L’assessore, i piloti e le bionde
Nel settembre dello scorso anno avevamo pubblicato un articolo di denuncia delle continue infrazioni che vengono perpetrate al divieto di uso voluttuario o commerciale dell’elicottero in montagna.
Non stiamo qui a riprendere le motivazioni di questo divieto: sappiamo tutti quanto rumoroso, fastidioso, impattante sia un elicottero che sorvola, e ancor più che atterra e decolla. Ragione per cui il disagio procurato in caso di necessità, è sopportato di buon grado; ma diventa incomprensibile ed estremamente irritante se viene procurato da altri usi, il vip che vuole farsi una cenetta in montagna, il turista danaroso che intende scorazzare a suo piacimento. Sulla necessità di questo divieto quindi, con le opportune deroghe, c’è consenso generale.
Partendo da questi presupposti, in Consiglio provinciale è stato ripreso il nostro articolo – dal Consigliere Filippo Degasperi, del Movimento 5 Stelle – attraverso un’interrogazione che riportava quanto da noi scritto, e ne chiedeva conto alla Giunta Provinciale.
Il 15 marzo scorso ha risposto l’assessore Tiziano Mellarini con un foglio intitolato “deroghe ai divieti di sorvolo ed atterraggio di elicotteri in alta montagna”. E Mellarini, di cui come forse è noto non abbiamo grande stima, anche questa volta non si smentisce.
Il nostro dunque spiega come “i divieti introdotti per salvaguardare l’ambiente e prevenire l’inquinamento acustico non si applicano ai voli che rivestono interesse pubblico, ovvero quelli effettuati dalle forze armate, di pubblica sicurezza, di protezione civile… e ancora le attività di trasporto di materiale per servizi a carattere igienico-sanitario e ambientale”. D’accordo. Ma che c’entra con i turisti portati a prendere il sole in quota?
Mellarini prosegue e ci dice che devono essere autorizzati in deroga anche “i voli di addestramento effettuati da scuole e associazioni aventi sede in provincia di Trento, e i voli di studio, ricerca e documentazione tecnico-scientifica”. D’accordo ancora. Ma di nuovo, che c’entra?
Mellarini si mostra deciso: categoricamente asserisce che negli anni dal 2013 al 2016 “sono state rilasciate tre autorizzazioni, tutte per voli di addestramento e mantenimento del brevetto di volo, di seguito elencate”. E comunica gli estremi di tre voli, del marzo 2014, gennaio 2015 e aprile 2015.
E qui trasecoliamo. Perché noi avevamo parlato di voli del 2016, che a Mellarini e alla struttura provinciale non risultano. Come è possibile?
Allora gli diamo noi la documentazione. Riportiamo la comunicazione dell’Aeroporto Caproni su un volo del 13 agosto 2016, diretto al Monte Lusia, località “Le strie”. E’ un volo di addestramento? Pubblichiamo anche la foto dell’elicottero, bellamente parcheggiato alla nota Baita Ciamp dele Strie. Che ci risponde Mellarini? Beh, forse si può chiudere un occhio sul pilota in addestramento a Ferragosto, che si ferma, tra un volo e l’altro, in un buon ristorante, pranza, prende il sole, e magari trasporta qualche turista. Forse.
Ma non è permesso. Se un pilota si addestra, vola; non atterra in quota. Ricordiamo che sono proibiti gli atterraggi (a meno di emergenze, ovviamente) sopra i 1.500 metri, e Ciamp dele Strie è a 1900.
Questi sono i dettagli della storia che avevamo raccontato a settembre, ripresa da Degasperi, e non spiegata dall’incredibile risposta di Mellarini.
E quello che noi siamo riusciti a documentare non è certo l’unico caso. Ce ne sono molti altri, ben oltre i tre voletti di addestramento elencati dall’assessore.
Per convincersi assessore, guardi la foto con la ragazza bionda. Non pensiamo le sia sfuggita. Si tratta di un pilota in addestramento?
No, è una manifestazione del 30 dicembre 2016, presentazione di bikini in alta montagna. Sulla Marmolada, a quota 2200, dove le belle ragazze sono ovviamente benvenute, ma non possono arrivare in elicottero.
Insomma, Mellarini mente: l’elicottero in alta quota è ripetutamente utilizzato per finalità che nulla hanno a che fare con l’addestramento di piloti. Mente, dicevamo; oppure è turlupinato dalla sua struttura, che gli fornisce dati fasulli.
Di questo ci riproponiamo di investire il Presidente del Consiglio Provinciale, Bruno Dorigatti. Può un assessore rispondere a una interrogazione, pubblica ed ufficiale, in questa maniera? Che dignità ha, a cosa serve un Consiglio Provinciale che si lascia deridere da risposte ridicole?