“Io sono tirolese!”
Ogni volta che apro il giornale e leggo le lettere che parlano della mia terra m’innervosisco per le tante parole dette senza aver la conoscenza adeguata della storia tirolese. La colpa di questo è perché nelle nostre scuole non si è mai insegnata la vera storia di questo bellissimo territorio. Partendo da lontano dobbiamo innanzitutto parlare dei celti poi dei romani, dei barbari con tutti i popoli del nord, francesi, bavaresi, austriaci, veneziani, longobardi ed altri e siamo sopravvissuti a tutti questi. Per un millennio siamo tirolesi perché i conti del Tirolo erano i padroni di questo territorio in cui la vera padrona assoluta era la Chiesa e proprio dal vescovo di Trento venne l’incarico a Mainardo II di mettere delle regole nei confini tirolesi e la definizione di popolo è proprio da qui che si definisce, dalle regole, dalle abitudini, dalle tradizioni e dalla storia.
In cosa si distingue il popolo tirolese da altri popoli? I tirolesi sono un popolo abituato a vivere in montagna, abituato al rispetto della natura, al rispetto delle persone che vivono nella stessa comunità, al rispetto delle Regole, diversi nel modo di esprimersi e della solidarietà nel confronto con gli altri. Perché i tirolesi sono diversi dagli italiani? Perché per mille anni di storia hanno vissuto con le famose regole delle Comunità! Il Tirolo non ha mai parlato una sola lingua ed è sempre andato d’accordo fino a che le guerre e la politica lo ha diviso creando anche zizzania tra i vari gruppi linguistici. Se parliamo in dialetto trentino della città di Trento, è diverso in ogni valle, e ci accorgiamo che c’è sicuramente l’influenza del Celtico romanzato, del tedesco, del francese e dell’italiano ma non per questo un trentino oggi non è un tirolese. Per essere tirolese non ci vuole il trattato Degasperi Gruber o la politica, lo si è per storia cultura e tradizione. L’ignoranza attuale del popolo tirolese è costruita volutamente dalla scuola italiana e da tutti i danni creati dalle guerre e dalla politica; in tempi attuali sarebbero contrastabili solamente con azioni di forza, argomento mai auspicabile e fattibile da un popolo mite come quello tirolese e la storia lo dimostra. Solamente una volta con Andreas Hofer ci siamo ribellati all’invasore, ma per millenni di storia ci siamo adattati agli invasori per spirito di sopravvivenza. La conquista dell’autonomia di questa regione la dobbiamo esclusivamente al coraggio di pochi eroi che negli anni sessanta si sono battuti facendo anche manovre di forza: Klotz, Amplatz, Kerschbaumer e altri. I trentini tirolesi che si definiscono fascisti non conoscono la loro storia e la stessa cosa vale per chi si batte per difendere l’esercito degli alpini che in questo territorio è un esercito invasore essendo nato nel 1872 nel regno d’Italia. Essere tirolesi non è altro che portare avanti una tradizione una cultura una storia della nostra terra che nel confronto con l’Italia ha tutt’altro che da vergognarsi e basta confrontarsi con le persone provenienti dalle regioni italiane immigrate nella nostra terra e che non l’hanno più abbandonata.
Bisogna anche dire che l’italianizzazione di questo territorio è avvenuta tutta nel periodo fascista, per dimostrare che il Tirolo era territorio italiano: riforma dei cognomi con Tolomei (nel 1923 Ettore Tolomei fu chi presentò il progetto di italianizzazione dei territori conquistati, Trento e Bolzano). Il problema serio ai giorni nostri è che molte persone non hanno ancora capito quanto è bello il mondo nella sua diversità e questo è messo in pericolo dalle multinazionali e dalle banche con la collaborazione dell’ignoranza di tante persone che ancora non sono consapevoli di quanto sono belle le tradizioni tirolesi e come sono belli tutti i popoli con le loro storie, le loro culture e le loro tradizioni.
I tirolesi non sono austriaci, è un popolo nato in questa terra e nella storia la denominazione “trentino” era semplicemente l’abitante della città di Trento. Banche e multinazionali sono i veri fautori di un mondo “piatto” con la collaborazione di chi predica il mondo multirazziale. Il vero futuro è la collaborazione tra popoli, ma ognuno con le proprie specificità. Io sono tirolese.