Tante firme da raccogliere
Sta arrivando anche in Trentino la ventata di partecipazione politica esterna ai partiti che ha caratterizzato le recenti elezioni amministrative. Non si tratta di movimenti elettorali, ma di iniziative legislative e referendarie. Sono infatti tre, in questo momento, le raccolte di firme avviate sul territorio, secondo principi in linea con ciò che avviene in Italia: maggiore partecipazione dei cittadini e fine dei privilegi della casta.
Due sono prettamente locali: il referendum del CORE (Comitato Referendario - www.coretrentino.org) per l’abolizione dei 3.000 euro mensili circa di diaria dei consiglieri regionali, ed il disegno di legge di iniziativa popolare del comitato “Più democrazia in Trentino” (www.piudemocraziaintrentino.org), che punta all’inserimento di una lunga serie di nuovi strumenti di trasparenza e partecipazione popolare nei processi legislativi provinciali, da nuovi tipi di referendum senza quorum (propositivo e consultivo), alla possibilità di sfiducia popolare degli eletti, ad un maggiore uso delle petizioni popolari e dei dibattiti sulla creazione di opere pubbliche. C’è poi la proposta nazionale di modifica costituzionale Quorum zero-più democrazia, con un orientamento molto simile alla precedente, pur con qualche differenza.
Proposte diverse, nonostante il denominatore comune. Più immediata e di facile comprensione quella del CORE, che però si considera “un percorso in divenire, punto di riferimento per il malessere dei cittadini nei confronti della crisi democratica, che porterà a molti altri progetti simili a questo”, come ci spiega Gabriella Giugni, una dei referenti. Più elaborate le altre, che invece le regole della partecipazione le vogliono riscrivere. Già ad una prima lettura si nota come queste siano frutto di lunghi lavori di studio ed elaborazione, capaci anche, nel caso del comitato “Più democrazia”, di immaginare una struttura istituzionale complessa che faciliti e regoli la partecipazione di tutti.
A tutti questi comitati bisogna riconoscere la generosità del dedicare tempo ed energie alla propria concezione di bene comune, senza che i loro membri ricevano nulla di materiale in cambio. Sul piano politico, qualche dubbio sulle iniziative sembra però lecito.
Intanto, sull’opportunità di far partire tre movimenti così simili invece di unire le forze, quando già il raggiungimento del numero minimo di firme è una meta difficile. Ad esempio, il Comitato più democrazia ha raccolto 600 firme in un mese, e ha altri due mesi per arrivare a 2.500. “L’iniziativa Quorum Zero è più un progetto culturale, con poche possibilità di successo nell’immediato. Noi siamo sulla stessa linea ma sappiamo che la nostra proposta ha almeno la certezza di essere discussa, ecco il perché di due iniziative diverse. - ci spiega Alex Marini, portavoce del comitato - Per quanto riguarda il CORE, ho provato a proporre una raccolta congiunta, ma ho trovato resistenze”. Resistenze che la Giugni cerca di spiegarci: “Sono iniziative diverse, con tempi diversi, nonostante lo spirito simile. Organizzarsi insieme era improponibile, ma ogni iniziativa analoga alla nostra, come Quorum Zero, è la benvenuta”.
Sarebbero molte anche le osservazioni da fare sui contenuti; ma sull’accusa ricevuta più spesso, quella di populismo, i comitati sono intransigenti: “Il nostro sarà un processo dagli effetti non immediati, ma porterà a un miglioramento della consapevolezza democratica” dichiara Marini. “Populista è chi vuole mandare la gente al mare invece che farla votare” dice la Giugni.