Il decalogo dell’Ulivo per il Trentino
Dieci proposte dì legge, sottoscritte dai cittadini, ma concepite dall'Ulivo per scolpire l'esatta identità del suo programma. Il massimo dell'astrazione presentato con il piglio del massimo della concretezza. L'input del leader movimentista per fecondare la pubblica opinione e convogliarla in un consenso creativo. Dieci idee per mobilitare attorno ad esse una febbrile osmosi fra cittadinanza e la sua nuova classe dirigente.
Il progetto è seducente e se l'Ulivo riuscirà a realizzarlo in tempi utili prima delle elezioni di novembre avrà acquisito un merito di valore incalcolabile per la democrazia. Ma temo che sia più facile enunciarlo come schema di progetto che dargli un contenuto reale.
Ricordo che da bambino mi divertivo ad inventare le invenzioni. Non fraintendetemi: non ho inventato assolutamente nulla. Ma ero bravissimo a fare l'elenco di ciò che sarebbe stato necessario o anche solo utile inventare. Il mio velleitarismo fantasioso ed infantile probabilmente era più pragmatico di questo sogno di catalogare in dieci proposte di legge il programma di legislatura dell'Ulivo per la nostra Regione e la nostra Provincia.
Come se, appunto, fosse facile condensare ed esaurire in dieci testi normativi, ciascuno in sé organico e concluso, tutta la problematica di governo riformatore, prevedibile e soprattutto non prevedibile, della nostra Autonomia. Ciò che occorre è, al tempo stesso, molto di meno ma anche molto di più.
Molto di meno di un corpo compiuto di norme che, nel loro specifico articolato, abbiano la pretesa di risolvere in modo equo e progressivo tutto i principali problemi che angustiano il nostro popolo. E' infatti difficilissimo, e soprattutto illusorio, prefigurare in formule astratte la disciplina dettagliata di una complessa azione di governo. Persino Mosè per compilare le tavole dei dieci comandamenti dovette recarsi sul monte Sinai ed attendere umilmente il suggerimento del Padre Eterno. Un 'azione di governo è, per sua natura, un work in progress che, ispirato da alcune idee-guida, si alimenta giorno dopo giorno degli impulsi che salgono dalla società vivente e dalle sue contraddizioni. E non tutta, e non sempre la più importante azione di governo si esplica con il mezzo della legge. Basti pensare al bilancio della Provincia, che costituisce la muscolatura o atrofizzata o dinamica di tutto l'organismo, e che è si rivestito della forma di legge (di bilancio, finanziaria, di assestamento), ma è il risultato di una vastissima pluralità di scelte che incidono su tutte le materie di competenza provinciale. Vogliamo lasciarlo intatto, il bilancio provinciale, o pensiamo che bastino solo alcuni ritocchi marginali? Che proposta di legge presentiamo sul bilancio che è il motore dell'Autonomia ?
Molto meno dunque di dieci proposte di legge di contenuto misterioso. Ma molto di più in termini di visibile concretezza ci aspettiamo dell'Ulivo. La Regione: abolirla o conservarla come è e magari potenziarla? Oppure riformarne l'ordinamento, ed in tal caso secondo quale modello, federale o confederale?
Il sistema elettorale: proporzionale con correttivi secondo una visione centralista dell'assetto delle forze politiche tipica dei partiti di raccolta, o maggioritario che assecondi una dislocazione bipolare della pubblica opinione attorno a due fondamentali opzioni alternative ed alternanti di cultura politica e di gruppi dirigenti?
L'organizzazione dell'autogoverno: tutto nella Provincia e nei suoi tentacoli comprensoriali o semplice riserva ad essa dei poteri di programma e di indirizzo decentrando ai comuni i poteri gestionali e le risorse conseguenti?
L ' ambiente, il turismo e i trasponi: bretelle, terze corsie, Pirubi ed altre strade o trasporti pubblici su rotaia, che non prefigurano - è appena il caso di sottolinearlo - una concezione di società collettivista, la diga di Valda e i caroselli sciistici o una difesa premurosa del territorio, che è la nostra più preziosa risorsa? Naturalmente non basta promettere "lo sviluppo compatibile ", perché è troppo generico. Ci sono nodi dolenti sul tappeto ora ed è su questi che è necessario pronunciarsi.
Il sistema sanitario: il Santa Chiara ristrutturato o un nuovo ospedale, gli ospedali periferici o presìdi sul territorio?
Scuola e cultura, impresa e lavoro.
Non ho l'ambizione, e soprattutto la competenza, per esaurire le questioni vitali del nostro sviluppo. Ma è su di esse, nella loro concretezza attuale e futura, che si misura l'efficacia persuasiva di un progetto.