Il boomerang
Passerella di autorità locali, l'8 marzo a Castel Valer, per la presentazione in pompa magna e il taglio della prima forma di “Val di Non Fresco Formaggio Nostrano”, realizzato dal caseificio di Coredo, primo prodotto caseario al quale l'APT della Val di Non ha concesso il suo marchio.
C'era l'assessora Zanotelli: “È un modo per comunicare all’esterno, ai turisti come pure ai cittadini, non solo la qualità, ma anche la genuinità di un territorio, della sua gente, dei suoi valori”.
C'era Roberto Simoni, presidente della Federazione delle cooperative: “Un formaggio che rappresenta una valle e garantisce valore in chiave di promozione turistica e di sostegno agli allevatori”.
C'era Stefano Albasini, presidente di Trentingrana: “C’è una identità ricca e complessa, fatta di antichi saperi, di attenzione al bello e a tutto ciò che è sano e salutare, che ci appartiene e di cui andiamo fieri e si assapora anche nei nostri prodotti”.
C'era Lorenzo Paoli, presidente dell’APT Val di Non: “Siamo fortemente convinti che, le produzioni locali, figlie della nostra storia e della nostra tradizione agricola e zootecnica, siano parte fondamentale della promozione turistica della Val di Non”.
E c'era naturalmente Mirko Endrizzi, presidente del caseificio di Coredo.
Come si vede, un trionfo di marketing alimentar-turistico che meglio sarebbe stato però celebrare con minor enfasi. Perché l'evento riporta alla memoria quanto accaduto nel giugno 2017, quando un bimbo di 5 anni, dopo aver mangiato del formaggio, prodotto dal caseificio di Coredo e contaminato da Escherichia Coli, si sentì male, e da sette anni sopravvive in stato vegetativo. La vicenda si è conclusa con una condanna per lesioni personali gravissime dell'ex presidente del caseificio e di un casaro: un'ammenda di 2.478 euro oltre le spese processuali, mentre è in fase di avvio un altro processo a carico di una dottoressa che, dicendosi “occupata e stanca” avrebbe rifiutato di partecipare ad un consulto, ritardando in tal modo la diagnosi relativa al bimbo.
La celebrazione casearia non è comprensibilmente piaciuta al padre della piccola vittima, che va a volantinare in occasione di un consiglio di amministrazione dell'APT Val di Non, lamentando che in sette anni trascorsi dall'incidente mai nessuno – politico o imprenditore - ha mai chiesto scusa o si è fatto vivo, e chiedendo il ritiro del marchio e le dimissioni del Consiglio di amministrazione dell'Azienda per il turismo Val di Non.
Quelli de il Dolomiti chiedono un commento sulla vicenda a Trentingrana, che promette una dichiarazione, che arriva però solo “dopo 16 giorni di assordante silenzio” (commenta l’Adige): una nota senza spunti autocritici, che si limita a esprimere “grande rammarico per aver riacceso il dolore comprensibilmente mai sopito della famiglia coinvolta”. Quanto al presidente dell'APT Val di Sole, se la cava con un burocratico: "Siamo vicini alla famiglia, ma il nostro coinvolgimento arriva a valle della filiera”. Traduzione: noi non c'entriamo.
Prova a metterci una pezza (sottilissima) l'assessore alla Sanità Mario Tonina, che si dice disposto ad incontrare il padre del bimbo, ma non a commentare la scarsa sensibilità dei suoi predecessori all’assessorato (Zanotelli e Failoni).
Vista l’eco che la storia ha suscitato fin sui media nazionali, appare chiaro che dal punto di vista del marketing, l’esito è disastroso: dopo l’orso, ora pure il formaggio.
Anche perché, assieme alla contaminazione del 2017, nell’occasione tornano alla luce altri due episodi più o meno dimenticati. Il Gambero Rosso rivela che nel 2022, in un formaggio, prodotto sempre dal caseificio di Coredo, fu scoperta in tempo la presenza del solito Escherichia coli, sicché quel lotto non venne messo in commercio. E nel luglio 2023 toccò a una bambina finire in ospedale con la stessa patologia, stavolta, per fortuna, senza esiti drammatici.
Per quest'ultimo episodio non c'entrava il caseificio, ma una malga (sempre di Coredo, però) subito chiusa da un'ordinanza del Comune di Predaia dopo i controlli effettuati sull'acqua utilizzata.
Quando si dice un boomerang...