Trento: gli sfidanti
La malaurbanistica, l’edilizia popolare, i grandi progetti, la sudditanza alla Provincia, la laicità, la moschea: dibattito con i candidati a sindaco Morandini (PdL) e Merler (Liste civiche). Il prosindaco Andreatta, favorito, non partecipa...
Avevamo previsto un confronto a tre, fra i candidati a sindaco di Trento: Pino Morandini del Popolo della Libertà, Luigi Merler, sostenuto dalla Lista Civica Tridentum di Claudio Eccher e dall’Alleanza di Centro, e dal prosindaco uscente Alessandro Andreatta, del PD. Quest’ultimo però, nonostante lo avessimo preavvisato con due settimane di anticipo e ripetutamente avessimo avvisato la segreteria dell’appuntamento, ha pensato bene di non farsi vivo. Forse perché lo avevamo indicato, come assessore all’Urbanistica, il principale responsabile del “marcio in Comune”, oppure, alle primarie del PD come “il peggior candidato”; sta di fatto che al nostro dibattito non si è fatto vedere, a ribadire la tempra di cui è forgiato. Alle elezioni del 3 maggio rimane comunque il favorito. Il che la dice lunga sullo stato della nostra politica.
Affrontiamo quindi con i soli contendenti Merler e Morandini le questioni della città, a partire dai giudizi sulle giunte Pacher\Andreatta che hanno governato Trento negli ultimi dieci anni.
Urbanistica
Il primo tema è l’urbanistica. A nostro avviso Trento ha subito le conseguenze delle contiguità tra politica e immobiliaristi, con uno sviluppo disordinato, quando non con un’applicazione distorta delle regole, che ha creato i mostri in collina, o il muro Cavit. Voi, che garanzie date di girare pagina?
Merler: Oggi paghiamo una visione errata dello sviluppo cittadino, con investimenti edilizi disomogenei e spesso irrazionali, come a Roncafort e Spini di Gardolo, esempi di quello che non si dovrebbe fare.
E perché ora ci si può fidare di voi?
Merler: La mia storia dimostra che non ci sto a certi compromessi: nel 2001 mi sono dimesso da consigliere delegato dell’Igiene urbana , in rotta di collisione con la decisione di dar vita all’inceneritore. Credo di aver dimostrato di non essere compromesso con le lobby economiche e politiche.
Morandini: Che ci sia stata un’edificazione selvaggia, soprattutto in collina, è sotto gli occhi di tutti. Noi proponiamo una riqualificazione del centro storico, e, per la collina, una particolare cautela nelle concessioni di nuove aree agli immobiliaristi, mentre alle famiglie ci si è opposti alle sopraelevazioni di un tetto per l’appartamento del figlio.
Il PdL, che da Roma propone lo scempio dell’urbanistica attraverso il “piano casa”, non può certo vantare meriti in questo campo.
Morandini: Io sono il candidato sindaco di questo Comune, non c’entro con Roma. E a Trento dico che bisogna puntare sul recupero delle aree dismesse o non adeguatamente utilizzate e bisogna garantire pari dignità tra centro e periferie, che dovranno avere qualità di servizi uguali. :
Ci sono poi le grandi scelte: l’interramento della ferrovia...
Merler: E’ la politica dei mega progetti costosissimi che approdano nel nulla.
Morandini: Archiviamolo, è già costato un milione per progetti, a farlo sarebbe un miliardo, Sono invece favorevole al recupero alla città del Buonconsiglio con l’interramento di via dei Ventuno e la valorizzazione di tutta la zona da piazza Mostra a piazza Fiera.
... il nuovo ospedale...
Morandini: Comporterebbe una spesa iniziale di 500 milioni di euro destinati a lievitare: è uno sperpero da evitare, anche perché sul vecchio sono state appena fatte opere di ristrutturazioni per oltre 80 milioni.
