Uno di noi
Il potente si crea un’icona farcita di simboli che lo caratterizzano e nobilitano presso il suo popolo
L’immagine è fondamentale nel rapporto tra chi sta sopra e chi sta sotto. A giustificazione e perpetuazione del fatto di stare sopra, il potente si crea un’icona farcita di simboli che lo caratterizzano e nobilitano presso il suo popolo. In passato l’accostamento del regnante a un oggetto sacro sottolineava le sue origini divine, una spada brandita o una maestosa cavalcatura ne sancivano forza e prestigio. Man mano che ci si addentra nella contemporaneità i simboli si fanno meno perentori e sublimi, ma sempre più prosaici e targetizzati. L’obiettivo politico è captare benevolenza inviando ai vari gruppi sociali un’immagine di sé appositamente customizzata. Così Craxi si fa riprendere mentre si diletta con libri su Garibaldi, Obama col pallone da basket... L’attuale iconografia politica è quasi sempre basata su strategie di marketing, studiata a tavolino, spesso artefatta nonostante simuli empatica spontaneità.
Negli ultimi giorni dell’anno ha campeggiato su siti e giornali il selfie postato su Facebook da Salvini mentre addenta pane e nutella. I parecchi organi di stampa a lui ostili ne hanno condannato l’ostentata leggerezza mentre c’era appena stato il terremoto in Sicilia. Il vice-premier ha ribattuto che se continuano ad attaccarlo così governerà per altri 20 anni. Ha indubbiamente ragione. Ma non è questo il punto. Il punto è: a quale strategia di immagine si ispira un selfie del genere? Azzardiamo una risposta, il messaggio potrebbe essere: “Guardate, io non mi do arie da intellettuale sfoggiando libri o quadri... io mi sto a mangiare la nutella come voi. Non serve essere professoroni per mangiare nutella, chiunque ce la può fare... Io sono uno di voi!”. Ok Matteo, sei uno di noi. Adesso resta da capire se per far ripartire il paese l’essere uno di noi costituisca una condizione sufficiente.