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QT n. 10, ottobre 2019 Seconda cover

“Abbiamo bloccato la città”

Il grande successo della manifestazione di Fridays For Future e le prospettive future del movimento

La manifestazione di venerdì 27 settembre. Foto di Marco Niro.
La manifestazione di venerdì 27 settembre. Foto di Marco Niro.
La manifestazione di venerdì 27 settembre. Foto di Marco Niro.
La manifestazione di venerdì 27 settembre. Foto di Marco Niro.
La manifestazione di venerdì 27 settembre. Foto di Marco Niro.
La manifestazione di venerdì 27 settembre. Foto di Marco Niro.
La manifestazione di venerdì 27 settembre. Foto di Marco Niro.
La manifestazione di venerdì 27 settembre. Foto di Marco Niro.
La manifestazione di venerdì 27 settembre. Foto di Marco Niro.
La manifestazione di venerdì 27 settembre. Foto di Marco Niro.
La manifestazione di venerdì 27 settembre. Foto di Marco Niro.
La manifestazione di venerdì 27 settembre. Foto di Mauro Nones.
La manifestazione di venerdì 27 settembre. Foto di Mauro Nones.
La manifestazione di venerdì 27 settembre. Foto di Mauro Nones.
La manifestazione di venerdì 27 settembre. Foto di Mauro Nones.
La manifestazione di venerdì 27 settembre. Foto di Marco Niro.
La manifestazione di venerdì 27 settembre. Foto di Marco Niro.

L’appuntamento era fissato da alcuni mesi e venerdì 27 settembre i giovani (e non solo i giovani) aderenti al movimento Fridays For Future hanno tenuto fede all’impegnativo slogan che caratterizzava la terza manifestazione: “Block the City”.

Forti di una partecipazione straordinaria, sicuramente la più elevata finora (5.000-8.000 persone secondo le stime, peraltro sempre arbitrarie nei numeri), hanno sfilato nel centro storico di Trento, seguendo il percorso previsto ma, come già avvenuto nel corso della manifestazione di maggio, introducendo una variante a sorpresa. Arrivati all’incrocio tra via Mantova e via Calepina, anziché proseguire verso il liceo Prati (come concordato con la questura), hanno svoltato a sinistra risalendo velocemente via Calepina per sbucare in piazza Venezia, da dove si sono diretti verso piazza Fiera.

Con la testa del corteo ormai davanti al tribunale e alcune migliaia di persone incolonnate alle sue spalle, l’obiettivo di “bloccare la città” è stato raggiunto.

Tutto si è comunque svolto, come nelle due precedenti occasioni, senza incidenti, con slogan e cartelli più numerosi che mai ed un grande entusiasmo.

L’obiettivo rimane immutato: rendere sempre più persone consapevoli del grande problema dei cambiamenti climatici.

Ancora una volta ne parliamo con Valentina, una rappresentante del gruppo di coordinamento di Fridays For Future.

Ci sembra che questa manifestazione sia stata un successo, e i numeri che abbiamo letto sui giornali sembrerebbero confermarlo.

Assolutamente sì. Del resto lo avevamo preventivato”.

Merito di Greta e della visibilità che, anche grazie a lei, i vostri temi hanno avuto sui media?

In parte sì, ma sarebbe riduttivo pensare che sia solo quello; da un lato abbiamo avuto più tempo a disposizione per organizzarci, rispetto alla precedente iniziativa. Poi abbiamo scelto un buon momento per farla, con la scuola appena iniziata, gli studenti da poco rientrati dalle vacanze e ancora non troppo impegnati dallo studio; inoltre ci ha favorito l’essere stati appoggiati dal ministro dell’Istruzione” (il Ministro Fioramonti, che ha definito la manifestazione ‘una bellissima iniziativa; la lezione più importante che i ragazzi possano frequentare”, e che ha suggerito ai presidi di non essere fiscali con le giustificazioni (n.d.r.).

Ma l’interesse e la consapevolezza verso i temi da voi portati avanti stanno davvero aumentando?

Sì, e non potrà che proseguire così. I temi sono sulla bocca di tutti, abbiamo davanti gli occhi le immagini della foresta dell’Amazzonia in fiamme e dei ghiacciai, dall’Artico alle nostre montagne, che stanno scomparendo”.

