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Riforma Bressanini: l’altra faccia della medaglia

Francesco Piscioli

La proposta dell’assessore Bressanini e le reazioni dei sindaci suscitano perplessità. Tra i comuni del Trentino si possono riscontrare campanilismi e diatribe che delineano un quadro altamente frammentato della realtà istituzionale. Pensare di aggregarli è certamente augurabile, ma vi sono esempi eclatanti che fanno capire chiaramente come questo tentativo sia destinato a fallire.

Folgaria, Luserna e Lavarone sono noti come componenti del grande patto territoriale degli Altipiani. Ebbene, esiste tra loro una avversione talmente grande da essere negativa persino per i bilanci comunali.

Per molto tempo la segretaria comunale di Folgaria, dott.ssa De Francesco, aveva lavorato ed ottenuto un finanziamento provinciale di 250 milioni per la gestione associata dei servizi amministrativi dei tre comuni. Quando si è giunti a formalizzarla, è stata sabotata dai comuni di Lavarone e Luserna e cosi lavoro e soldi sono stati sprecati.

E’ nota la vicenda dell’APT, per la quale si leggono quotidianamente insulti tra rappresentanti di questi comuni.

E’ solo un esempio. Ve ne sono molti altri non conosciuti sufficientemente, ma che evidenziano come l’attaccamento al potere sfruttando i campanilismi sia deleterio per gli interessi della gente. Attualmente i sindaci sono veri satrapi del territorio e della collettività che governano. Con il sistema maggioritario le minoranze sono prive di significato. Non esiste nessun controllo istituzionale sull’operato dei sindaci. Possono non rispondere ad interrogazioni delle minoranze, non discutere le mozioni, non fornire materiale previsto dalla legge. Sono liberi di fare quello che vogliono. Gestiscono consulenze e appalti con totale discrezionalità, come vogliono, con il fondato dubbio - troppo spesso certezza - di clientelismo con i soldi della gente.

Le minoranze possono rivolgersi al Servizio Enti Locali, il quale tuttavia è completamente inutile e potrebbe chiudere immediatamente i battenti per non prendere in giro ulteriormente le opposizioni. Infatti questo servizio può invitare il sindaco a rispettare la legge, ma non ha alcun potere sanzionatorio.

I sindaci se ne fregano altamente, come pure del Difensore Civico, il quale molte volte è costretto ad insistere e persistere per avere risposte su lagnanze di cittadini che rimangono inevase.

La Corte dei Conti è oberata di esposti, carente di personale e di conseguenza inefficace a controllare se le ipotesi di spreco di finanza pubblica da parte dei sindaci denunciate da consiglieri o semplici cittadini corrispondano al vero.

Quali ingerenze ha la Provincia sull’attività dei comuni? Sono rare le decisioni comunali che devono avere i nulla-osta provinciale. Il Piano Regolatore è il più noto, come pure è il più conosciuto come forma di clientelismo e di distruzione dell’ambiente. Si arriva sempre ad un compromesso che accontenta i sindaci nell’interesse dei poteri forti.

La PAT con le opere di interesse provinciale e le leggi di settore foraggia "i sindaci" in questa operazione di clientelismo e di presenzialismo con la costruzione di megastrutture inutili e perverse che si riflettono sui bilanci comunali e quindi sul portafoglio dei trentini.

Sostituire i comprensori con le comunità di valle è solo un cambiamento di facciata che non modificherà nulla. Anzi, se verrà approvata la nuova legge sui comuni con la scelta del segretario comunale da parte del sindaco, si istituiranno vere e proprie "dittature municipali" che convengono a tutti i partiti solo ed esclusivamente per il consenso elettorale e non per gli interessi della collettività.