25 aprile: giorno della memoria
Da qualche tempo e da più parti è in atto un grave tentativo di alterazione dei termini e del significato della storia nella quale affonda le proprie radici il nostro sistema democratico.
Alle volte si manifesta con prese di posizione che, a causa della loro parzialità e arbitrarietà, manifestano il carattere di strumentalità politica, andando a collocarsi nell’ambito di quello che viene chiamato Revisionismo storico.
Anche le recenti polemiche sull’eccidio nazifascista di Malga Zonta fanno parte di un progetto complessivo che è da rigettare per il pericoloso attacco ai principi e ai valori su cui si fonda la nostra democrazia, scaturita da una Resistenza che nella guerra di liberazione ebbe una conclusione determinante non solo per la nostra civiltà pacifica e democratica, ma per tutta l’Europa.
Antifascismo e Resistenza non possono essere considerati momenti marginali e negativi della nostra vicenda nazionale ma vanno tramandati ai giovani come l’atto di nascita di una nuo-va Italia.
In questa vicenda di Malga Zonta, in questo frammento di Resistenza, ci sono significati che trascendono l’episodio e che si propongono come simbolo della lotta di ieri e dell’impegno di oggi per costruire un mondo migliore, una nuova civiltà universale basata su pace, libertà e giustizia. Secondo questi principi e ideali celebriamo l’incontro annuale del 15 agosto.
Contro i falsificatori della storia, contro i revisionisti che equiparano fascismo ed antifascismo, contro quelli che affermano che si trattò di guerra civile o di comune delinquenza, contro i fascismi striscianti che da più parti, anche sotto mentite spoglie, si insinuano oggi nelle coscienze, va riaffermato con forza il valore di una guerra di liberazione che si è conclusa con la caduta della dittatura fascista e la cacciata dell’invasore tedesco.
Ai giovani deve essere trasmesso questo patrimonio per continuare a lottare contro ogni forma di sopraffazione, per impedire i tentativi di svuotarlo da ogni idealità.
Per una corretta visione storica della Resistenza, per quanto rappresenta sul piano dei valori, occorre allora ripensare, rivisitare, studiare e non dimenticare gli avvenimenti di ormai ses-sant’anni or sono, impedendo che il 25 aprile diventi strumento di propaganda politica o sia ridotto a momento retorico.
Il 25 aprile è il giorno della memoria, è il giorno dell’identità nazionale che passa attraverso la cultura dei valori creati dalla Resistenza.
Non si può vivere in un Paese senza passato e senza memoria di se stesso e la lotta di liberazione rappresenta uno dei momenti fondamentali della nostra storia, un valore non negoziabile, un valore da trasmettere come eredità per un futuro non costruito sulla sfiducia e sul disinganno.
Per il 25 aprile, per il ricordo dell’eccidio di Malga Zonta quale simbolo di un periodo tragico per l’umanità, per una democrazia più elevata nella pace quale progetto per il nuovo millennio, ribadiamo il messaggio: "perché il ricordo del passato illumini il futuro".