Il sindaco Albertini, alla ricerca di un altro Cermis?
La tragedia del Cermis non ha insegnato nulla ai militari italiani e statunitensi. Prima un elicottero di paracadutisti NATO ha sorvolato una spiaggia di Barletta talmente a bassa quota da abbattere ombrelloni e seminare panico fra i turisti, provocando dei feriti.
Ma nelle Dolomiti avviene di peggio: gli aerei militari italiani continuano a sfiorare passi alpini ed impianti di risalita, e durante l’estate si sono avute denunce in Friuli e da noi, a Mori, con gli aerei che fanno slalom fra i parapendii; ma ha fatto scalpore, purtroppo solo sulla stampa locale, quanto avvenuto a Cortina.
Il 3 agosto due caccia militari italiani sono passati a quota 2230 sul passo Valparola, nel gruppo del Sottsas, a meno di 50 metri dal suolo. Decine di persone spaventate e scandalizzate hanno telefonato al soccorso alpino e nelle caserme dei carabinieri per protestare e scritto ai giornali locali. Si è poi saputo che uno dei caccia era guidato da un generale dell’aviazione italiana che stava portando a spasso il sindaco di Milano Albertini.
Risposta? Prima piovono imbarazzate smentite dell’aeronautica, ma visto il volume delle denunce si ammette il volo e viene aperta una inchiesta. Nessuna riflessione o dichiarazione o smentita è invece giunta dal municipio di Milano.
In tutti questi avvenimenti vi è una costante: quando ci sono di mezzo i militari e lo sfoggio del loro potere, il cittadino non riesce mai ad ottenere chiarezza, immaginiamoci giustizia.