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QT n. 9, 1 maggio 1999 Servizi

Quanto vale la cantina?/2

Quando l'acquirente è un ente pubblico

La Cantina Rotaliana di Mezzolombardo ha appaltato i lavori di costruzione della nuova sede in località Braide, alla periferia sud-est del Paese. E’ un notevole investimento (oltre 13 miliardi) che dovrebbe dare un nuovo look e migliore funzionalità a un’antica compagine cooperativa che fonda gran parte della sua tradizione e solidità economica sul Teroldego. La nuova dirigenza uscita dall’assemblea dell’autunno scorso sta dando attuazione all’antico progetto di trasferire in periferia la cantina che opera ancora in centro storico dove manterrà comunque una vetrina, gli uffici di rappresentanza e l’enoteca.

La nuova sede avrà un volume di quasi 50.000 mc., dei quali oltre la metà interrati e potrà incantinare 40.000 ettolitri.

Una parte dei soldi necessari per la nuova sede è già stata garantita dalla Provincia che, sulla base della legge 28, tra quote di contributo a fondo perduto e intervento sugli interessi, assicura il 45% dei miliardi previsti come spesa. Per il resto la cooperativa dovrà metterci del proprio.

Ma dove trovare tanti soldi senza indebitarsi con le banche? Facile: la cooperativa ha programmato da tempo la vendita della vecchia sede. Ma la lunga trattativa avviata col comune di Mezzolombardo che vorrebbe acquisire l’immobile, ritenuto strategico, ha registrato in queste settimane una pesante battuta d’arresto. Il tutto a causa di qualche centinaio di milioni su un totale di quasi 5 miliardi. La Cantina ha stimato l’immobile 4.991 milioni, il comune si è rivolto al comitato tecnico della Provincia che ha ritenuto congruo un prezzo di 4.640 milioni, 351 milioni in meno. A complicare ancora di più la vicenda il fatto che alcuni privati si sarebbero fatti avanti per rilevare la vecchia cantina e gli amministratori della cooperativa, di fronte alla rigidità dell’ente pubblico, non avrebbero respinte le lusinghiere offerte.

Ma da cosa deriva la differenza tra la stima e la "correzione" del Comitato Tecnico della Provincia? A parte alcune divergenze sulla misurazione di talune pertinenze dell’immobile, per abbattere il valore della vecchia cantina, i tecnici del Comitato prendono in considerazione le varianti urbanistiche in fase di approvazione, che non considerano più edificabili alcuni cortili oggi utili a produrre cubatura. Il Comitato dichiara di aver verificato le future varianti presso l’ufficio tecnico comunale di Mezzolombardo.

Il fatto è curioso, perché le cosiddette future varianti potrebbero restare delle pie illusioni: quando la bozza del piano di fabbrica sarà resa nota ai consiglieri comunali, questi dovranno ritirarsi a causa di qualche incompatibilità e l’approvazione (o la bocciatura) del nuovo piano urbanistico toccherà con ogni probabilità a un commissario nominato dalla Provincia; e non è scontato che quest’ultimo avalli del tutto le intenzioni della giunta comunale che ha commissionato il nuovo piano di fabbrica. Perché allora tenere conto di future varianti che potrebbero anche non essere mai approvate, oppure approvate con maggiore danno per l’immobile della cooperativa? E in ogni caso, anche se approvate dal commissario, le varianti urbanistiche potrebbero essere (e nel caso della cantina, se la trattativa non si chiuderà prima, lo saranno sicuramente) oggetto di osservazioni da parte degli interessati, cantina cooperativa compresa, la quale potrebbe teoricamente trovare ascolto presso la Commissione Urbanistica Provinciale che potrebbe annullare la variante.

Che fine farebbe allora il parere del Comitato Tecnico che ha utilizzato per la sua valutazione anche parametri incerti e futuribili? E ancora, la bozza del piano urbanistico non ancora approvata può essere divulgata in maniera così particolareggiata? Avrebbe potuto un normale cittadino accedere ad informazioni del genere per sfruttarle (speculazione edilizia)? Esiste o no in questa fase e fino all’approvazione del piano di fabbrica un obbligo di riservatezza?

L’opposizione di sinistra ha presentato una mozione con la quale si impegna la giunta comunale a intervenire sul Comitato Tecnico in modo da favorire una equa conclusione della trattativa, visto che l’immobile, per la sua centralità e importanza, è sicuramente di interesse pubblico.

Quanto al sindaco, ha già fatto sapere di avere le mani legate e di non potersi discostare, pena risponderne alla Corte dei Conti, dalla valutazione di 4.640 milioni fatta dalla Provincia.