Referendum: io voterò No
Vorrei rispondere alla lettera del signor Raspadori, nella quale indicava i motivi per cui voterà Sì al prossimo referendum costituzionale. Non mi interessa qui motivare perchè io sono per il No, quanto provare a correggere qualche sua affermazione.
Renzi e la Boschi non hanno proposto l’Italicum prima e la riforma costituzionale poi (legati a doppio filo) al fine di ridurre il numero dei senatori per produrre risparmi. Fosse così, bastava semplicemente eliminare il Senato totalmente e non lasciare il pastrocchio di ruoli e competenze come previsto dalle nuove norme del Senato stesso. L’intento di Renzi era quello di ottenere pieni poteri (con il premio di maggioranza, che inizialmente era ancora più rilevante e con le soglie di sbarramento a livelli record per i partiti minori) immaginando che il PD perpetuasse i successi elettorali delle europee.
Ora che la strana coppia si è accorta che forse i 5 Stelle potrebbero essere loro a far man bassa di voti stanno subito pensando a possibili modifiche alla legge elettorale, cosa esclusa con forza fino a prima delle ultime elezioni regionali. Ovviamente questo cambiamento viene venduto da Renzi come apertura alle istanze delle minoranze PD, le stesse più volte indicate come inutili ostacoli dal nostro presidente. E c’è perfino qualcuno che gli crede...
Quanto al merito dei parlamentari che avrebbero votato l’Italicum contro i propri interessi (perderebbero “posti di lavoro” possibili in futuro), forse Raspadori dimentica che la legge è passata con il voto di fiducia e se i nostri rappresentanti avessero votato contro il governo probabilmente sarebbe caduto e loro avrebbero perso lo scranno.
Quindi, caro Raspadori, voti pure Sì al prossimo referendum e ci porti in un sistema di governo elitario e autoreferenziale (non ho usato il termine dittatura, perchè sarebbe esagerato, ma renderebbe meglio l’idea), ma eviti elogi a falsi idealisti e ci risparmi l’idea che le riforme previste rendano più moderne le istituzioni.