Le polemiche di quest’anno
Come ogni anno, l'apertura della stagione venatoria vede il confronto tra cacciatori e ambientalisti.
Malgrado il carniere sia quest’anno ricchissimo, il più ricco da quando esiste la legge provinciale sulla caccia (13.000 gli ungulati, ossia animali di grande taglia, assegnati dal Comitato Faunistico ad uso e consumo dei cacciatori, decine di migliaia gli animali di piccola taglia e gli uccelli), le proteste nei giorni precedenti l’avvio della stagione venatoria sono partite proprio dall’ambiente dei cacciatori. Stando alle dichiarazioni del Presidente della Federcaccia, Claudio Betta, parecchie cose non vanno bene: la legge attuale va cambiata e su questo punto la giunta sarebbe latitante; all’interno del Comitato Faunistico i cacciatori sono in minoranza; l’esclusione dalla liste delle specie cacciabili delle allodole è ritenuto un fatto così grave da indurre alcuni cacciatori a rinunciare alla licenza.
Secondo il rappresentante della sezione trentina della LIPU, Merz, accogliere le richieste di modifica alla legge provinciale proposte da Federcaccia, significherebbe fare un passo indietro di vent’anni : con la vigilanza assegnata esclusivamente ai cacciatori, essi tornerebbero interamente padroni della fauna. Uno dei pregi dell’attuale legge è infatti proprio quello di assegnare all’ente pubblico il compito della vigilanza (almeno sulla carta) e di stabilire che la fauna è un bene dell’intera comunità e come tale va protetto. Evidentemente questo è un concetto difficile da accettare all’interno del mondo venatorio e la tendenza sembra essere quella di voler considerare il “Servizio Fauna” della P.A.T. come “Servizio Caccia e Pesca” (non è un caso che questa fosse la sua precedente denominazione) e di conseguenza al servizio appunto di chi caccia e pesca.
Sul tema della composizione del Comitato Faunistico è intervenuto il Presidente del PAN-EPPAA Adriano Pellegrini, che non si limita a contestare l’affermazione di Betta, ma addirittura la ribalta. Egli infatti evidenzia come non solo i cacciatori siano comunque in maggioranza rispetto agli ambientalisti (5 i posti a loro assegnati, contro i 4 riservati a questi ultimi), ma la situazione diventi inaccettabile considerando che la stragrande maggioranza degli altri componenti del comitato, in rappresentanza delle più varie categorie, risulta iscritta alle associazioni venatorie.
Per verificare la validità di quest’affermazione basta guardare i risultati delle votazioni sui temi scottanti all’interno del Comitato stesso: i voti contrari alle proposte dei cacciatori non sono mai più di quattro/cinque su un totale di oltre venti membri.
Nel campo delle opposizioni che sempre precedono l’apertura della stagione della caccia, un’iniziativa che non potrà passare inosservata è quella intrapresa ancora una volta dal PAN-EPPAA. Con un esposto alla Procura della Repubblica, i rappresentanti dell’associazione protezionista hanno chiesto il sequestro preventivo dei caprioli esistenti sul territorio provinciale in quanto prova di reato. Gli estensori dell’esposto hanno evidenziato che esiste un precedente in tal senso (Provvedimento del G.I.P. presso il Tribunale di Saluzzo in data 29-9-1997). Alla base della richiesta la decisione dell’anno scorso del Comitato Faunistico di affidare il censimento dei caprioli direttamente ai cacciatori, decisione ritenuta illegittima dall’associazione in questione, ed il conseguente dubbio che i risultati del censimento stesso non siano corretti. Va ricordato che le decisioni del Comitato Faunistico, relativamente al numero dei capi da abbattere, sono prese proprio in base ai risultati dei censimenti.
Infine una nuova polemica, ma questa volta, come detto in apertura, non a causa dei settori contrari alla caccia. Proprio nella domenica che ha segnato l’inizio della nuova stagione, molti guardacaccia hanno partecipato ad un’assemblea sindacale indetta a seguito della rottura delle trattative tra Sindacato e Federcaccia. Secondo il Presidente dei cacciatori l’assenza dei guardiacaccia non avrà conseguenza alcuna: gli animali “a rischio doppietta “ probabilmente non sono d’accordo, ma quelli non contano, non votano e comunque si possono considerare già morti.