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QT n. 11, novembre 2022 L’editoriale

Fugatti e i conti con la realtà

Concerto di Vasco, PiRuBi, inceneritore: quando l'arroganza si crede più forte dell'evidenza

Maurizio Fugatti inizia a fare i conti con la realtà? Alcuni fatti direbbero di sì. Ad esempio, sembra aver capito che comprimere 120.000 persone in un’area come quella di San Vincenzo a Trento Sud, non è saggio, nonostante le straordinarie possibilità dell’Autonomia Speciale. In base alla quale, o meglio, in base a una sua arrogante interpretazione, si possono schiacciare come fastidiosigrilli parlanti i tecnici che ti dicono di no, ma poi corri immensi rischi (come si è visto con gli spettatori che hanno defluito sui binari dei treni, e ancor più con quello che si è testé visto nella tragedia di Halloween a Seul); e anche se ti va bene, ci può sempre essere un altrettanto fastidioso magistrato che dà ragione al grillo parlante, che poi ti tocca rimborsare.

Ordunque, imparata la lezione Maurizio ha deciso che i prossimi concerti saranno al massimo per 20.000 spettatori. Con il che dovrebbe chiedere umilmente scusa al grillo parlante.

Non lo farà, perché la sua visione sua (e ancor più quella del suo braccio destro De Col) del proprio ruolo non glielo permette. In compenso ora, con gli spettatori ridotti a un sesto, se pur non potrà più avere Vasco Rossi o Bruce Springsteen, almeno non farà correre rischi alla gente che della Provincia Autonoma ancora si fida.

Bene quindi. Ci sono però vistosi segnali in senso contrario. Il più eclatante è la forzatura sulla PiRuBi. Sebbene tanti studi abbiano predicato che l’autostrada non avrebbe un ritorno e quindi un senso economico; sebbene oggi occorra puntare su una mobilità sostenibile come quella ferroviaria invece che inventarsi ulteriori improbabili autostrade; e sebbene i territori (peraltro mitico riferimento del leghismo) il passaggio di auto e Tir proprio non lo vogliano, neanche sottoterra, Fugatti ha continuato a “tirare dritto”, come dicevano Mussolini e Renzi e Salvini (Meloni la prossima?).

Confidando nell’appoggio del governo finalmente amico, della Confindustria, sempre favorevole quando ci sono appalti da spartire, del Veneto e del (suo) mentore Luca Zaia, il Nostro pensava di avercela finalmente fatta: ed è riuscito a far passare la variante al Pup che autorizza la Valdastico.

Invece no. La realtà anche qui si è ribellata.

Non solo i Comuni della Vallagarina sono ferocemente contrari; e a ruota gli altri, che non possono essere d’accordo con una procedura che li vede accantonati e calpestati. Anche il Veneto si è vistosamente tirato indietro. Sì, perchè siamo entrati in un’altra era.

A volere l’inutile autostrada era la società concessionaria della Serenissima, la A4 Holding, che grazie alla costruzione della Valdastico avrebbe visto prorogata la succulenta concessione oltre l’imminente 2026; e ne aveva di mezzi per premere su tutti i politici del Nord Est che le servissero.

Oggi però il buon Zaia si ripromette di subentrare lui alla privata A 4 Holding con una società pubblica, e ne ha creato tutti i presupposti legislativi. A questo punto la PiRuBi gli interessa zero; anzi, la valuta per quello che è: uno spreco di soldi e per la costruzione e per la gestione che sarà in perdita, uno spreco di ambiente, uno sfregio ai Comuni che non la vogliono.

E così adesso Fugatti è solo; anzi ha tutti contro. Ma non perchè i veneti siano traditori, ma perché questa è la realtà.

Stessa storia si profila per l’inceneritore (vedi la coverstory di questo numero). Checché ciancino i soliti “consulenti” altisonanti e prezzolati, la legge di Lavoisier è ancora valida: nulla si crea, nulla si distrugge, se infili 70.000 tonnellate nell’inceneritore, 70.000 tonnellate devono uscire. Parte in scorie trattenute dai filtri (quindi decisamente pericolose), parte in particelle vaganti nell’aria. Non hai risolto il problema, hai solo nascosto la spazzatura sotto il tappeto, o meglio, la hai dissolta nell’aria che respiri. Non ci si scappa, questa è la realtà. E difatti subito i medici hanno protestato, e a ruota lo faranno i contadini, e poi gli sfortunati abitanti dei luoghi dove si vorrà localizzare l’impianto.

Come si vede, c’è del metodo in questa follia. E’ l’arroganza che, malconsigliata, si crede più forte dell’evidenza. Potremmo andare avanti parlando di sanità, dell’appalto del NOT, dell’Ice Ring di Pinè, dell’Ospedale di Cavalese e di altro ancora: tutte forzature con cui Maurizio Fugatti pensa di plasmare a suo piacimento la realtà. Per poi trovarsi con in mano un pugno di mosche.

Quanto si può andare avanti?

Finora la vera forza di questa Giunta provinciale è stata l’inconsistenza delle opposizioni.

Nelle pagine che seguono ci confrontiamo con esponenti della sinistra su un tema che dovrebbe essere cruciale, il progressivo impoverimento, tutto italiano, dei lavoratori.

Ai lettori il giudizio.