A L’Adige si cambia
Al massimo del successo, Giampaolo Visetti lascia la direzione de L'Adige, dopo aver sorpassato il concorrente Alto Adige.
In questi giorni Giampaolo Visetti ha comunicato che abbandonerà la direzione de L'Adige, ed a breve è attesa la nomina del nuovo direttore.
La scelta di Visetti si configura soprattutto come la capitalizzazione di un successo. Giovanissimo anch'egli, Visetti ha saputo lavorare assieme a una squadra di giovani giornalisti, facendo de L'Adige un giornale agile, disinvolto, pronto sulla notizia. Con tendenze anche non positive (un'informazione talora troppo "urlata", frequenti scivolate nella demagogia); controbilanciate peraltro dall'apertura delle sue pagine ai più variegati interventi politici, divenuti sempre più numerosi dopo che il concorrente Alto Adige, con le sue rigidità, si alienava l'apporto di alcuni opinionisti. Così Visetti riusciva a fare il giornale sbarazzino, e contemporaneamente leader del dibattito locale. L'impasse del concorrente permetteva all'Adige di effettuare il sorpasso nelle copie vendute; una ristrutturazione nella concessionaria pubblicitaria incrementava le entrate. Ma soprattutto una miracolosa e forse misteriosa benevolenza della proprietà (la contessa Gelmi di Caporiaco, residente a Londra) assicurava al giornale le basi economiche per la sopravvivenza e anche il rilancio del quotidiano. Visetti aveva i fondi per ristrutturarne il disastroso sistema informatico, impresa che seguiva da vicino, riuscendo a venirne a capo in maniera accettabile (cosa inusitata per L'Adige, tradizionalmente impegnato in una lotta sempre persa con i computer).
A questo punto la decisione di lasciare. Al massimo del successo, quando la concorrenza da segnali di ripresa (copiando un po' la formula Visetti, dando più ordine alle pagine e alle notizie... poi il direttore è quello che è - vedi Feltri di provincia - ma non si può avere tutto).
Con queste credenziali Visetti, poco più che trentenne, si presenta sul mercato del giornalismo nazionale.
E adesso chi siederà sullo scranno direttorile? L'ipotesi più accreditata è quella della successione interna, più economica e che da più garanzie di un'immediata operatività nella situazione locale. In pole position Paolo Ghezzi (forse non a caso prelevato pochi mesi fa dall'Alto Adige, quando già Visetti aveva avvisato la proprietà delle sue intenzioni) e Sandro Moser. E non sarebbero cattive soluzioni.