50.000 euro per il Giro della Padania
Per la prima, e mi pare unica, edizione del Giro della Padania, l’assessorato al turismo della Provincia aveva sborsato 50.000 euro. Poiché la somma era parsa davvero ingente, il 19 settembre dello scorso anno Roberto Bombarda, consigliere dei Verdi, aveva presentato una interrogazione per conoscere, visti i modesti risultati mediatici raggiunti dalla gara ciclistica, quali motivazioni sportive e di messaggio turistico avevano guidato l’erogazione del danaro in un epoca che vede gli italiani - padani compresi - in crescenti difficoltà economiche. La risposta a firma dell’assessore Tiziano Mellarini, è arrivata il 14 maggio scorso. Dunque otto mesi di tempo, per apprendere come “nell’ottica di divulgare l’immagine del Trentino, sia attraverso i veicoli pubblicitari normali, sia a mezzo delle manifestazioni pubbliche e sportive di vario genere le quali moltiplicano il messaggio promozionale nei confronti di un pubblico ampio e variegato, Trentino Marketing spa è addivenuta ad un accordo con la società organizzatrice del Giro della Padania...” e via, elencando i benefici di quella gara messa in piedi da Renzo Bossi.
Forse in omaggio alla pluralità delle lingue apprese dal Trota, “che parla così bene l’inglese da aver fatto l’interprete nell’incontro fra Berlusconi e Hillary Clinton” (vedi La Stampa del 5 aprile 2012, p. 10). Mellarini mostra un vocabolario forbito. I danari sono stati dati per avere visibilità del brand in aree di arrivo e partenza tappe, assicurare la presenza del logo Trentino con link al sito internet; possibilità di svolgere azioni di sampling/gadgeting nelle aree hospitality e avere il nome del Trentino nelle cartelle stampa. Davvero una bomba pubblicitaria.
Per la non indifferente sommetta ricevuta, avrà esultato il Trota, magari convinto che la lingua originale della Padania non sia il bergamasco ma l’inglese e il Trentino è un bancomat.