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Bravini (finché dura)

In edicola l'inaspettato Nuovo Trentino di Michl Ebner

Il Trentino ha chiuso i battenti il 15 gennaio 2021; Il nuovo Trentino, quotidiano dello stesso editore, è arrivato in edicola il 18 ottobre scorso, neanche due anni più tardi. Dodici pagine, 5 soli redattori, prezzo un euro, non esce il lunedì. Domanda ovvia: non era più semplice ristrutturare al ribasso il già esistente Trentino, anziché procedere a un funerale e ad un successivo battesimo così ravvicinato?

Michl Ebner, presidente di Athesia, la società editrice di entrambi i quotidiani (oltre che dell'Adige, del Dolomiten e di tanta altra roba), alla presentazione del nuovo giornale ha detto che oggi, rispetto a un anno fa, "la società trentina è più consapevole del fatto che i media sono un valore, c'è stata una grande discussione dopo la chiusura del Trentino, non c'è più nessuno in cassa integrazione ed è arrivato il tempo per una nuova iniziativa. E poi, con tutto quello che abbiamo vissuto, il covid, la crisi economica ed energetica, l'inflazione, c'è più necessità di avere informazione, di dibattito, di confronto". Lasciamo ai lettori valutare la concretezza e l'attendibilità di questa spiegazione.

Quanto a noi, ribadiamo quel che scrivemmo nel numero di settembre, prendendo le mosse dalla allora solo annunciata apparizione di un altro quotidiano, ormai in edicola dal 3 novembre, il T, messo in cantiere da una Fondazione che vede la presenza di numerose associazioni di categoria, da Confindustria alla Federazione delle Cooperative, all'ASAT (albergatori), all'ANCE (costruttori).

Con questa novità, Ebner, fino a quel momento padrone solitario dell'editoria trentina, avrebbe visto messo in forse il proprio monopolio sicché ha deciso – pensavamo e pensiamo noi – di mettere in atto una operazione di disturbo. “Buttar fuori un Nuovo Trentino pochi giorni prima del concorrente il T - scriveva Laura Mezzanotte su QT - sfrutterebbe in anticipo l’effetto novità, rubando un po’ la scena e raccogliendo un numero di lettori probabilmente piccolo e certamente non sufficiente a giustificare la sua esistenza in vita. Ma sufficienti per togliere a il T una fetta di lettori potenziali e impedire al vero concorrente dell’Adige di agganciare tutti i lettori del defunto Trentino. Insomma, un tentativo di uccidere il T in culla”.

Una volta raggiunto tale obiettivo, il Nuovo Trentino, con ogni probabilità in crescente perdita e senza prospettive migliori del defunto Trentino, poteva essere tranquillamente chiuso.

Quella che a settembre era solo un'ipotesi, per quanto la sola in grado di spiegare la mossa di Ebner, è diventata una certezza dopo aver seguito i primi numeri del Nuovo Trentino.

Intendiamoci, il giornale – nei limiti delle forze a disposizione - è fatto bene, ma è una via di mezzo fra un settimanale e un quotidiano.

Del settimanale ha gli articoli di approfondimento, anche su temi di non immediata attualità: la crisi del PATT ma pure la diffusione del doppio cognome, l'ospedale di Cavalese e il Metaverso. E poi ampie pagine dedicate a personaggi non sempre famosi, condotte con garbo e intelligenza: c'è l'ex miss Italia Alice Arlanch che racconta come ha rinunciato alle luci dello spettacolo, come pure la storia della professoressa Doniselli, in pensione dopo 35 anni al “Prati” e quella di Romina, autista di Tir.

Del quotidiano c'è il resto, che è inevitabilmente poca cosa, sia per quanto riguarda la cronaca nazionale – e pazienza – sia a livello provinciale, e questo è un handicap che difficilmente consentirà al Nuovo Trentino di reggere a lungo.

Ma se l'obiettivo – come seguitiamo a pensare – è in realtà quello di mettere i bastoni fra le ruote del neonato il T, beh, in questo potrebbe riuscire. A condizione che – sono voci provenienti da ambienti pubblicitari – il Nuovo Trentino riesca a resistere almeno per sei/sette mesi. Vedremo.