Merler: Il problema dell’attuale ospedale sono i parcheggi: problema da risolvere con un multipiano, o con un parcheggio di attestamento collegato. Non con un nuovo ospedale.
E la nuova stazione allo Scalo Filzi?
Morandini: La stazione ferroviaria deve stare nel centro della città, non ha senso che chi arriva con il mezzo pubblico, debba prenderne un altro per arrivare in centro. Le mega opere previste dalla Giunta provinciale (e sempre passivamente recepite dal Comune) non convincono, e questa meno di tutte: si sperperano soldi per peggiorare il servizio e distruggere una stazione architettonicamente pregevole e la sua connessione con piazza Dante. E fra le distruzioni progettate dalla Pat e avallate dal Comune ci metto anche quella, culturalmente molto grave, dell’attuale carcere.
Merler: La Provincia vuole imporci una serie di opere inutili o dannose (vedi inceneritore e polo della rottamazione); bisogna interrompere la sudditanza dell’attuale amministrazione. Non ha senso spostare la stazione dei treni, ora la gente esce ed è nel centro storico. Io vedo invece allo Scalo Filzi liberato dai binari un polmone verde ed edilizia agevolata, a prezzi calmierati, per i giovani.
I giovani stentano a trovare casa. E ancor più chi ha un reddito basso. Eppure il Comune di Trento non è riuscito a individuare le aree per l’Itea, che avrebbe i soldi per costruire l’edilizia popolare. La responsabilità non è solo della Giunta comunale, ma anche dell’opposizione.
Merler: Le case Itea sono state dislocate malamente, hanno creato dei quartieri dormitorio se non dei ghetti, dove non c’è stata integrazione. L’edilizia pubblica deve invece essere vivibile, avere spazi verdi, viabilità, servizi, un polo ricreativo.
Ma i casermoni sono accettabili solo quando li fa Dalle Nogare? E quando si tratta di dare una casa a chi non ce l’ha, non trovate mai l’area, sempre alla ricerca della perfezione che non c’è...
Merler: Non chiedo la perfezione, ma condizioni per un buon inserimento di situazioni altrimenti problematiche. Ad esempio va bene la nuova realizzazione dell’Itea a Roncafort di fronte al Bar Lupo, con verde e servizi. Inoltre l’Itea dovrebbe comperare gli appartamenti che, causa il problema dei mutui, vanno all’asta: così non si aspetta che gli speculatori li comperino a prezzi stracciati e si viene incontro a chi è costretto a venderli, e l’Istituto fa un affare. C’è poi il tema degli altissimi affitti dei negozi del centro storico: l’amministrazione può acquistare un palazzo tipo Poste e farne un centro commerciale per piccoli negozi.
Morandini: Vanno fatti i piani per l’edilizia pubblica e il Comune deve individuare le aree. Per 80 anni la Pat è stata all’avanguardia in Italia per il connotato sociale della sua politica abitativa, purtroppo questa maggioranza in Provincia ha trasformato l’Itea in una spa, che ora si trova in difficoltà anche burocratiche; l’urbanistica deve scoraggiare la speculazione edilizia, vincolando aree ad edilizia pubblica e così calmierando i prezzi. Poi effettuare un censimento sugli appartamenti sfitti e trovare le modalità per ridurre il fenomeno. E riservare una quota di alloggi pubblici e quelli dismessi da riservare alle giovani famiglie con affitto a canone calmierato.
Politiche sociali
Qui arriviamo alle politiche sociali.
Merler: Come attenzione agli anziani, che vivono il problema non della quarta, ma della terza settimana, attraverso la Trenta si possono ridurre del 30% le bollette per gli anziani con la pensione sociale, quelli dei 500 euro al mese. E poi i biglietti gratuiti ai servizi pubblici per gli over 70.
