisso simbolo della nostra civiltà e della cultura cristiana".
Un parere del Consiglio di Stato del 1988 - ricordano i due firmatari - sentenzia che "la Costituzione repubblicana… non prescrive alcun divieto all’esposizione nei pubblici uffici di un simbolo che, come il Crocifisso, per i principi che evoca, fa parte del patrimonio storico". Insomma, commentano i due leghisti, "risulterebbe inaccettabile se la decantata laicità della Costituzione fosse malamente interpretata nel senso d’introdurre un obbligo giacobino di rimozione del Crocifisso".
Poi, però, con uno stupefacente salto logico, equiparano la non proibizione all’obbligatorietà: l’articolo 3 del disegno di legge prescrive infatti che "in tutte le aule delle scuole di ogni ordine e grado e in tutti gli istituti del sistema pubblico integrato di istruzione, negli uffici della Provincia e dei suoi enti funzionali e strumentali, in tutte le aule nelle quali sono convocati il Consiglio provinciale, i consigli comunali, circoscrizionali e comprensoriali, in tutti i seggi elettorali, nelle strutture dell’azienda provinciale per i servizi sanitari e in tutti gli uffici provinciali siti fuori dal territorio provinciale, i relativi responsabili espongano in posizione elevata e ben visibile l’immagine del Crocifisso".
Ma Bertolini non vuole restare indietro rispetto ai suoi avversari interni, e così ora rilancia, con una mozione in Consiglio provinciale (ne parla il Trentino del 19 ottobre) in cui "chiede di dare disposizioni a tutte le scuole dell’obbligo trentine perché allestiscano, nel periodo natalizio, il presepe".
Dopo crocifisso e presepe obbligatori, a quando il divieto della carne, di venerdì, nelle mense scolastiche?