L’effetto Stock 84 ed altre curiose fenomenologie
Musica e pubblicità: interazioni, sinergie, stravolgimenti.
La pubblicità in tv si avvale della musica per vestire i suoi messaggi. Spesso accade che il team creativo attinga al repertorio classico o a successi contemporanei per dare pregnanza allo spot. Il risultato non è in sé sgradevole, anzi. Però la pubblicità segue una sua logica commerciale che non sempre collima con la visione estetica più raffinata. In questo caso si possono verificare alcuni curiosi effetti che sinteticamente propongo al lettore:
1. L’effetto Stock 84. Rimembranze dal Carosello metà anni 60: il barista si compiace con l’avventore (Vianello) che tra i brandy disponibili ha scelto proprio lo Stock: "Il signore sì che se ne intende!" Ovazione sulle note del concerto per violino di Tchaikoski, brano eletto per conferire il giusto tono di classe alla chiosa. Fin qui niente di male. Ma la cosa incredibile è che quei pochi secondi di musica non erano stati clonati da qualche disco, ma suonati per l’occasione. Infatti le ultime battute che simulavano un’apoteosi finale con timpani e tromboni nell’originale di Tchaikoski non esistono. Pensate un po’: il signor Stock aveva assoldato un arrangiatore per modificare la partitura originale e noleggiato un auditorium (allora non c’erano i computer) con un violinista, un direttore e una grande orchestra… Insomma 100 persone e qualche centinaio di metri quadri cablati e insonorizzati per registrare sì e no 10 secondi di falso Tchaikoski e conferire così un degno finale allo spot del suo ammazzacaffè! Si faceva strada la mentalità del riciclare la musica, manipolandone il contesto timbrico o ritmico, per renderla attuale, opportuna, consona all’ambiente.
Da allora gli esempi non si contano: dal brandy che crea un’atmosfera alle cucine Zoppas molti prodotti si sono avvalsi di pezzi classici, celebri o divenuti tali grazie ai passaggi tv, addomesticati dagli interventi migliorativi. Pensate se questo procedimento venisse applicato alla pittura del passato, rivisitata con la computer grafica: perché non dare una ravviatina alla chioma ribelle della Primavera di Botticelli, o far perdere qualche chilo alla Desnuda di Goya, giusto per donarle un po’ di sensualità body-gym? Secondo me tra poco lo faranno sul serio e alla fine noi non ci capiremo più un bel niente e magari stenteremo a trovare un motivo per non preferire le versioni con upgrade ai modelli antiquati.
2. L’effetto Dracula. Una volta che un prodotto ha azzeccato il suo brano musicale gli resta azzannato come un vampiro. Così un pezzo carino, portato al successo da una cantante, Shakira, che già da qualche anno si è fatta notare per le sue peculiari doti vocali, è diventato insopportabile da quando la Omnitel ne ha sfruttato il ritornello... Ma ci si è messa di mezzo pure l’Europa. Si è presa l’esclusiva sull’Inno alla gioia, così in ogni euro-circostanza (che sia avvenimento politico, sportivo, riunione scientifica o gastronomica) la sigla non cambia: sempre quelle 8 battute del tema, sempre impietosamente le stesse (mai un guizzo di ardimento che spinga ad esplorare le 8 successive), sempre rigorosamente nobilitate dalla ritmica dance e da suoni campionati.
3. L’effetto Vaffa’n... Questo fenomeno deve il suo nome bizzarro all’inevitabile esclamazione conseguente al suo manifestarsi. Il presente enunciato è facilmente spiegabile con un esempio: siete alla fine della visione in tv del film "Mission" con Robert De Niro. Avete appena partecipato al dramma degli indigeni precolombiani contro i Conquistadores, state ancora pensando con intensità ai sentimenti di fede dei missionari e ai massacri di donne e bambini, alle mene di potere tra portoghesi, spagnoli e Chiesa e alle loro intese per schiacciare nel sangue ogni possibile barlume di emancipazione della popolazione... In breve, state ancora dentro al film. Questa immedesimazione vi è stata indotta anche dalla stupenda colonna sonora che ora si stempera nei primi titoli di coda. Comincia la fase della catarsi: le note di Ennio Morricone vi stanno aiutando ad uscire piano piano dal film come un sub quando entra in decompressione. Vi lasciate andare sulla melodia dell’oboe e vi beate del contrappunto ritmico e vigoroso dei cori... Questo vostro processo di purificazione dura sì e no 6 secondi: stacco di batteria, strappata delle trombe e sullo schermo, al posto dei titoli di coda, una bella lattina di Sprite: "Questo splendido film vi è stato offerto da..."