L’inceneritore di Brescia: un modello in negativo
La Trentino Servizi ha scelto un anno e mezzo fa l’ASM di Brescia quale proprio partner industriale di minoranza ed ha venduto ad esso il 20% del proprio capitale.
Come opera l’Azienda Servizi Municipalizzati bresciana nel settore dei rifiuti urbani? Quali misure sta prendendo nel campo della riduzione della produzione dei rifiuti?
La risposta è purtroppo molto negativa. La città di Brescia col suo mega inceneritore dichiarato sovradimensionato da tutti gli esperti del settore, è agli ultimi posti in Italia nella raccolta differenziata. La scelta del Comune di Brescia è chiara e netta e unicamente economico-industriale: si brucia tutto, e più c’è da bruciare più il rendimento economico dell’impianto è elevato.
In più, e questo è un aspetto ancor più grave, l’inceneritore di Brescia non impiega il calore prodotto dalla combustione dei rifiuti a favore di industrie in loco o per il teleriscaldamento, lo lascia semplicemente uscire libero nell’atmosfera sprecando così una risorsa importante come il vapore e causando nell’ambiente un surriscaldamento i cui danni sono noti. Credo si possa dire senza offendere nessuno, che l’inceneritore di Brescia deve servire ai politici e tecnici trentini quale antimodello, quale realtà antiambientalista che bisogna evitare nel modo più fermo. I tecnici dell’Azienda bresciana sono senz’altro degli ottimi consiglieri per ciò che concerne la strategia industriale di Trentino Servizi, non hanno però nulla da insegnare in materia di tutela e salvaguardia dell’ambiente.
Due sono le caratteristiche che mi pare dovrà avere l’inceneritore trentino oltre ad un sistema di filtraggio e cattura delle emissioni pericolose tecnologicamente all’avanguardia e continuamente aggiornato così da essere il più sicuro possibile sotto il profilo ecologico e sanitario. La prima è il dimensionamento, che dovrà essere tale da non entrare in concorrenza con la raccolta differenziata e la auspicabile progressiva riduzione della produzione dei rifiuti. Se costruiamo un inceneritore per 330.000 tonnellate annue, ogni sforzo di riduzione a monte dei rifiuti e di differenziazione risulterà vano.
La seconda caratteristica è il posto dove sarà collocato, che dovrà essere congeniale sia al riuso energetico sia all’impiego industriale o civile del vapore. Ischia Podetti ha queste due caratteristiche?
Infine c’è il problema delle scorie. Anche qui non va fatta demagogia: ci vuole una discarica ad hoc in un luogo unico e ultra-protetto. Luogo che non dovrà essere necessariamente il Comune di Trento beninteso, ma dobbiamo anche porci il problema che più le scorie sono vicine all’inceneritore e meno dovremo farle viaggiare sui camion in giro per il Trentino. Di traffico in Trentino ce n’è fin troppo ed è questa un’altra grande emergenza che la politica è chiamata a risolvere nei prossimi anni.