Quelli che hanno voluto la Vittoria
Intervista a Giorgio Holzmann e Alessandro Urzì (Alleanza Nazionale).
Il Referendum sulla piazza è stato vinto innanzitutto da Alleanza Nazionale. Sulle prospettive che si aprono ora parliamo con Giorgio Holzmann, presidente di An.
"Noi riteniamo che la parola convivenza debba necessariamente coniugarsi con il rispetto delle identità di ogni gruppo. Ora, si è sempre fatto confusione tra la Grande Guerra e il fascismo. La Grande Guerra per l’Italia è stata il coronamento del Risorgimento, con una vittoria pagata a caro prezzo, senza la quale gli italiani non sarebbero quassù…"
Che c’entra il Risorgimento con l’annessione del Sudtirolo? Battisti voleva il confine a Salorno, non al Brennero…
"Non è vero. Ci sono lettere di Battisti molto chiare in proposito…"
Sarà; certo che i suoi programmi e discorsi ufficiali erano molto chiari. Comunque, è stata un’annessione all’Italia di una terra non italiana.
"E’ stato il frutto della guerra. Come del resto le perdite italiane a favore della Slovenia e della Croazia."
Appunto. Non è il caso di tirare su tutto questo una bella riga, e ricominciare da capo?
"Certo; non è il caso di innescare conflitti. Però c’è da dire che da alcuni anni in Alto Adige è in atto un tentativo di recidere le radici storiche degli italiani, che dovrebbero sentirsi ospiti. E questo non solo attraverso abbattimenti di simboli dell’italianità (il monumento all’Alpino a Brunico è stato devastato da quattro attentati; e a Bolzano si è proposto di abbattere il monumento della Vittoria) ma attraverso la cancellazione nei sentieri di montagna delle indicazioni in italiano."
E oltre il discorso di monumenti e toponomastica?
"Il rispetto reciproco, che vuol dire riconoscere l’identità dell’altro. Non propugnerò mai la superiorità della nostra cultura sulla loro; ma il rispetto lo voglio."
Cosa pensa del superamento delle due identità? Del bilinguismo? Lo vedete come un pericolo per l’identità italiana?
"Il bilinguismo è un dato di fatto ed è positivo. Noi siamo per l’apprendimenteo anche precoce dell’altra lingua, attraverso le scuole materne mistilingui. Ma su questo la Svp si chiude a riccio."
Molti hanno letto il referendum come un siluro alla sua linea di dialogo con la Svp.
"Abbiamo fatto a marzo un congresso, dove io, unico candidato, sono stato eletto presidente del partito. Il resto sono chiacchiere dei giornali. Infatti la mia relazione politica è stata approvata all’unanimità: sul dialogo e collaborazione con la Svp, però a precise condizioni."
Quali?
"Salvaguardia della comunità italiana, che difatti in questi anni è stata l’unica a calare di numero. Con provvedimenti a iniziare dall’edilizia sociale (la casa è un problema soprattutto degli italiani, che non hanno la proprietà dei terreni) l’autonomia urbaniztica di Bolzano, e più in generale per tutti l’abolizione dei ticket sanitari."
Il consigliere provinciale Alessandro Urzì, dopo il referendum sulla piazza viene dipinto come il vincitore dentro An: in quanto, propugnatore di una linea più intransigente, sarebbe contrapposto al più morbido presidente Holzmann.
"C’è chi gioca nel tentativo – inutile – di dividere un partito che invece ha una linea unitaria. Il congresso provinciale ha avuto un unico candidato e un’unica mozione politica, approvata all’unanimità. Non ci sono né divisioni, né differenze."
Con il referendum avete propugnato una riaffermazione dell’italianità. A fianco o contro il gruppo tedesco?
"Non è stato un referendum contro qualcosa o qualcuno, ma per riconoscere il reciproco rispetto delle tradizioni e culture della città…"
…rievocando il momento di un’annessione…
"Mi permetto di contraddirla. Nella città di Bolzano possono convivere fianco a fianco momenti storici diversi e delicati. A fianco di Piazza della Vittoria ci può essere Via Peratoner: e a Peratoner, pur essendo definito un proto-nazista, che per esempio intendeva proibire la lingua italiana in Trentino, noi non ci siamo opposti; perché nonostante tutto è stato un personaggio importante, che a Bolzano ha lasciato un’impronta. A Piazza della Vittoria non si è mai voluto dare un significato politico; rappresenta un pezzo di identità della comunità italiana, come può essere Via Rovigo. Io penso che si giochi troppo sulla parola ‘fascista’ e si individui come tale tutto ciò che è italiano."
Siete favorevoli o contrari a una società plurilingue e plurietnica?
"Ormai è diffusissima nella comunità italiana la convinzione di superare il concetto di convivenza per approdare a quello di integrazione. Pur nel mantenimento dell’identità dei due gruppi. Questo si ottiene quando si abbattono le barriere che limitano i contatti tra i gruppi: io sono per le scuole italiane e tedesche separate, ma sono assolutamente contro i muri che devono impedire ai ragazzi di comunicare tra loro."
E le scuole plurilingue? Avete una posizione speculare alla Svp?
"La Svp dice di no, perché teme una mescolanza etnica che eroda la minoranza tedesca. Noi invece diciamo che va riconosciuto a tutti i gruppi linguistici di scegliersi il modello che vogliono. E per gli italiani diciamo no alla scuola della mescolanza; ma sì a una scuola che abbia al primo punto il miglior insegnamento possibile della lingua tedesca."