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“La bilancia e il labirinto”

La bilancia e il labirinto. Istruttorie e processi esemplari. A cura di Giorgio Tosi. Il Poligrafo, Padova, pag. 203, C 15,50.

Il processo, intendo quello che si svolge davanti ai tribunali, è sempre un dramma. Lo è per l’imputato e per la parte offesa, ed anche, sebbene in misura minore, per i testimoni. Questi soggetti infatti lo vivono con sofferenza e quando si chiude ne provano sempre un sollievo, quale che ne sia l’esito. Ma è un dramma anche in senso strutturale, perché riproduce lo schema tipico della rappresentazione teatrale. Vi è il palcoscenico, l’aula giudiziaria, dentro la quale si muovono secondo preordinate scansioni e parlano i vari personaggi , e vi si sviluppa sempre una "storia". Vi si rievocano fatti realmente accaduti, più o meno dolorosi, e talvolta anche comici, e la loro ricostruzione è a sua volta una vicenda drammatica, poiché non è una finzione, ma è essa stessa intensamente vera.

Il processo poi è anche quasi sempre, uno più uno meno, "storia" nel significato alto della parola, perché nelle aule giudiziarie sono messi a fuoco, come in una vetrina illuminata, i frammenti significativi e tipici dell’epoca attraversata da una società nella sua evoluzione.

In una comunità contadina e povera i delitti più frequenti sono duelli rusticani, furterelli e piccole truffe. Quando si afferma un’economia industriale e si diffonde il benessere, entrano nelle aule dei tribunali i picchetti dei sindacalisti e i blocchi stradali, o le infrazioni edilizie tipiche dell’impetuoso sviluppo urbano. Nei periodi di forti tensioni politiche i ruoli dei processi elencano accuse di stragi o bande armate. Nell’opulenza di una società politicamente stagnante affiorano i reati dei colletti bianchi, la corruzione, il falso in bilancio, talvolta la bancarotta. Insomma, si potrebbe scrivere la storia complessa di una società nella sua evoluzione attraverso la cronaca giudiziaria, che appunto ne offre uno spaccato realistico e penetrante.

E’ ciò che ha fatto Giorgio Tosi, il brillante collaboratore di questo periodico, che puntualmente su ogni numero ci intrattiene con i suoi lucidi interventi su "Il diritto e il suo rovescio". Egli ha scritto e curato una raccolta di saggi e cronache di processi celebrati innanzi il Tribunale di Padova e le Corti di Assisi di Padova e Venezia in un arco di tempo che va dal 1954 al 1992. Ognuno di tali processi, ai quali egli ha partecipato quasi sempre come avvocato, offrono una esplorazione minuziosa ed intima della comunità veneta, scorsa da tensioni ideali ed economiche, che, con andamento alterno, hanno caratterizzato il suo sviluppo.

Il processo per i "fatti di Pozzanovo", svoltosi innanzi il Tribunale di Padova nel dicembre 1954/gennaio 1955, documenta il clima torbido in cui, in quegli anni di guerra fredda, si svolgeva la lotta politica. La Chiesa cattolica veneta accusa l’organizzazione giovanile comunista di corrompere i giovani avviandoli a pratiche sessuali per formarli secondo un’etica materialistica. Sempre a Padova, nel 1957, inizia il processo per "l’oro di Dongo", contro un gruppo folto di uomini della Resistenza accusati di avere trafugato denaro e preziosi che Mussolini, nel suo tentativo di fuga, aveva portato con sé.

Nell’ottobre ’63 il procuratore della Repubblica di Padova dott. Maistri (un roveretano) arresta il geom. Lorenzo Rizzato accusato di furto perché aveva dato alla stampa una relazione tecnica che aveva previsto il rischio del crollo della diga del Vajont, che appunto era in effetti avvenuto con la strage di 2000 morti.

E poi ancora cause civili per cancellare antichi medioevali oneri (decime, livelli, quartese) che ancora in pieno ventesimo secolo erano sopravvissute nella campagna veneta. Le prime condanne degli obiettori di coscienza ed il proliferare delle indagini attorno alle manifestazioni degenerative del movimento studentesco che all’Università di Padova ebbero in Toni Negri il nefasto profeta. Sempre Padova fu poi il centro di una complessa investigazione sull’eversione di destra, strettamente collegata con i servizi segreti, passata alla storia come "La rosa dei Venti".

Questo ed altro troverete in un agile e scorrevole volumetto, scrupoloso nella ricostruzione dei fatti e ricchissimo di informazioni preziose. E soprattutto efficace nel comporre un quadro d’assieme di un processo storico scrutato attraverso una fedele amplificazione giudiziaria.

Avete forse qualche dubbio che i processi siano sintomi significativi di un momento storico? Ebbene considerate il processo che in questi giorni è in corso innanzi il Tribunale di Milano contro personaggi eccellenti. Dovrebbe farvi svanire ogni residuo dubbio.

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