Una parte minoritaria della stampa e della politica vi contrasta più o meno apertamente, arrivando perfino a definire la vostra paladina “Gretina”; è una cosa che vi preoccupa? A livello locale avete riscontrato gli stessi problemi?

No, abbiamo certamente registrato posizioni di dissenso sulle scelte da fare, ma, almeno personalmente, non ho riscontrato nessun tipo di aperta ostilità nei confronti del nostro movimento. Per quanto riguarda le polemiche che si sentono a livello nazionale personalmente li considero discorsi senza senso e privi di argomenti scientifici. Anche quando sento parlare del fatto che Greta sarebbe manovrata, mi viene da pensare che si tratti di una sciocchezza: a che pro fare una cosa del genere? Ma anche fosse, chi se ne frega? Il nostro movimento indubbiamente ha tratto giovamento e visibilità dallo straordinario attivismo di Greta, ma ne può anche prescindere. Il dramma dei cambiamenti climatici è reale, è questo quello che conta, i vari complottismi lasciamoli all’America di Trump”.

Con quali modalità proseguirete il vostro impegno, sempre con le manifestazioni ?

È importante manifestare, scendere in piazza, fare pressioni sulle istituzioni, mandare messaggi alla politica. Dobbiamo sollecitare l’opinione pubblica e far sapere come si sta schierando; e ci pare che la direzione sia, come ho già detto, di sempre maggiore attenzione e sensibilità verso i nostri temi. Ovviamente più numerosi saremo a farlo e più aumenteranno le possibilità che alla fine veniamo ascoltati. Questo è quello che possiamo fare noi giovani”.

Potete solo manifestare?

Propagandiamo anche comportamenti in linea con il minor spreco di risorse. Se invece parliamo di azioni che non riguardano i comportamenti individuali (sprechi, rifiuti, alimentazione ecc) ma provvedimenti a livello generale, politico beh allora non tocca alla nostra generazione il compito di individuare le soluzione ed attuare i rimedi”.

Però controllerete le azioni, o le non-azioni a livello politico? E su quali punti, a cominciare dal livello nazionale?

Nei prossimi giorni ci incontreremo come assemblea nazionale. Ogni movimento locale porterà le proprie istanze e sarà quello il momento in cui verranno prese le decisioni sui punti su cui concentrare la nostra azione. In questo momento non mi sento di anticipare nulla”.

E per quanto riguarda invece i temi locali?

Chi ha seguito le nostre manifestazioni ed ha ascoltato i nostri interventi (o letto i tanti simpatici cartelli messi in mostra dai giovani in corteo, aggiungiamo noi, n.d.r.) sa che, oltre a trattare i temi riferibili alle tematiche per così dire nazionali o mondiali, non ignoriamo aspetti strettamente legati a scelte locali, come la questione della Valdastico, che consideriamo un’opera inutile, o della continua ricerca di ampliare ulteriormente le aree sciabili del Trentino, un’altra impostazione che non condividiamo. C’è poi un argomento che abbiamo portato all’attenzione della politica provinciale fin da subito: abbiamo invitato il Consiglio comunale di Trento a dichiarare lo stato di emergenza climatica. Si tratterebbe di una presa di posizione sostanzialmente formale, ma costituirebbe un segnale importante, a cui potrebbero poi seguire vari tipi di azioni concrete. Purtroppo, però, fino ad oggi non ne è stato fatto nulla”.

Cosa pensate dell’ipotesi di dare il voto ai sedicenni ed anticipare così l’ingresso dei giovani?

È una proposta che giunge nuova, ma che non mi entusiasma particolarmente. Non mi pare che sia con questo tipo di idee che risolveremo i problemi che sono sotto gli occhi di tutti. È ora che i politici si decidano ad agire e attuino scelte nuove. Tanti di loro dicono che ci sostengono, ma poi non fanno nulla o continuano a fare scelte sbagliate. Se hanno tanta fiducia nei giovani, se credono nel nostro movimento, allora comincino a prendere decisioni in linea con quanto noi chiediamo”.