25 aprile 2001
Anche quest’anno è tornato il "25 aprile", data incancellabile e simbolica della storia italiana, che segna la rinascita della Patria e della libertà dopo la disgregazione della struttura monarchico-fascista avvenuta l’8 settembre 1944. E’ un momento opportuno per riflettere sulla "memoria e attualità della Resistenza".
E’ stato più volte detto, e lo ha ripetuto recentemente anche il Presidente della Repubblica, che una nazione senza memoria rischia di perdere la sua identità. E’ necessario ricordare il passato per essere se stessi, per conoscere le radici della nostra democrazia, per amare la Patria così come è rinata dalle ceneri dell’8 settembre e si è consolidata nei sentimenti e nelle istituzioni con la Costituzione e i liberi ordinamenti repubblicani. Per capire anche che se la ‘pacificazione’ in Italia e in Europa è avvenuta con la fine della guerra e l’amnistia di Togliatti, nessuna ‘riconciliazione’ è invece possibile fra chi si è battuto per la libertà e chi era dalla parte della dittatura e dei campi di sterminio. Pietà e rispetto per i morti, ma inconciliabilità fra principi. Il tempo trascorso stempera le passioni, ma non può cancellare la linea che divise allora la causa giusta da quella ingiusta, e che ancora oggi divide (guai se così non fosse) la democrazia dalla violenza e dal razzismo in Italia e in Europa.
Purtroppo, nonostante la sconfitta militare di 55 anni fa, non tutti i germi della ‘peste nera’ sono stati estirpati. Forza Nuova, organizzazione neo-fascista, ha indetto una provocatoria manifestazione in piazza San Babila a Milano proprio il 25 aprile contro il "25 aprile". Qualche tempo fa a Riga, capitale della Lettonia, si è svolta una manifestazione a favore dei 50.000 volontari lettoni che nella seconda guerra mondiale combatterono nei ranghi delle SS, partecipando al massacro di 60.000 ebrei. Riportano i giornali che i manifestanti non erano solo ‘scalmanati’, ma anche persone normali, tra cui 4 deputati, e che alla messa solenne il vescovo di Riga ha avuto parole di elogio per i giovani che allora vestirono la divisa delle SS.
E’ preoccupante, non è vero? Così come preoccupanti sono le gesta dei naziskin in Germania, i cimiteri ebraici profanati, le moschee incendiate. Il 12 marzo a Monaco il più prestigioso ristorante della capitale bavarese ha rifiutato l’ingresso alla nipote di Rabin, il premier assassinato, e il gestore sig. Rudolf Fischer ha dichiarato: "Quella ragazza è ebrea, e io con quella gente non voglio avere nulla a che fare. Piuttosto preferisco ospitare nel mio locale i neo-nazisti, ma per gli ebrei la mia porta è chiusa". Preoccupante, non è vero?
In questi ultimi anni il veleno è dilagato anche in Inghilterra, nell’Austria di Haider e in Italia. E’ del 22 dicembre scorso la bomba al "Manifesto" di Roma ad opera di un militante di Terza Posizione, e risale a pochi giorni fa l’incontro a Trieste fra Roberto Fiore e Udo Voigt segretario nazionale della NPD. Ai primi di febbraio sono stati arrestati a Bolzano 13 cittadini italiani affiliati a "Sangue e Onore", e nell’occasione la Digos ha sequestrato armi, bandiere naziste, ritratti e manifesti inneggianti a Hitler. Altre bombe di incerta matrice sono scoppiate in questi giorni a Roma e a Milano.
Bastano questi esempi per dimostrare l’attualità della Resistenza e la necessità della sua memoria in Italia e in Europa.
Le manifestazioni del 25 aprile non mancheranno di sottolineare il pericolo di questi focolai e la necessità di una lotta non solo preventiva e repressiva, come la Costituzione impone, ma anche culturale perché chi confonde l’onore col sangue ha la ragione ottenebrata.
Il pericolo maggiore non viene comunque dal fascismo violento esibito con i vecchi simboli, ma dal fascismo mascherato che si insinua come un virus nella democrazia. Nella relazione preparatoria del congresso nazionale dell’ANPI (svoltosi quest’anno a Padova) l’on. Raimondo Ricci ha scritto: "Nella destra italiana esistono componenti decisamente reazionarie e potenzialmente eversive che, ove dovessero collocarsi nella direzione del paese, potrebbero proiettare effetti involutivi sulla nostra democrazia".
A quali forze politiche è diretto questo allarmante giudizio? E’ impensabile che "Forza Nuova" o "Sangue e Onore" abbiano la possibilità di collocarsi alla direzione del paese: è assai più facile che vi riescano Forza Italia, Alleanza Nazionale e la Lega. Secondo la mia personale interpretazione, queste sono le componenti reazionarie e potenzialmente eversive di cui parla il documento. Io non sono fra quelli che credono al lavaggio di Fiuggi che avrebbe purificato Alleanza Nazionale: la sua élite dirigente ha ancora radici fasciste, come risulta anche dalla recente dichiarazione di Fini a proposito della RAI: "Faremo piazza pulita!" Temo il razzismo arrogante della Lega, e non considero allegra la prospettiva di avere a Palazzo Chigi, come nuovo presidente del consiglio, l’on. Berlusconi, che non ha solo un’immensa fortuna e tre reti televisive in concessione (causa del conflitto di interesse), ma ha anche un pesante fardello giudiziario. Non posso dimenticare che la Corte d’Appello di Venezia nel 1990, pur applicandogli l’amnistia, lo ha ritenuto responsabile di aver giurato il falso come testimone. E’ inquietante l’ipotesi di avere uno spergiuro come primo ministro, che già minaccia di cambiare la prima parte della Costituzione, la quale contiene i valori fondativi della nostra convivenza civile. Io credo che Bobbio, Galante Garrone, Sylos Labini, Pizzorusso e altri intellettuali abbiano ragione quando affermano nel recente appello agli Italiani che "è in gioco la democrazia", conquistata con tanti sacrifici.
Confidiamo che le manifestazioni del 25 aprile siano state un’occasione per sensibilizzare le coscienze e per richiamare gli Italiani al dovere di difendere la democrazia, anche in un orizzonte e con un respiro europeo, assieme alle varie Resistenze del continente che 55 anni fa combatterono il fascismo e il nazismo, ponendo così i semi per un’Europa unita nella libertà e nella democrazia.