Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 15, 14 settembre 2002 Servizi

L’estate dei cacciatori

Hanno sofferto per tutto l’estate, i cacciatori trentini. Sono stati messi al palo per un mese dai ricorsi sulla durata del calendario venatorio dell’associazione Pan Eppaa, ed hanno corso il rischio di non poter cacciare, perdendo comunque il mese di agosto che avrebbe dovuto essere dedicato ad una presunta selezione venatoria.

Poi tutto è rientrato, ma non hanno avuto il coraggio di sostenere un dibattito televisivo organizzato da TCA sull’argomento. Per presentarsi alla trasmissione Sandro Flaim, presidente dei cacciatori e l’assessore Pallaoro, hanno posto il veto alla presenza di una persona, il presidente del Pan Eppaa Adriano Pellegrini. Non si capisce chi meglio del presidente dell’associazione che aveva fatto i ricorsi potesse chiarire i termini giuridici della questione. Ma ancora una volta i cacciatori escono vincenti: TCA obbedisce ai politici e all’arroganza dei cacciatori e cancella la trasmissione impedendo ai cittadini del Trentino di comprendere i termini del confronto in dettaglio.

Che la giunta provinciale avesse ormai da tempo sposato il partito dei cacciatori lo si era capito dai comportamenti di Dellai e di Pallaoro in Comitato Faunistico: hanno sempre appoggiato le richieste dei cacciatori, anche le più insulse. Non hanno mai assunto il loro ruolo istituzionale, quello di arbitri del contendere, non hanno mai offerto soddisfazione alla maggioranza dei trentini, i quali - lo ricordiamo - al referendum nazionale contro la caccia in maggioranza avevano detto un chiaro no, unica provincia italiana.

Dellai, come ormai suo costume, ha attaccato la magistratura parlando di lesa autonomia. Ha offeso gran parte dei trentini affermando come la caccia sia parte dominante del loro DNA e si è presentato alla sceneggiata dell’inaugurazione del monumento al cacciatore in Val d’Ambiez, nel cuore del parco naturale. Più che un monumento al cacciatore o alla natura, ci è sembrato un monumento all’ipocrisia.