Povero Bondone!
Per quanto posso giudicare, non corrono tempi molto allegri per il nostro Bondone. Manca la neve e i posti letto sono vuoti. Quanto ai rimedi posti in essere o proposti, in primo luogo la costosa illuminazione notturna delle piste, non mi sembrano in grado di rimettere in piedi il malato. La vagheggiata promozione del “downhill” appare piuttosto destinata ad accentuare il già avanzato degrado.
Temo proprio che da salvare in Bondone non rimanga più molto. Da Candriai a Vason, transitando per Vaneze, ci troviamo sempre in mezzo ad una sgangherata periferia urbana, frutto dell’incondizionato favore riservato dalle nostre amministrazioni alla speculazione edilizia. Soprattutto in Bondone la formula turistica che da troppi anni ci viene somministrata - funivie, iniziative immobiliari, ancora funivie... - sta mostrando i propri limiti e le proprie contraddizioni. Non certamente in Bondone potrà costituirsi un centro turistico di prima grandezza.
Ho sotto gli occhi un bel pieghevole, stampato e diffuso dal nostro WWF nell’ormai lontano 1994. Si intitola “Quale futuro per il monte Bondone?” ed apparve in concomitanza con una proposta di “rilancio” (già allora!) presentata da una Società Trento-Bondone srl. Se ben ricordo, il progetto trovava il suo punto di forza nella grande funivia Trento-Bondone, contenendo spunti del tutto accettabili. A sua volta il fascicolo del WWF prendeva in esame i molti aspetti della montagna meritevoli di essere valorizzati e cercava di individuare qualche via da percorrere.
A distanza di quasi vent’anni e di fronte a una montagna di soldi pubblici buttati al vento e in bocca alla speculazione, mi sembra di poter dire che Provincia, Comuni e Patto Territoriale si sono diligentemente impegnati nel fare l’esatto contrario di quanto allora proposto. Utilizzando la favola dei duemila posti-letto raccontata da Bertoli e senza tenere alcun conto degli evidenti limiti che caratterizzano il Bondone, si è fatto ulteriore strame dei suoi valori paesaggistici. I risultati, non imprevedibili, si vedono.
Non penso comunque che Dellai e compagnia saranno disposti a riconoscere colpe e responsabilità. Do anche per scontato che in qualche modo, a suon di soldi pubblici, il divertimentificio Bondone, con le sue trovate, i suoi svaghi, le sue rovine, potrà continuare la sua pur non brillante esistenza. La cosa importante sarà cercare di mettere al sicuro quanto resta di un patrimonio naturale già straordinario, che è ricchezza di tutti.
Penso che gli sforzi vadano indirizzati in primo luogo sulla piana delle Viote, il vero gioiello naturale del Bondone e oggi in via di rapida omologazione con il resto della montagna, ormai degradato senza rimedio. Le Viote, già protette e valorizzate con iniziative come l’orto botanico, la riserva integrale, il Centro Ecologia Alpina voluto da Walter Micheli, vengono oggi sfigurate con la destinazione a “paradiso del fondo”, con l’enorme parcheggio e l’ennesimo villaggio turistico alle caserme.
Sarà possibile innestare per una volta la retromarcia, fermare e vcancellare quanto di sbagliato si sta facendo, ripristinare al meglio la piana delle Viote? Sarà possibile mobilitare per una volta l’opinione pubblica, svegliare la sua capacità d’indignazione?
In verità non ho molte speranze. In presenza di questo miracolo avremo davvero uno straordinario 2012.