Morandini: Io penso che le politiche sociali debbano partire dalla famiglia, che è il vero motore dell’assistenza. E’ con loro che il Comune deve interagire, offrendo servizi a prezzo equo, garantendo alla famiglia libertà di scelta: tra asili nido e tagesmutter nella prima infanzia; tra casa di riposo e forme alternative come l’assistenza in casa, l’assegno di cura, e l’istituto del buon vicino per gli anziani. Non a caso in Alto Adige gli anziani nelle Rsa sono la metà di quelli in Trentino.
Queste sono competenze della Provincia.
Morandini: Sarebbe bene per tutti se a Trento ci fosse una maggioranza diversa da quella provinciale: per dare stimoli, oltre che per rifiutare proposte come l’inceneritore.
C’è stato un dibattito acceso sulla sicurezza e, collegato ad esso, sulla vivibilità di zone come piazza Dante.
Morandini: Piazza Dante va recuperata alle famiglie, con l’utilizzo della Palazzina Liberty attraverso attività giovanili...
Ma quando i giovani del Centro Sociale Bruno avevano iniziato ad operare in questa direzione voi vi siete strappati i capelli.
Morandini: Era l’amministrazione a dover decidere. E doveva favorire di più il progetto di farne un punto di ristorazione.
Merler: Il problema della microcriminalità va affrontato non solo con la tolleranza, ma con i servizi sociali più attivi, con una prevenzione delle forze dell’ordine, che devono loro, non le ronde, presidiare i pochi punti critici. Poi in Piazza Dante, non il camper per la polizia come propone Andreatta, ma la palazzina ex Apt alle associazioni del volontariato, e un presidio dignitoso, un punto di riferimento tangibile delle forze dell’ordine; e alla palazzina Liberty una biblioteca per i bambini e un polo espositivo per gli artisti locali che si affacci su Piazza Dante, che potrebbe essere gestita dalle associazioni come già accade, benissimo, a Mattarello e a Vigo Meano.
La moschea?
Merler: In assenza di una pianificazione urbanistica che la preveda, non si può fare.
Se è questo il problema, basta fare una variante...
Merler: Io dico che un luogo di culto va benissimo. Se si vuole la moschea, che non so se oggi i musulmani chiedono, occorrerà che siano a posto tutte le condizioni urbanistiche. La diversità delle culture, se praticata nel rispetto delle regole della società che ospita, è una ricchezza. Rispetto molto gli immigrati, che fanno la fatica di adattarsi a un paese che non conoscono, e qui vivono e lavorano. Diversa cosa è per chi delinque, come peraltro il trentino che delinque.
Morandini: Il luogo di culto si correla con la libertà di religione: principio quindi che va rispettato. E senz’altro coniugato con il rispetto della legalità. Poi l’ultima parola spetta ai cittadini, attraverso, se ritengono, un referendum.
Ma come, si mettono in discussione i principi costituzionali? Non dovrebbero essere sottoposti a referendum...
Morandini: Ritengo giusto che i cittadini possano esprimere la loro opinione.
Lei dà ai cittadini la possibilità di sospendere i diritti costituzionali di altri cittadini.
Morandini: I cittadini si esprimono sull’allocazione, non sul diritto.
Con questi chiari di luna, ultimo lo strappo del maxi-regalo ai focolarini, un laico per chi deve votare?
Merler: In Consiglio comunale ho dichiarato la mia assoluta contrarietà verso un’amministrazione, che con forti problemi di cassa, trova 50.000 euro da devolvere a un’università in Toscana. Ho tanto rispetto per i focolarini, ma questo è un uso dei soldi pubblici a fini elettorali.
Morandini: Sono stato sempre molto rispettoso del pensiero dei non credenti, nel Movimento per la vita operano molti di loro. Penso che i laici dovrebbero votarmi perchè il mio programma mette al centro le persone più deboli, non certo gli affari, contesto la politica urbanistica di questo Comune, i progetti faraonici. E poi perché sarei senz’altro il sindaco di tutti: questo sarebbe il mio primo dovere.