Cronaca di un lungo impegno
Silvano Bert, Il compito di domani: cronache dalla chiesa di Trento nel dopo-Concilio.Lavis, La finestra Editrice, 2013, € 22.
Anche il libro che recensiamo questo mese, come “Sulla Transmongolica” di Mauro Buffa, presentato a gennaio, è il frutto recente di una penna benconosciuta dai lettori di QT. Anzi, “Il compito di domani” è in parte proprio nato su queste pagine. Silvano Bert vi raccoglie infatti una lunga serie di articoli scritti dal 1960 al 2012 per varie testate, fra le quali anche QT (oltre che per quotidiani sia trentini che nazionali, e fogli programmaticamente cattolici come Vita Trentina, COM-Nuovi tempi, L’Invito, bollettini parrocchiali o di comunità di base, ecc.). È insomma la condensazione libraria di un lungo impegno giornalistico di base dell’autore, speso sul terreno del dialogo fra le componenti più aperte della Chiesa, nelle quali Bert ha sempre militato, ed il PCI, del quale è stato dagli anni ’70 ai ’90 un noto esponente: consigliere comunale di Mezzolombardo prima e di Trento poi, ed autorevole “compagno di strada” - ascoltato a livello nazionale - sul fronte dei rapporti del partito col mondo cattolico. Silvano Bert è un frutto fra i più tipici, ma minoritari, del Concilio Vaticano II, di cui si celebrano proprio i 50 anni. È interprete di quella prima apertura della Chiesa alla modernità, alla laicità, rifuggite precedentemente fin dai tempi dell’Illuminismo. Apertura contrastata lungo la via di questi 50 anni, della quale questo libro, ovviamente sul suo versante “minoritario” e critico, propone un bilancio.
Questo è proprio l’uso che possiamo fare anche noi “laici” di un libro del genere: la sequenza degli articoli - presentati così come sono stati prodotti a suo tempo - ci mostra il corso dell’evoluzione di una decennale attività di stimolo al confronto ideologico fra quelle che oggi ci sembrano due chiese (Chiesa cattolica e PCI), schierate l’una contro l’altra a colpi di anatemi all’inizio (prima del Concilio), ma che cominciano ad un certo punto un dialogo a distanza che scioglie le certezze di entrambe, non tanto sul piano dottrinale (e “di potere” potremmo dire), quanto su quello civile, di prassi sociale, e di diffusa consapevolezza dei propri limiti. Strumento per bilanci di un’epoca, dicevo. Faccio un esempio. Gli interventi contenuti nel libro nascono sempre dall’impegno quotidiano – “nella storia” dice Bert – e ricordano quindi, da un preciso punto di vista, una lunga scia di passaggi cruciali nelle vicende recenti del nostro paese. Fondamentali, ovviamente, i due referendum su divorzio e aborto, che mettono in piazza fra anni ’70 ed ’80, in modo tutt’altro che conciliare a livello ufficiale, “ma anche” conciliare a livello di base, il conflitto fra cattolici e laici sull’idea di famiglia. Il libro fa la cronaca delle moltissime discussioni e dei confronti che hanno segnato quelle campagne elettorali. Leggiamo, e viene spontaneo chiedersi cosa è rimasto e cosa è caduto di quel lungo, aspro ma produttivo, confronto.
Oggi che crollano le statistiche dei matrimoni. Non dei matrimoni religiosi:proprio dei matrimoni, sempre più sostituiti da provvisorie convivenze (“more uxorio” si sarebbe detto con scandalo un tempo, ma chi se ne ricorda più?). E la prima cosa che mi viene in mente al riguardo non è un altro tema legislativo susseguente, quello delle “unioni civili”, incomparabilmente meno caldo di quanto erano allora divorzio ed aborto. Mi viene in mente invece un altro libro, “Il lavoro non è una merce: contro la flessibilità” di Luciano Gallino (Laterza, 2007), nei passi in cui spiega come la scelta produttiva del “just in time” si scarica a valle sui lavoratori, con un irresistibile effetto di precarizzazione delle vite. Era un tema che nei nostri dibattiti ideologici sulla famiglia degli anni ’70 non c’era, ma ha pesato più che d’assai. Un ultimo spunto per notare come questo libro esce proficuamente dal catalogo di una strana casa editrice di Lavis: La Finestra Editrice. Una casa editrice appartata fino ad ora dal dibattito culturale trentino, che vive su di un catalogo di ristampe, anche anastatiche, di classici della letteratura italiana e latina dimenticati dagli editori maggiori (Pietro Abelardo, Cecco d’Ascoli, Luigi Pulci, Giambattista Marino, ed altri ) che vende via internet ad università americane, giapponesi, cinesi. Aveva già cominciato a interessarsi della cultura della regione che la ospita pubblicando gli scritti geografici di Cesare Battisti e quelli trentini di Benito Mussolini (tranquilli: niente simpatie politiche!), ed ora un libro come questo. * * * Venerdì 19 aprile Silvano Bert presenterà il suo libro a Rovereto presso la Libreria Blulibri, in piazza del Grano, alle ore 18.