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QT n. 10, ottobre 2022 Trentagiorni

Lona-Lases: pessimismo della ragione e ottimismo della volontà

Un incontro pubblico, il presidente dell'Antimafia e il disagio di una comunità

Nell’incontro a Lona Lases del 28 settembre scorso, organizzato da Questotrentino e dal Coordinamento Lavoro Porfido, il relatore più qualificato è stato il sen. Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia. Morra, alla luce delle esperienze maturate durante il suo mandato, concludendo ha manifestato una notevole dose di sfiducia rispetto alla reale volontà di contrastare il fenomeno mafioso da parte di molte istituzioni dello Stato.

Ci si permetta di operare alcune considerazioni: per un verso quell’intervento appare criticabile in quanto sembra fornire sostegno alla diffusa sfiducia nell’impegno civile, ma per altri versi trova purtroppo conferma proprio dalle presenze e assenze in quella serata.

Il commissario straordinario del Comune di Lona-Lases dott. Federico Secchi, pur se invitato all’incontro, non si è degnato di presentarsi a formulare quanto meno un saluto istituzionale ad un senatore della Repubblica che riveste una carica istituzionale importante, soprattutto alla luce di quanto recentemente è emerso proprio nel comune del quale è commissario. A ciò va aggiunto che nessuno dei sindaci e degli amministratori locali dei comuni della zona del porfido, non ostante l’invito, si è ritenuto in dovere di presenziare a quell’incontro pubblico, dando un segnale tangibile di quale sia l’attenzione verso i problemi emersi con l’inchiesta “Perfido” da parte delle istituzioni locali. Un disinteresse che costituisce perlomeno un grave ed ambiguo segnale verso la cittadinanza, oltre che una volontà, chiara nei fatti anche se non esplicita, di isolare proprio coloro che in questi anni si sono impegnati nella denuncia di malaffare, corruzione e infiltrazione mafiosa.

Nicola Morra

Basterebbe questo a giustificare le amare parole del senatore Morra, ma occorre anche aggiungere una notazione relativa al pubblico. La sala del teatro di Lona era sì riempita, ma in maggioranza da persone di altre parti del Trentino, che paradossalmente – ma forse neanche tanto – sembravano percepire la gravità della situazione più della stessa comunità locale. La quale era rappresentata da meno di 15 persone (tra esse alcuni parenti dei principali imputati oggi a processo), delle quali si contavano sulle dita di una mano quelle svincolate dalle logiche fin qui prevalenti nel comune.

Questo rende evidente il profondo disagio di una comunità che nella stragrande maggioranza preferisce ancora girarsi dall’altra parte: per sottovalutazione dei problemi, per comodità o per i condizionamenti che ancora subisce da parte di quel “comitato d’affari” oggi impegnato ad impedire in tutti i modi che quanto venuto alla luce possa dare l’avvio ad una riscossa della società civile. Resta solo da capire quanto questi diversi ingredienti contribuiscano a determinare il risultato, sicuramente in linea con le indicazioni venute dalla grave assenza dei sindaci della zona. Tuttavia i tanti e appassionati interventi hanno senz’altro incoraggiato gli organizzatori a proseguire nel loro impegno. E la vicinanza dimostrata da Nicola Morra in veste di presidente della Commissione antimafia, ha spronato a seguire l’esortazione di Antonio Gramsci ad essere pessimisti sul piano dell’intelligenza ma ottimisti su quello della volontà