Terrore a New York
Vorrei fare qualche considerazione sullo scellerato attacco terroristico subito l’11 settembre dagli Stati Uniti. Andrò per punti al fine di essere più chiaro e più breve.
1) Per quanto spettacolare e tragico, l’attacco ha lasciato intatta la potenza economica, militare e politica degli Stati Uniti. I kamikaze sconosciuti non hanno scalfito di un capello né l’esercito, né la flotta, né l’aviazione, né i depositi nucleari, né infine i silos missilistici e la loro enorme capacità distruttiva. Gli Stati Uniti erano e restano l’unica superpotenza mondiale. Da questo punto di vista nulla è cambiato, tutto resterà come prima. E’ curioso che nessun commentatore abbia messo a fuoco questa constatazione che dimostra l’inutilità, sul piano militare, dell’azione terroristica. Analoghe considerazioni valgono per la capacità produttiva dell’economia americana e sulla influenza politica degli USA. L’attacco terroristico è stato una bolla di sapone sanguinosa e terribile, che è scoppiata colpendo solo vittime civili e i simboli dell’America, ma non la sua potenza materiale.
2. L’immagine degli Stati Uniti è stata emotivamente colpita: si credevano invulnerabili e si sono invece scoperti inermi contro il terrorismo. Quando però in un breve volger di tempo l’America avrà individuato e colpito i responsabili, come ha detto Bush, la lacerazione prodotta nell’immaginario collettivo si rimarginerà rapidamente e gli Stati Uniti appariranno ancora più potenti agli occhi di tutti.
3. Gli Stati Uniti non possono lasciare invendicata l’orribile strage terroristica e lo sfregio arrecato all’immagine dell’America. C’è quindi da attendersi entro un tempo ragionevolmente breve un blitz militare contro i responsabili (Bin Laden?) e contro gli Stati "canaglia" che proteggono e finanziano il terrorismo, probabilmente l’Afganistan e l’Irak.
4) La lotta contro il terrorismo internazionale non assomiglierà, io credo, ad una guerra tradizionale, ma avrà tutt’altre caratteristiche. Avrà bisogno di molta "intelligence" (quella americana si è rivelata inefficiente) e assomiglierà ad una operazione di contrasto contro la grande criminalità. Avrà bisogno della cooperazione stretta degli Stati democratici.
5. Perché sono stati colpiti gli USA invece di un altro Paese?
Da una larga parte del terzo mondo e del quarto mondo, e da una minoranza occidentale, europea e anche americana, gli Stati Uniti sono considerati, a torto o a ragione, i principali responsabili di una politica estera espansionista, discriminatoria, neo coloniale, filo fascista (il Cile di Pinochet e la Grecia dei colonnelli), aggressiva (Irak e Yugoslavia), e che contribuisce a dividere il mondo sul piano economico in paesi ricchi e in paesi poveri. Per alcuni miliardi di uomini gli USA sono, a torto o a ragione, il nemico principale.
6. Qual è la causa essenziale del terrorismo? Il fanatismo, l’ignoranza, l’odio ma anche la disperazione. Sulla terra accanto a un miliardo di privilegiati c’è anche una maggioranza di disperati, che si possono calcolare in 2 o 3 miliardi, alcuni dei quali non hanno nulla da perdere. Per costoro, che li uccida la fame o un’autobomba è la stessa cosa. Anzi è preferibile la seconda soluzione perché si soffre meno a lungo e si ha la soddisfazione di vendicarsi o addirittura di compiere giustizia contro i presunti responsabili.
Questo è l’humus da cui nasce e si sviluppa il terrorismo, poi strumentalizzato da uomini senza scrupoli come Bin Laden o Saddam Hussein. E’ illusorio sperare di vincere il terrorismo solo con i mezzi militari, se contemporaneamente non si risolvono i problemi della fame e del sottosviluppo, e non si riconoscono concretamente i diritti elementari dei popoli oppressi.
7. Il terrorismo, grande o piccolo che sia, è da condannare senza riserve. Tralasciando ogni considerazione etica, pure importante, è pacifico che in democrazia la causa più nobile si trasforma nel suo contrario se accompagnata dalla violenza fisica, dalle armi, dal terrore. Democrazia e violenza sono incompatibili. Bisogna che la comunità democratica mondiale si convinca che è necessario schiacciare il serpente nella culla. Anche le più piccole manifestazioni di violenza e la loro esaltazione, l’apologia e l’incitamento a usare il terrore, non tollerano l’indulgenza: vanno stroncate sul nascere. Così come va stroncato il traffico di armi.
8. Quali possono essere le conseguenze dell’attacco terroristico sulla politica estera americana? La più grave e funesta sarebbe un nuovo isolazionismo, che eviti d’ora innanzi il coinvolgimento degli USA nei problemi mondiali e li metta al sicuro in un cerchio difensivo insuperabile. Bisogna invece che l’Europa acceleri la sua integrazione politica e induca gli Stati Uniti non solo a rafforzare gli organismi internazionali esistenti come l’ONU (che ha anche compiti di polizia internazionale), ma a rendere più credibile e più veloce la creazione di un governo mondiale che abbia almeno compiti di sicurezza. Se già oggi esistesse, il terrorismo non avrebbe più santuari, e l’opera di prevenzione e di repressione sarebbe molto più facile.