ICT days, capitolo quinto
Information technology, comunicazione e semantica: a che punto è Trento.
ICT, acronimo di Information and Communication Technology, è un connubio tra informatica, telecomunicazioni, elettronica e media per produrre sistemi tecnologici per l’elaborazione e la trasmissione dell’informazione. “Una rivoluzione - dichiara Fausto Giunchiglia, presidente di Trento Rise durante la conferenza stampa - più veloce di quella industriale perché spinta non da carbone e ferro ma da bit e idee. E come tutte le rivoluzioni, non aspetta i ritardatari”. Il sottinteso è: il Trentino vuole essere tra i ritardatari? Ovviamente no! Ed ecco quindi che appunto Trento Rise con i suoi soci fondatori (Università di Trento e Fondazione Kessler) ha organizzato, dal 20 al 23 marzo, gli “ICT Days”, giunti alla quinta edizione portando a Trento personalità di spicco del palcoscenico tecnologico mondiale, come Tim Berners-Lee, fondatore del “World Wide Web”. Fra le città della penisola è stata scelta, come sede della manifestazione, Trento che, conquistato il terzo posto tra le “smart city” d’Italia, ha da anni avviato una gamma di innovazioni atte a migliorare i servizi per i cittadini. A essere sinceri, noi non ce ne siamo ancora accorti, ma l’importante è cominciare, come ad esempio con l’applicazione ICT “bring the food”, che consente a ristoranti e supermercati di segnalare eccedenze di cibo, così da metterle a disposizione delle organizzazioni umanitarie evitando gli sprechi. “L’innovazione ICT è soprattutto innovazione sociale al servizio delle persone per un miglioramento della società e della qualità di vita dei singoli” ribadisce ancora Giunchiglia. Frasi che sanno un po’ di manuale delle pubbliche relazioni, ma sta di fatto che queste giornate sono nate per creare un punto di incontro fra università e mondo del lavoro, idee e investimenti. Uno degli appuntamenti centrali proposti è stato infatti il “Placement”, che ha consentito a studenti e laureati di sostenere colloqui con oltre 60 aziende locali, nazionali e internazionali delle tecnologie; colloqui che possono sfociare in proposte di stage e, talvolta, in assunzioni.
E secondo lo studio dell’economista Enrico Moretti, ogni assunzione high-tech ne crea, nel medio-lungo periodo, altre 5 in settori produttivi collegati. Sempre nell’ottica di cui sopra gli ICT Days hanno dismesso parzialmente la loro veste di iniziativa per addetti ai lavori, rivolgendosi soprattutto ai cittadini, attraverso seminari e momenti anche ricreativi. Ed ecco quindi trovare un ruolo centrale negli ICT Days la semantica (scienza che studia il significato delle parole) in quanto nuova frontiera della comunicazione fra uomo e tecnologia. Così, studiando le modalità attraverso cui “il linguaggio naturale si interfaccia con la macchina”, si studia come le persone si rapportano alle nuove tecnologie, a partire da quei servizi che fanno parte ormai della vita quotidiana, come i risponditori automatici e i motori di ricerca. Non è un caso, che la prima giornata degli ICT Days abbia visto l’inaugurazione del nuovo polo della Semantica in piazza Manci a Povo, sede del consorzio italiano Semantic Valley, fondato per creare una connessione tra istituzioni, aziende e istituti di ricerca, dando vita ad un centro che si spera di eccellenza. “La semantica è un ambito in cui siamo forti, siamo riconosciuti, con gruppi di ricerca molto validi – ci dice Paolo Traverso, Direttore Ricerca e Sviluppo di Trento Rise - Il passo logicamente successivo è ora sviluppare queste innovazioni facendole utilizzare dal cittadino”. Noi qualche dubbio lo abbiamo. ù
Il Polo della Semantica va ad occupare giusto giusto lo spazio dove otto anni fa era stato aperto il Centro di Ricerca Microsoft, che sembrava dover rivoluzionare addirittura l’approccio tra il nostro corpo, la malattia, i farmaci… “Senza voler criticare altre esperienze, dico che il nostro vuole essere un approccio diverso – risponde Traverso - non riducendoci alla sola innovazione tecnologica, ma concentrandoci molto su come legarla al territorio, rapportandoci innanzitutto con le istituzioni locali”. Quando si parla di territorio, però, le attese sono soprattutto rivolte alle nuove aziende che l’innovazione dovrebbe creare, le ormai mitiche start up, che dal dicembre 2012 sono entrate a far parte della realtà italiana anche a livello legislativo; esse rappresentano il momento magmatico in cui l’innovazione si fa business, e proprio per questo sono società ad alto rischio (9 su 10 falliscono) anche perché, per evitare che l’idea innovativa di partenza venga raggiunta e superata da qualche concorrente, è necessario che essa sia sviluppata in tempi brevi. In Trentino si è investito su di esse, ce ne sono diverse, anche se nessuna ancora ha sfondato; si sono presentate al pubblico durante gli ICT Days e molte interagiranno nel nuovo polo della semantica. Se saran rose, fioriranno. Le tematiche trattate si possono approfondire sul sito www.ictdays.it.