Cronaca di morti annunciate
Tre possibili strade per gestire l'immigrazione a livello europeo
Il 20 gennaio col barcone ne sono affondati oltre cento. Sgombriamo il campo dagli stereotipi: qui Salvini non c’entra. È da anni che crepano a bizzeffe in quel tratto di mare. Il problema è strutturale, epocale... Non può essere lasciato lì alla solerte iniziativa di qualche ministro. Semplificando il quadro, si possono individuare tre strade per gestire la questione a livello europeo.
Strada 1. Prendiamo alla lettera le immaginazioni del John Lennon: via le frontiere. Chiunque può così imbarcarsi su un traghetto di linea per venire in Europa e accasarsi. Basta mafie che lucrano sui traffici umani e basta morti. Una scelta che, nel tempo, potrebbe comportare sconvolgimenti demografici, tensioni sociali, incognite economiche e politiche. Per intraprenderla serve un immenso coraggio.
Strada 2. Applichiamo la teoria “Aiutarli a casa loro”. Iniettiamo miliardi in Africa per farla decollare, per investire in scuole e infrastrutture. Agevoliamo l’accesso dei loro prodotti nel mercato. Conteniamo lo sfruttamento dissanguante delle multinazionali. Spuntiamo le unghie ai tiranni per una redistribuzione di poteri e ricchezze. Nel frattempo accordiamoci tra europei per una comune politica di accoglienza. Questa strada esige coraggio e risorse ancora superiori, ma risulta più costruttiva.
Strada 3. Lasciare tutto com’è. La più comoda ed economica. Effetto collaterale: il vaudeville interpretato da politici e affini... Pulpiti ipocriti da cui si impartiscono lezioni, che non valgono mai per chi le predica. Scomposti epiteti da stadio per occultare il sottrarsi alle responsabilità. Spettacolo di desolante vigliaccheria istituzionale. Intanto, a poche miglia nautiche dal teatrino, si registra l’usuale cronaca di morti annunciate.