Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Lago della Serrala / 3 Lo scaricabarile

Il Direttivo del WWF

A conferma di un evoluzione negativa in corso ormai da qualche anno, anche nel corso del 1998 lo stato di salute del lago di Serraia, nel Comune di Baselga di Piné risulta assai critico. Lo specchio d'acqua, di notevolissima importanza sotto l'aspetto ambientale non meno che sotto l'aspetto turistico, presenta una condizione di forte eutrofizzazione e di accentuato degrado. Le acque hanno un aspetto torbido ed un colore verde marrone, la trasparenza è scomparsa. Il lago appare assai poco invitante per quanti desiderano bagnarsi, ed il patrimonio ittico risulta in grave sofferenza. Ad ogni buon conto, al termine della stagione estiva, e cioè il 26 agosto, con evidente ritardo sulle esigenze, il sindaco competente ha provveduto a pubblicare un divieto di balneazione.

Le cause della sopradescritta situazione appaiono molteplici; il fattore determinante tuttavia, quale risulta dalle indagini portate a termine da una commissione tecnica appositamente costruita, va ricercato nelle coltivazioni di fragole fuori terra che si estendono a monte del lago per una superficie di circa 25.000 mq. Questa tecnica agraria, che risulta sostenuta finanziariamente dalla Provincia, abbisogna di un'elevatissima quantità di concimi, oltre che di interventi fitosanitari continui ed intensivi. Secondo le conclusioni della citata commissione d'inchiesta, almeno il 30% della soluzione fertirrigante usata dai coltivatori viene dispersa nel terreno e di lì trascinata nel lago. Nel periodo primavera autunno, da 100 a 200 kg. di fosforo e di altri fertilizzanti verrebbero immessi nel disgraziato lago della Serrala.

Se la coltivazione delle fragole appare, al di là di ogni ragionevole dubbio, la causa principale del pesante degrado, esistono tuttavia numerosi e disparati fattori che contribuiscono all'evolversi della situazione verso una conclusione che minaccia di rivelarsi come irreversibile. Accade infatti che il Palaghiaccio di Piné, costosissimo fiore all'occhiello del turismo trentino, scarichi nel lago l'acqua usata per il raffreddamento dei compressori, riscaldando il bacino e turbando in tal modo un equilibrio ambientale già compromesso. Come si evince dalle conclusioni fatte proprie dalla commissione sopra citata, è da ritenere che sia in atto, sia pure in misura "complessivamente contenuta", l'immissione di fognature nel lago della Serrala. Interventi di prelievo di acqua dal lago da parte delle Società Edison, con scarico della stessa nel vicino lago delle Piazze, sembrano porre le premesse per il manifestarsi di problematiche analoghe anche in quel bacino. E' infine da sottolineare l'ipotesi apparsa sulla stampa, per la quale la massiccia dispersione di fertilizzanti nella conca di Piné e nell'adiacente valle dei Mocheni potrebbe costituire una minaccia per la stessa qualità dell'acqua potabile a disposizione del capoluogo.

La situazione drammatica nella quale si trova il lago della Serraia, e il modo con il quale si è permesso che si giungesse ad un degrado di questa dimensione e di questa portata rendono evidente il cumulo di contraddizioni di una politica provinciale ricca di mezzi finanziari e viceversa priva di idee, del tutto imprevidente e assolutamente incapace di intervenire con efficacia in situazioni di crisi. Il processo di degrado, in atto ormai da non poco tempo, è frutto diretto di totale incuria per il patrimonio naturale del paese, di mancato controllo delle dinamiche provocate dai finanziamenti provinciali, di una tutela ambientale palesemente di sola apparenza, di una politica turistico-sportiva megalomane e sbagliata.

Non si tratta certamente di un danno di poco conto. Il lago della Serraia costituisce una presenza di primo piano nel panorama dei laghi e delle zone umide del Trentino, e deve considerarsi il primo e principale motivo di attrazione dell'Altopiano di Piné.

La perdita del lago della Serraia può costituire un colpo mortale per l'industria turistica pinetana, oltre ad essere una macchia incancellabile per l'immagine del Trentino e per la qualità del nostro patrimonio naturale.

La Delegazione Trentino-Alto Adige del WWF rende quindi pubblica la propria vibrata protesta per quanto sta accadendo e chiede che le autorità responsabili, ponendo termine ad uno sterile e dilatatorio palleggiamento di responsabilità, provvedano all'adozione di efficaci misure di risanamento, fin a oggi palesemente assenti, e rimuovano soprattutto, alla radice, i molteplici fattori di inquinamento.

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.