Faedo: avanti con l’asfalto!
Alla fine, nonostante i molti oppositori, una striscia d’asfalto ha coperto un altro tratto della collina di Faedo: una stradina comunale che coincide anche con un tratto del sentiero SAT 414, che da S. Michele, tra i filari e le pergole di vigneti, sale verso i masi di Faedo proseguendo poi fino a raggiungere il Lago Santo, incrociando in quel punto il più noto E5, il tracciato europeo che dalla Bretagna si dirige verso Venezia..
La sezione SAT di San Michele si era opposta al progetto proponendo una diversa soluzione; era stato scritto alla Comunità di Valle, erano state raccolte decine di firme e organizzata una marcia con l’adesione di un centinaio di persone. I satini avevano ricordato che alcune strutture agrituristiche locali vantano sul web l’alto valore del paesaggio, di stradine e vigneti in cui sono inserite e quindi, anche per valorizzare queste realtà, si sarebbe dovuto avere una maggiore sensibilità negli interventi che impattano sul paesaggio.
L’amministrazione di Faedo, proprietaria della strada, aveva motivato l’intervento con l’elevato costo per la manutenzione e la messa in sicurezza della strada, che, a causa di alcuni tratti in pendenza e dell’azione della pioggia, subiva continue erosioni.
La SAT aveva obiettato che una pavimentazione di altra natura (pietra, ciottoli,...) poteva risolvere il problema salvaguardando anche l’aspetto paesaggistico. Ma l’asfaltatura aveva ottenuto anche il via libera, sia pur condizionato da alcune prescrizioni riguardanti i muretti di sostegno, i capitelli, ecc. da parte della Comunità di Valle, che comunque invitava a tenere conto dell’opportunità di “ripristinare la pavimentazione tradizionale eseguendo un’attenta manutenzione che tenga conto anche degli aspetti paesaggistici”. Anche la sindaca di San Michele, comune proprietario del primo tratto della strada, pavimentato in ciottoli, aveva condiviso le ragioni dei satini. Ma la protesta non è servita.
Restano alcuni fatti abbastanza sconcertanti. Anzitutto un possibile conflitto di interessi: l’intervento è stato affidato dal Comune di Faedo al locale consorzio irriguo e di miglioramento fondiario: ebbene, la più estesa proprietà che si affaccia su quel tratto di strada appartiene al presidente del consorzio stesso, nei pressi della cui abitazione è stato addirittura rimosso l’asfalto già esistente e posato materiale più pregiato (porfido).
Poi è singolare il fatto che alla marcia di protesta aveva preso parte anche l’assessore alla Cultura e vicesindaco di Faedo, Simoni, che aveva promesso di farsi carico del problema. Un bel risultato!
Infine, i lavori di “miglioria” non hanno riguardato il fosso esistente a lato della strada, che non è stato sgomberato dai rovi, dalle erbacce, dagli alberi e dai sassi scaricati dalle campagne soprastanti; un fosso così intasato che in occasione di piogge copiose provoca allagamenti nel sottostante centro storico di San Michele (su quest’ultimo punto, almeno, il comune di Faedo assicura che dovrebbe intervenire la competente azienda dei bacini montani). E neppure sono stati sistemati i paracarri in pietra, mentre dei muretti sono stati rifatti solo quelli pagati dalla comunità; quelli a carico dei privati, al momento, sono rimasti nel medesimo deplorevole stato.
In conclusione: massimo investimento - ancorché meritevole, per la vicinanza del maso Cento Finestre - di risorse nei pressi dell’abitazione del presidente del consorzio, mentre il resto è come prima, con l’aggravante dell’asfalto.
Il Comune di Faedo, nella delibera con cui stanzia circa 100.000 euro quale contributo per i lavori, dice però che “l’intervento in generale contribuisce al miglioramento ambientale e alla conservazione del territorio”.
Peccato, perché si sarebbe potuto risolvere il problema - evitando sia l’erosione che la bruttura dell’asfalto - con un intervento di inerbimento del fondo stradale, come hanno dimostrato i risultati ottenuti su strade con pendenze molto più importanti della strada in questione.