Gli studenti altoatesini si presentano
A Bressanone, convegno di studenti da tutta Italia sulla multiculturalità.
"Multiculturalità in Alto Adige - prospettiva per l’Europa": il titolo che abbiamo scelto per il nostro convegno traccia un percorso interculturale attraverso la storia della convivenza, la scuola e l’università in provincia di Bolzano. A partire dal novembre del 2000 abbiamo portato avanti con impegno e maturità una serie di proposte che speriamo possano migliorare questa realtà densa di risorse culturali, troppo spesso messe in disparte da chi non riesce a vedere questa grande ricchezza . Le proposte consistono nell’unione delle Consulte Studentesche della Provincia di Bolzano che noi tre (Simone Grömminger, Manuel Moling ed io) rappresentiamo, nella modifica dello Statuto provinciale delle Studentesse e degli Studenti e della Legge Provinciale n. 20 che discriminano gli studenti in Alto Adige a differenza delle corrispondenti leggi nazionali ed infine - forse questa è la proposta più importante - nell’inserimento della sperimentazione per una scuola bilingue, con possibilità di scegliere tra il modello di insegnamento monolingue e quello bilingue. Nel corso dei mesi abbiamo ottenuto il sostegno di tutti i presidenti delle Consulte d’Italia, dapprima alla Conferenza Nazionale di Fiuggi dal 25 al 27 novembre e poi a quella di Ostia dal 2 al 4 marzo.
Abbiamo ritenuto opportuno e interessante organizzare un convegno in Alto Adige su un tema, la multiculturalità appunto, che inevitabilmente, con l’avvento dell’Europa, investirà o investe di già tutti quanti, dal Brennero alla Sicilia. E i partecipanti che abbiamo avuto l’onore di ospitare a Bressanone dal 20 al 23 aprile erano proprio i rappresentanti degli studenti di tutta Italia. Una sessantina di ragazzi immersi in un triduo multiculturale allo scopo di conoscere l’Alto Adige ma anche - pur premettendo la scarsa conoscenza delle leggi locali - di esprimere giudizi, opinioni, impressioni e proposte riguardo alla situazione della nostra terra ridente ma combattuta.
Ilavori hanno avuto inizio sabato 21 aprile (il 20 abbiamo accolto i partecipanti) con una seduta plenaria durante la quale sono intervenuti il Prof. Giorgio Delle Donne, che ha tracciato un profilo storico dell’Alto Adige dall’annessione all’Italia ai giorni nostri, e l’Intendente ladino dott. Roland Verra, che ha parlato invece della peculiarità della lingua e della scuola in Alto Adige. Poi abbiamo proseguito i lavori costituendo sei gruppi: la storia della convivenza in Alto Adige, la scuola e l’università, le lingue, i libri di testo, gli organi collegiali e il funzionamento delle CPS (Consulte Provinciali Studentesche).
I ragazzi si sono mostrati sorprendentemente interessati alla questione altoatesina, qualcuno positivamente impressionato dalla coesistenza di tre gruppi linguistici, qualcun altro dispiaciuto per la poca importanza data all’identità nazionale. Quello che però esprime al meglio i pensieri di questi ragazzi sono sicuramente i cinque documenti frutto del lavoro dei gruppi che sono stati presentati al Sovrintendente prof. Bruna Rauzi e all’Intendente tedesco dott. Walter Stifter. I documenti presentano in sostanza l’apprezzamento per la presenza di tre identità culturali da rispettare e da mantenere, ma allo stesso tempo l’indignazione per un censimento etnico senza il quale si viene privati di diritti fondamentali quali l’elettorato passivo e per leggi come i quattro anni in attesa del voto per chi si trasferisce in Alto Adige.
La soluzione al problema della lingua tra i giovani ritenuta più ragionevole è di inserire il bilinguismo nelle scuole, perché viene ritenuto il miglior metodo per imparare meglio la lingua dell’altro gruppo linguistico e così anche per avvicinarsi all’altra cultura. La proposta che ha osato di più? Quella di istituire un’unica Intendenza per tutte e tre le scuole.
Riteniamo quest’esperienza importante sia per i partecipanti, che ci hanno poi confessato: "In altra maniera le verità sull’Alto Adige non le avremmo mai scoperte", sia per le nostre tre Consulte, che da tutto ciò non possono che trarre più forza, sia per chi ha seguito la vicenda.
Il messaggio che hanno lanciato questi ragazzi è di un’importanza storica grandissima e non è certo in codice.