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QT n. 12, dicembre 2012 Trentagiorni

Questa è Casa Pound

Molto più aggressione neofascista che non scontro tra bande. È questo ad emergere dall’approfondimento dei fatti concernenti la rissa di Via Verdi di martedì 20 tra studenti antifascisti, in maggioranza militanti del collettivo universitario Trento Anomala e militanti del Blocco Studentesco, soprattutto vista la forte somiglianza tra le versioni date a Trento Today dal proprietario del Line Café e da alcuni studenti di sinistra rispetto a quella fornita dal Blocco.

Riassunto più plausibile dei fatti: una sessantina di studenti decidono di impedire, con la loro presenza fisica nel bar, lo svolgimento, al Line Café di via Verdi, di un aperitivo elettorale del Blocco Studentesco, braccio universitario dei “fascisti del terzo millennio” di Casa Pound, per la prima volta candidato alle elezioni universitarie a Trento. Ci riescono cacciando in malo modo i due rappresentanti della lista di estrema destra, che reagiscono contattando dei loro camerati di Bolzano (o Riva) che, circa un’ora dopo, arrivano in una ventina a fare giustizia. Con i volti coperti ed equipaggiati con spranghe e tirapugni, menano i presenti al bar, che si difendono con quello che trovano, soprattutto sedie e tavolini. Conclusione: due ragazzi di sociologia che avevano preso parte al presidio finiscono all’ospedale. Un bell’autogol per Casa Pound che da sempre, sui media di tutta Italia, fa i salti mortali per definirsi “associazione di promozione sociale”, negando di essere un’organizzazione violenta dell’estrema destra. Salti che tornano in un inverosimile comunicato sulla rissa.

Autogol per il quale i candidati del Blocco non si sono presentati all’incontro tra liste e studenti di due giorni dopo. Un’occasione, invece, per gli studenti del collettivo universitario, che potranno sfruttarla per comunicare ad una cittadinanza diffidente la loro differenza rispetto ai colleghi neofascisti, se riusciranno a non farsi guidare da chi non ha effettivamente un orizzonte più ampio di quello della guerra tra bande. Un campanello di allarme per tutti gli altri. L’indifferenza verso il diffondersi, in un contesto di crisi, di movimenti neofascisti come Casa Pound ha già portato a situazioni spiacevoli in diverse parti d’Italia. Sconfiggere tali movimenti sul piano delle idee, questo è il punto (per parte nostra, QT sulle idee con Casa Pound si è già confrontata, vedi articolo sul numero di luglio/agosto 2011). Non è un problema, ma bisogna iniziare a farlo. Perché se si vuole che l’antifascismo non sia associato alla sinistra radicale, ma, come dovrebbe essere, un valore fondante della collettività intera, questo dipende dallo sforzo di tutti.