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Cime Tempestose, febbraio 2012

Ritorno al Sud

“Per convincere la fidanzata che Trento non è una città sicura e che quindi sarebbe stato meglio tornare a Napoli, un ventenne ha denunciato ai carabinieri di essere stato sequestrato e rapinato da una banda di albanesi”.

(L’Adige, 26 gennaio)

Cineserie, 1

“Abbiamo il cuore comunista, ma i vestiti sono da caitalista”.

(Li Xiarong, esercente perginese, Il Corriere del Trentino, 26 gennaio)

Cineserie, 2

“Mellarini sbarca in Cina”.

(Il Corriere del Trentino, 27 gennaio)

Chi li mangia...

Dramma esistenziale per Renzo Gubert. Comprata l’asina Teresa alla Fiera di Borgo Valsugana 14 anni fa, scopre ora di non poterla macellare per farne, “come d’uso tradizionale, buon stracotto e un po’ di lucaniche miste con maiale”. Le crudeli leggi sanitarie non lo permettono: Gubert avrebbe dovuto decidere della futura macellazione all’atto dell’acquisto, così Teresa sarebbe stata sottoposta nel tempo ai controlli veterinari del caso. E invece ha pensato di tenere la Teresa come bestia da passeggio. Mal gliene incolse: il ciuco sarà cremato. “Ricordo da bambino che degli asini vecchi si facevano normalmente lucaniche. Che senso ha incenerirli?”.

Lasciamo al lettore la responsabilità di una risposta a questo grido disperato.

...e chi no

“Ho letto qualche giorno fa la lettera del signor Gubert che parlava della propria libertà di mangiarsi il proprio asino. (...) Al di là delle belle parole sulle culture rurali tradizionali e al di là del fatto che ognuno è libero di mangiarsi gli asini propri, ricordo che mio padre non allevava asini per mangiarli, ma per il piacere di vederli pascolare nella nostra campagna”.

(Lettera all’Adige, 30 gennaio)

Nostalgia

“E il ricordo va ai turisti russi che per primi scoprirono le Dolomiti. Molti commercianti ricordano ancora la meraviglia nel vedere estrarre dalle tasche rotoli di dollari tenuti insieme da un elastico. I tempi sono cambiati”.

(Il Trentino 8 gennaio)

Monti prenda nota

L’Adige, 10 gennaio: “In questo periodo di recessione e licenziamenti, credo sia saggio favorire la ripresa economica, economia che nella nostra zona si basa per buona parte sul turismo”. Questo l’ineccepibile avvio dell’intervento del sig. Edoardo Longo, di Arco, che in un crescendo rossiniano così motiva la sua proposta per il Basso Sarca, ma forse valida per l’Italia tutta: “Un campo da golf aprirebbe le porte a un nuovo segmento di mercato nel turismo”. Ne conseguirebbe la necessità di “nuove tipologie di negozi, una riqualificazione degli hotel e dei ristoranti”. Che si tradurrebbe in “opportunità di lavoro per il comparto alberghiero ma anche per l’indotto”. Tutto ciò “porterebbe a un aumento di fatturato e quindi a un aumento dei tributi versati”. I quali “ritornerebbero alla collettività sotto forma di servizi”. E addio spread assassino. O forse qualche passaggio logico non funzionava?

La crisi colpisce tutti

“Le befane rapinano la sala giochi”

(L’Adige, 9 gennaio)

Fisco vampiro, 1

“Non vorremmo che altri spot pubblicitari inneggianti alla serietà del fisco allontanassero i turisti dalle Dolomiti, a favore, per esempio, delle vicine località autriache dove non interessa a nessuno se gli italiani che sono in vacanza pagano o no le tasse”.

(Celestino Lasagna presidente dell’ ASAT di Fassa, Il Trentino 8 gennaio)

Fisco vampiro, 2

“Oggi è molto facile cambiare destinazione per le proprie ferie e la concorrenza internazionale è spietata. L’enorme pubblicità data ai fatti di Cortina rischia di impaurire i turisti con il conseguente cambio di destinazione”

(Riccardo Franceschetti, sindaco di Moena, Il Trentino 8 gennaio)

Fisco vampiro, 3

“Il negoziante, per vendere, deve necessariamente emettere più scontrini per non superare la fatidica soglia dei 999 euro. Questo vincolo può essere un problema per il turismo”.

(Enzo Iori, presidente dell’APT di Fassa, Il Trentino, 8 gennaio)

 

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