Come al gioco dell’oca
Riprendono le riforme istituzionali: ma ricominciando tutto da capo.
Sembrava un déja vu: gli assessori dall’altra parte del tavolo che illustravano le meraviglie della riforma, noi giornalisti da questa, a scrivere; a scrivere le stesse cose di due anni fa, quando con le stesse parole veniva presentata la riforma istituzionale, la cosiddetta riforma Bondi.
Di quella riforma scrivemmo tutto il bene che ci sembrava meritasse: ridisegna il Trentino, attribuisce importanza alle periferie, toglie al capoluogo il ruolo di centro burocratico e ne esalta quello direzionale, abolisce il carrozzone dei Comprensori, ridà centralità ai Comuni, razionalizza - e molto - la spesa pubblica. Tutto bene; ma quella riforma poi non venne attuata, sollevò (come tutte le riforme vere) sorde resistenze, che ben presto prevalsero.
Oggi si ricomincia; "perché c’è una maggioranza convinta, cosa che non c’era due anni fa" spiega l’assessore Roberto Pinter (Ds) padrino della proposta. Il fatto è che purtroppo siamo al gioco dell’oca: non si inizia dalla casella precedente (riproponendo la riforma Bondi), ma si ricomincia tutto da capo, progettando una operazione ascolto e una conferenza delle autonomie locali, da cui sortirà il nuovo disegno di legge...
Per intanto è stato proposto un documento preparatorio, che altro non è se non la legge Bondi proposta non in termini giuridici, ma in italiano discorsivo. Tutti si sono dichiarati d’accordo, sui bei principi il consenso è generale. I problemi sorgeranno poi, quando si farà il cammino inverso, passando alle norme, alle parole non più alate, ma a quelle che pesano.
Questo sarà uno dei momenti cruciali per la giunta Dellai.
Per ora vediamo che: a) ha delineato con prontezza questo percorso; b) non ha avuto il coraggio di presentare la legge Bondi.
A volte fare un passo indietro è utile per farne poi due avanti. A volte.